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Joey & Joy
Nella vita di tutti i giorni, Joey non badava a quel che si metteva addosso: perlopiù jeans a poco prezzo, magliette da supermercato, camicie da discount, scarpe da lavoro o, al massimo, scarponcini anfibi. Ma quando "si cambiava" la faccenda era diversa: Joy indossava solo capi firmati e ci teneva a non sbagliare abbinamenti, ci passava le ore davanti allo specchio, perché se la fuori, qualcuno che ne capiva, gli avesse detto: "guarda che questo stona con quello..." sapeva che gli sarebbe preso un colpo: come un pittore cui un altro pittore dicesse "tu non sai dipingere!", la sola idea gli pareva intollerabile, ci sarebbe stata male per giorni. Non amava i colori sgargianti, preferiva i grigi e i neri, si era scelta un proprio stile personale, sobrio, quasi da ufficio, dove erano i dettagli a fare la differenza: una scollatura un po' più audace qui, un risvolto li, uno spacco, un pendente, orecchini, anelli, niente bracciali. Fisicamente faceva la sua figura, non molto alta, ma la muscolatura definita la faceva assomigliare a una ballerina o una ginnasta, il viso slavato diventava particolare, misterioso, una volta un amica gli aveva detto che sembrava Noomi Rapace giovane. Per vivere si prostituiva, aveva cominciato a farlo, di tanto in tanto, da ragazzino, dato che sua madre non dava ai figli niente di più del cibo. Joey ricordava a malapena il padre: un tizio che si faceva vedere di rado, giusto per scoparsi la madre, finché non si era fatto vedere più del tutto.
L'unica figura vagamente simile a un genitore era stato Mick, suo fratello maggiore: per Joey, Mick era stato suo fratello, suo padre, sua madre, il suo migliore amico, il suo idolo, quando era stato ammazzato, la madre l'aveva fatto cremare e ne aveva sparso le ceneri al fiume: Joey l'aveva odiata per questo, avrebbe tanto voluto avere una tomba su cui piangerlo. Sua madre si prostituiva in casa, quando arrivavano i clienti chiudeva i piccoli in una stanza e sbatteva fuori Mick, un giorno lui non tornò più. Si era messo a spacciare per via dei soldi, lo chiamavano Mick lo straccione perché faceva qualunque cosa per i soldi, però tornava regolarmente a dare un occhiata al fratellino.
Quando Joey aveva cinque anni e si trovava a una festa per bambini o qualcosa del genere, verso sera Mick era venuto a riprenderlo:
aveva visto i bambini da una parte che giocavano a palla, le bambine da un altra che
giocavano con le bambole e Joey in mezzo alle bambine che vestiva un bambolotto:
aveva l'aria felice, sembrava completamente a suo agio. La mattina dopo Mick andò ad
iscriverlo in palestra, la stessa in cui era andato anche lui, finché non aveva lasciato
perdere: aveva pagato tre mesi anticipati. All'inizio Joey non si era trovato bene in quel
posto, non avrebbe voluto andarci, ma non voleva nemmeno deludere il fratello, cosi
continuò. Solo qualche anno dopo avrebbe capito quanto era importante sapersi difendere
per uno come lui, in un quartiere come quello...
Non è chiaro come facesse uno come Mick lo straccione ad occuparsi di un bambino,
fosse pure suo fratello, ne perché se ne curasse: forse perché era l'unica cosa pulita e
buona nella sua vita disastrata.
Joey aveva quattordici anni quando si prostituì la prima volta, lo fece per i soldi: prima suo
fratello gli allungava sempre qualcosa, ma ultimamente aveva iniziato a farsi senza mezzi
termini e non aveva mai un centesimo. Dopo qualche giorno lo fece per la seconda volta,
allora Mick andò a parlargli: gli spiego dove poteva andare e dove no, quanto poteva
chiedere, chi poteva pagare di più, chi doveva evitare, infine volle che prendesse la sua
Colt 911, perché tanto lui avrebbe finito per vendersela. Poi gli chiese cinquanta dollari in
prestito. Otto mesi dopo, Mick fu trovato morto con la siringa piantata nel braccio, fuori
vena... Ovviamente fu dichiarato morto per overdose, in realtà doveva troppi soldi a troppe
persone sbagliate.
All'epoca sua sorella Cora aveva nove anni e Joey decise di prendersi cura di lei, come
Mick aveva fatto con lui: la accompagnava a scuola, le allungava qualche soldo per uscire
con le amichette, cose cosi.
Quando Joey aveva diciott'anni e Cora tredici, lui era stato via qualche giorno, tornato a
casa trovò gli uomini fuori dalla porta: la strega era al lavoro, niente di strano, casomai era strano che ne rimediasse ancora di clienti. Joey scavalcò i clienti ed entro', dentro la
madre stava riscuotendo da uno, la cosa strana è che era vestita. Lei lo guardò male
sibilandogli di sparire, Joey andò difilato in camera di Cora: aveva un tizio sopra, le sue
lacrime si erano seccate da un pezzo. Lui fece il diavolo a quattro, buttò fuori il tizio
seminudo, cacciò via tutti, mentre sua madre si metteva in mezzo blaterando che era ora
che "la mocciosa" si guadagnasse il pane: allora la pesto' a sangue. Da molto tempo non
aveva più alcun rispetto di lei: prima Mick, ora Cora, la vecchia tr*** gli aveva portato via le
uniche persone che gli volessero bene. Desiderava che morisse, ma non la uccise, non aveva tempo di andare in galera per lei, doveva pensare a Cora. Quella sera portò via la sorella e passarono la notte in un Motel, nei giorni seguenti trovo un posto in affitto dove trasferirsi, per i soldi cominciò a prostituirsi regolarmente.
Joey pensava di "salvare" Cora, ma era arrivato tardi: la ragazza si era buttata nell'alcol, nella coca e andava con chiunque le pagasse da bere o da sniffare, Joey cercava di tenerla a stecchetto, ma non poteva segregarla in casa. A sedici anni lei rimase incinta la prima volta, a diciassette si mise con una specie di fanatico religioso: Joey lo considerò un miglioramento! Non che gli piacesse quel tipo, ma almeno non le permetteva di bere, di drogarsi, la controllava, la teneva in casa. Col passare dei mesi i loro rapporti si diradarono: Joey non andava d'accordo col suo nuovo compagno, cosi Cora gli chiese di non andarla più a trovare, lui non voleva crearle problemi, cosi accettò la situazione. Di tanto in tanto si sentivano per telefono: Cora gli chiedeva sempre come stava, cosa faceva, ma non parlava mai di se. Nel frattempo la vita sentimentale di Joey ne aveva risentito: clienti a parte, aveva avuto solo avventure o storie brevi, mai niente di duraturo, era stato anche con qualche donna, ma aveva capito che la cosa non faceva per lui: a lui piacevano la durezza, gli spigoli, le ossa, i muscoli, quella morbidezza, i seni, non lo attiravano affatto. Erano quasi due anni che non vedeva più la sorella, quando la incontrò al supermercato: lei era di nuovo incinta, fece finta di non conoscerlo, Joey le corse dietro, la mise alle strette: la ragazza era terrorizzata, aveva gli occhi neri sotto gli occhiali da sole, portava un vestito largo, con le maniche lunghe, che nascondeva lividi e cicatrici, al braccio sinistro portava il gesso. Joey la porto' a casa propria, poi andò a casa del suo compagno a prendere il figlio di lei e un po' di vestiti, ovviamente il suo compagno non era d'accordo, cosi lo buttò dalla finestra. Un paio di settimane dopo, tornando a casa, trovo il tizio davanti alla sua porta che cercava si convincere Cora ad aprirgli, portava un tutore al collo, quando vide Joey se la filo' di corsa. Passarono alcune settimane di relativa tranquillità, poi il tizio torno alla carica: si presentò con un fucile a pompa, sbraitando e minacciando, poi cominciò a sparare sulla porta. Joey prese la Colt 911, la stessa che gli aveva dato Mick tanti anni prima, spalancò una finestra e gliela scaricò addosso. Per il fatto in se gli avevano riconosciuto la legittima difesa, ma la pistola non era registrata e aveva la matricola abrasa, cosi era finito dentro. E questo fu più o meno tutto ciò che Joey Queen raccontò a Morris De Marco.
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