Racconti & spezzoni

La Setta Dei Poeti Estinti.
Poesie, racconti, libri, letteratura, miti, leggende barzellette... Condividiamo le creazioni dei Grandi e... anche nostre!

Racconti & spezzoni

Messaggioda Cordis » 06/09/2024, 22:05



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Joey & Joy

Nella vita di tutti i giorni, Joey non badava a quel che si metteva addosso: perlopiù jeans a poco prezzo, magliette da supermercato, camicie da discount, scarpe da lavoro o, al massimo, scarponcini anfibi. Ma quando "si cambiava" la faccenda era diversa: Joy indossava solo capi firmati e ci teneva a non sbagliare abbinamenti, ci passava le ore davanti allo specchio, perché se la fuori, qualcuno che ne capiva, gli avesse detto: "guarda che questo stona con quello..." sapeva che gli sarebbe preso un colpo: come un pittore cui un altro pittore dicesse "tu non sai dipingere!", la sola idea gli pareva intollerabile, ci sarebbe stata male per giorni. Non amava i colori sgargianti, preferiva i grigi e i neri, si era scelta un proprio stile personale, sobrio, quasi da ufficio, dove erano i dettagli a fare la differenza: una scollatura un po' più audace qui, un risvolto li, uno spacco, un pendente, orecchini, anelli, niente bracciali. Fisicamente faceva la sua figura, non molto alta, ma la muscolatura definita la faceva assomigliare a una ballerina o una ginnasta, il viso slavato diventava particolare, misterioso, una volta un amica gli aveva detto che sembrava Noomi Rapace giovane. Per vivere si prostituiva, aveva cominciato a farlo, di tanto in tanto, da ragazzino, dato che sua madre non dava ai figli niente di più del cibo. Joey ricordava a malapena il padre: un tizio che si faceva vedere di rado, giusto per scoparsi la madre, finché non si era fatto vedere più del tutto.
L'unica figura vagamente simile a un genitore era stato Mick, suo fratello maggiore: per Joey, Mick era stato suo fratello, suo padre, sua madre, il suo migliore amico, il suo idolo, quando era stato ammazzato, la madre l'aveva fatto cremare e ne aveva sparso le ceneri al fiume: Joey l'aveva odiata per questo, avrebbe tanto voluto avere una tomba su cui piangerlo. Sua madre si prostituiva in casa, quando arrivavano i clienti chiudeva i piccoli in una stanza e sbatteva fuori Mick, un giorno lui non tornò più. Si era messo a spacciare per via dei soldi, lo chiamavano Mick lo straccione perché faceva qualunque cosa per i soldi, però tornava regolarmente a dare un occhiata al fratellino.
Quando Joey aveva cinque anni e si trovava a una festa per bambini o qualcosa del genere, verso sera Mick era venuto a riprenderlo:
aveva visto i bambini da una parte che giocavano a palla, le bambine da un altra che
giocavano con le bambole e Joey in mezzo alle bambine che vestiva un bambolotto:
aveva l'aria felice, sembrava completamente a suo agio. La mattina dopo Mick andò ad
iscriverlo in palestra, la stessa in cui era andato anche lui, finché non aveva lasciato
perdere: aveva pagato tre mesi anticipati. All'inizio Joey non si era trovato bene in quel
posto, non avrebbe voluto andarci, ma non voleva nemmeno deludere il fratello, cosi
continuò. Solo qualche anno dopo avrebbe capito quanto era importante sapersi difendere
per uno come lui, in un quartiere come quello...
Non è chiaro come facesse uno come Mick lo straccione ad occuparsi di un bambino,
fosse pure suo fratello, ne perché se ne curasse: forse perché era l'unica cosa pulita e
buona nella sua vita disastrata.
Joey aveva quattordici anni quando si prostituì la prima volta, lo fece per i soldi: prima suo
fratello gli allungava sempre qualcosa, ma ultimamente aveva iniziato a farsi senza mezzi
termini e non aveva mai un centesimo. Dopo qualche giorno lo fece per la seconda volta,
allora Mick andò a parlargli: gli spiego dove poteva andare e dove no, quanto poteva
chiedere, chi poteva pagare di più, chi doveva evitare, infine volle che prendesse la sua
Colt 911, perché tanto lui avrebbe finito per vendersela. Poi gli chiese cinquanta dollari in
prestito. Otto mesi dopo, Mick fu trovato morto con la siringa piantata nel braccio, fuori
vena... Ovviamente fu dichiarato morto per overdose, in realtà doveva troppi soldi a troppe
persone sbagliate.
All'epoca sua sorella Cora aveva nove anni e Joey decise di prendersi cura di lei, come
Mick aveva fatto con lui: la accompagnava a scuola, le allungava qualche soldo per uscire
con le amichette, cose cosi.
Quando Joey aveva diciott'anni e Cora tredici, lui era stato via qualche giorno, tornato a
casa trovò gli uomini fuori dalla porta: la strega era al lavoro, niente di strano, casomai era strano che ne rimediasse ancora di clienti. Joey scavalcò i clienti ed entro', dentro la
madre stava riscuotendo da uno, la cosa strana è che era vestita. Lei lo guardò male
sibilandogli di sparire, Joey andò difilato in camera di Cora: aveva un tizio sopra, le sue
lacrime si erano seccate da un pezzo. Lui fece il diavolo a quattro, buttò fuori il tizio
seminudo, cacciò via tutti, mentre sua madre si metteva in mezzo blaterando che era ora
che "la mocciosa" si guadagnasse il pane: allora la pesto' a sangue. Da molto tempo non
aveva più alcun rispetto di lei: prima Mick, ora Cora, la vecchia tr*** gli aveva portato via le
uniche persone che gli volessero bene. Desiderava che morisse, ma non la uccise, non aveva tempo di andare in galera per lei, doveva pensare a Cora. Quella sera portò via la sorella e passarono la notte in un Motel, nei giorni seguenti trovo un posto in affitto dove trasferirsi, per i soldi cominciò a prostituirsi regolarmente.
Joey pensava di "salvare" Cora, ma era arrivato tardi: la ragazza si era buttata nell'alcol, nella coca e andava con chiunque le pagasse da bere o da sniffare, Joey cercava di tenerla a stecchetto, ma non poteva segregarla in casa. A sedici anni lei rimase incinta la prima volta, a diciassette si mise con una specie di fanatico religioso: Joey lo considerò un miglioramento! Non che gli piacesse quel tipo, ma almeno non le permetteva di bere, di drogarsi, la controllava, la teneva in casa. Col passare dei mesi i loro rapporti si diradarono: Joey non andava d'accordo col suo nuovo compagno, cosi Cora gli chiese di non andarla più a trovare, lui non voleva crearle problemi, cosi accettò la situazione. Di tanto in tanto si sentivano per telefono: Cora gli chiedeva sempre come stava, cosa faceva, ma non parlava mai di se. Nel frattempo la vita sentimentale di Joey ne aveva risentito: clienti a parte, aveva avuto solo avventure o storie brevi, mai niente di duraturo, era stato anche con qualche donna, ma aveva capito che la cosa non faceva per lui: a lui piacevano la durezza, gli spigoli, le ossa, i muscoli, quella morbidezza, i seni, non lo attiravano affatto. Erano quasi due anni che non vedeva più la sorella, quando la incontrò al supermercato: lei era di nuovo incinta, fece finta di non conoscerlo, Joey le corse dietro, la mise alle strette: la ragazza era terrorizzata, aveva gli occhi neri sotto gli occhiali da sole, portava un vestito largo, con le maniche lunghe, che nascondeva lividi e cicatrici, al braccio sinistro portava il gesso. Joey la porto' a casa propria, poi andò a casa del suo compagno a prendere il figlio di lei e un po' di vestiti, ovviamente il suo compagno non era d'accordo, cosi lo buttò dalla finestra. Un paio di settimane dopo, tornando a casa, trovo il tizio davanti alla sua porta che cercava si convincere Cora ad aprirgli, portava un tutore al collo, quando vide Joey se la filo' di corsa. Passarono alcune settimane di relativa tranquillità, poi il tizio torno alla carica: si presentò con un fucile a pompa, sbraitando e minacciando, poi cominciò a sparare sulla porta. Joey prese la Colt 911, la stessa che gli aveva dato Mick tanti anni prima, spalancò una finestra e gliela scaricò addosso. Per il fatto in se gli avevano riconosciuto la legittima difesa, ma la pistola non era registrata e aveva la matricola abrasa, cosi era finito dentro. E questo fu più o meno tutto ciò che Joey Queen raccontò a Morris De Marco.
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Messaggioda Cordis » 27/09/2024, 16:51



La Mamma

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Guardò la Mamma: era vecchia, lei faticava a stargli dietro, così rallentò.
Lei non diceva niente, ma Esso sapeva che la Mamma aveva fame, aveva bisogno di mangiare.Secondo Esso sarebbe stato saggio prendere il cibo più facile da procurare, ma sapeva che la Mamma non avrebbe accettato il cibo cui stava pensando e che anzi, l'avrebbe
resa molto triste, così rinunciò. Sapeva che la Mamma, un tempo, aveva vissuto con
quelli, sapeva che li aveva lasciati per stare con Esso, perché da sempre lei aveva
voluto prendersi cura di Esso, metteva la sua stessa vita dopo quella di Esso, Esso lo
sapeva, lei glielo aveva dimostrato, molte volte.
In teoria per Esso tutto era cibo, ma la Mamma era la Mamma: solo poco tempo prima,
molto per la Mamma, Esso era stato nella condizione di essere a sua volta cibo, per
qualunque essere appena più grosso, ma la Mamma, anziché mangiarlo, lo aveva
accolto, protetto, nutrito. Questo era importante. Esso doveva la sua esistenza attuale alla Mamma.
Quando comunicava, per gli altri quelle erano cose senza senso, per loro Esso pensava in modo sbagliato, ma gli altri non sapevano niente, loro non erano stati li, con Esso...
Per Esso qualunque cosa mettesse a rischio la sopravvivenza della Mamma metteva a rischio anche la propria, qualunque cosa rendesse triste la Mamma lo rendeva... triste? Forse no, ma non voleva che la Mamma provasse tristezza.
Accompagnò la Mamma fino a un ruscello, perché potesse bere, poi aspetto' che si
sdraiasse e che si assopisse, solo allora si allontanò. Ci mise un po' a trovare cibo che
andasse bene per la Mamma, gli strappò le penne perché aveva notato che a volte le
andavano di traverso, poi tornò da lei. Naturalmente anche Esso aveva fame, come
sempre del resto, ma aspetto' senza far rumore, finché lei non si svegliò, poi le diede il
cibo. Lei fu felice: mangiò il cibo, lentamente, faticosamente, poi lo copri di baci; lei lo amava
con tutto il suo cuore, come il primo giorno che lo aveva trovato, ma era vicina alla fine, lei lo sentiva ed Esso sapeva ciò che lei sentiva, cosi sapeva anche della sua nostalgia, sapeva che, prima di morire, avrebbe tanto voluto rivedere il luogo, le creature, che per lei un tempo erano state... Casa.
Poiché sapeva che il corpo della Mamma non sarebbe durato a lungo, decise che era
tempo di soddisfare questo suo desiderio, prima che cessasse di vivere... Anche questo
per gli altri era senza senso: permettere che un corpo vivente cessasse di funzionare cosi, senza mangiarlo, era solamente uno spreco. Ma gli altri non sapevano niente.
Sapeva che il tragitto era troppo lungo per la Mamma, cosi la sollevò per portarla: di solito non lo faceva perché per Esso era difficile tenerla senza farle male, cercò di fare attenzione, lei era piccola, leggera, quasi senza peso.
Ci volle del tempo per raggiungere il luogo di origine della nostalgia della Mamma, quando furono vicini lei se ne rese conto e pianse per la gioia.
Giunse sul posto senza rumore, tranne per il pianto della Mamma. La adagiò sul terreno,poi fece volontariamente rumore, in modo da attirare quegli esseri fuori dal loro rifugio, quindi, fulmineamente, si nascose nei paraggi, mantenendo la sua attenzione sulla Mamma e non solo con la vista.
Gli esseri uscirono, uno di essi si accorse della Mamma, lui osservò attentamente la scena: se avesse percepito una qualsiasi emozione collegata con l'aggressività avrebbe posto fine a tutto, subito! Ma questo non successe.
Quella creatura riconobbe la Mamma e la Mamma riconobbe quella creatura, quella creatura era felice e commossa, la Mamma era felice in modo straziante, una felicità troppo grande per il suo vecchio cuore, che cominciò a perdere colpi. Esso osservò la Mamma morire per la troppa felicità ed osservò quella creatura disperarsi per la morte della Mamma.
Rimase molto tempo li, immobile, ad osservare. ...

- Calina è morta...
- Non piangere Tonia, è un miracolo che sia arrivata fin qui, dopo tutto questo tempo.
- E bruttissimo Misha, ritrovarla dopo tanti anni solo per vederla morire...
- Era vecchia, quanti anni sono passati da quando l'abbiamo persa?
- Quattordici: io avevo dieci anni, papà l'aveva portata dal veterinario, dopo che aveva perso i cuccioli... ho creduto per anni che lui l'avesse smarrita apposta.
- Figurati, un pastore tedesco di razza pura: voleva farla riprodurre invece, ma le femmine di quella razza fanno fatica a partorire, soprattutto la prima volta. Difatti partori cinque piccoli morti e il babbo dovette portarla via di corsa perché non gli morisse anche lei di emorragia.
- Era una cagnolina tanto buona e dolce...
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