Del poeta nazionale romeno, Mihai Eminescu,
l'incipit del poema 'Luceafarul' - Èspero
C'era una volta come mai,
Così narran le fiabe,
Una fanciulla senza pari,
Di gran ceppo regale.
Ed era unica ai parenti,
Stupenda fra le belle,
Com'è la Vergine fra i santi,
La luna fra le stelle.
Dall'ombra delle vólte altere
Lei suo passo volge
Alla finestra, appartata,
Sta Espero aspettando.
Guardava all'orizzonte come
Sui mari sorge e splende,
Sui sentieri ondeggianti
Lui guida nere navi.
Lo vede oggi, lo rivede,
Cosi il desio spunta;
Pur lui, mirandola da tanto,
Di lei si innamora.
Quando lei poggia sulle braccia,
Sognando, le sue tempie,
D'amor struggente si riempe
Il cuore nonché l'alma.
E quanto vivido s'accende
Suo raggio ogni sera,
Sull'ombra cupa del palagio:
Che lei si mostrerà.
E a passo a passo dietro lei
Lui filtra nella stanza,
Tessendo un laccio di bagliore
Dai suoi freddi raggi.
Pur quando si adagia al letto
La figlia per dormire,
Le sfiora il petto e le mani,
Le chiude il dolce ciglio.
E dallo specchio irraggiando
Innonda il suo corpo,
Gli occhi chiusi che palpitan,
Il suo viso assorto.
Lei lo guardava sorridente,
Lui nello spechio avvampa,
Giacche nel sogno l'inseguiva
Per irretirle l'alma.
E lei nel sonno sospirando,
Gli parla con gran pena:
Oh, tu signor delle mie notti,
Perchè non vieni? Vieni!

