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Messaggioda Mezzovalente » 12/04/2016, 10:10



ilungamwepu ha scritto:vi prego, non cominciamo ad "azzuffarci" anche sul senso delle poesie...


Beh adesso, zuffe non ce ne sono proprio state, anzi…tanto meno sul senso della poesia che ignoro. Io ho semplicemente precisato una cosa, poco chiara, che avevo scritto ed alla quale Rothko2 aveva risposto.
Infatti sono d'accordo sul fatto che la scuola, attraverso gl'insegnanti debba trasmettere qualche cosa oltre una semplice informazione (anche se capisco che di questi tempi, almeno per esperienze personali, un insegnante possa perdere quella passione necessaria al suo lavoro non essendo tutelato, e spesso bistrattato…); però non trovo neanche corretto il "chi vuole capire capisce" dato che non tutti, me compreso quindi, hanno gli stessi "strumenti". Tutto qui.


Vincenzo Cardarelli - Passato, Poesie.

I ricordi, queste ombre troppo lunghe
del nostro breve corpo,
questo strascico di morte
che noi lasciamo vivendo
i lugubri e durevoli ricordi,
eccoli già apparire:
melanconici e muti
fantasmi agitati da un vento funebre.
E tu non sei più che un ricordo.
Sei trapassata nella mia memoria.
Ora sì, posso dire che
che m'appartieni
e qualche cosa fra di noi è accaduto
irrevocabilmente.
Tutto finì, così rapito!
Precipitoso e lieve
il tempo ci raggiunse.
Di fuggevoli istanti ordì una storia
ben chiusa e triste.
Dovevamo saperlo che l'amore
brucia la vita e fa volare il tempo.
  • 2

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Messaggioda Valentina G. » 12/04/2016, 10:26



Se sono stata inopportuna col mio commento nel topic chiedo scusa! Sto seguendo, leggo e alcune poesie mi piacciono.
Del resto sono ben lontana dalla ragazzina delle medie che non voleva imparare le poesie di Pascoli.
Buon proseguimento a tutti e scusate se ho offeso qualcuno non era mia intenzione
  • 0

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Messaggioda LateForTheSky » 12/04/2016, 12:09



"Ho osservato molte volte
il marmo che mi hanno scolpito -
una nave alla fonda con la vela ammainata.
In realtà non rappresenta il mio approdo ma la mia vita.
Perché l'amore mi fu offerto ma fuggii le sue lusinghe;
il dolore bussò alla mia porta ma ebbi paura;
l'ambizione mi chiamò, ma paventai i rischi.
Eppure bramavo sempre di dare un senso alla vita.
Ora so che bisogna alzare le vele
e farsi portare dai venti della sorte
dovunque spingano la nave.
Dare un senso alla vita può sfociare in follia
ma una vita senza senso è la tortura
dell'inquietudine e del vago desiderio:
è una nave che desidera il mare ardentemente ma ha paura."

Da "Antologia di Spoon River" di Edgar Lee Masters
  • 4

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Messaggioda Valentina G. » 12/04/2016, 12:21



LateForTheSky ha scritto:"Ho osservato molte volte
il marmo che mi hanno scolpito -
una nave alla fonda con la vela ammainata.
In realtà non rappresenta il mio approdo ma la mia vita.
Perché l'amore mi fu offerto ma fuggii le sue lusinghe;
il dolore bussò alla mia porta ma ebbi paura;
l'ambizione mi chiamò, ma paventai i rischi.
Eppure bramavo sempre di dare un senso alla vita.
Ora so che bisogna alzare le vele
e farsi portare dai venti della sorte
dovunque spingano la nave.
Dare un senso alla vita può sfociare in follia
ma una vita senza senso è la tortura
dell'inquietudine e del vago desiderio:
è una nave che desidera il mare ardentemente ma ha paura."

Da "Antologia di Spoon River" di Edgar Lee Masters


oddio l'Antologia di Spoon River <3
Mi hai fatto venir voglia di postare qualcosa anch'io, ma prima vado a pranzo :fame:
Che bello anch'io ho una poesia che ho amato ed amo! Grazie :) :hi:
  • 0

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Messaggioda Valentina G. » 12/04/2016, 12:24



I miei genitori credevano che sarei stato
grande come Edison o più grande:
perché da bambino costruivo dei palloni
e splendidi aquiloni e giocattoli con gli orologi
e piccole macchine con rotaie per andarci sopra
e telefoni fatti di filo e scatole di latta.

Suonavo la cornetta e dipingevo quadri,
modellavo in argilla e feci la parte
del cattivo nell'Octoroon,

Ma poi a ventun'anni mi sposai
e dovevo vivere, e così per vivere
imparai il mestiere di fare gli orologi
e tenevo la gioielleria sulla piazza,
pensando, pensando, pensando, pensando,
non agli affari, ma alla macchina
e ai calcoli per poterla costruire.

E tutta Spoon River osservava e attendeva
di vederla funzionare, ma mai funzionò.
E qualche anima gentile pensava che il mio genio
fosse in qualche modo intralciato dal negozio.

Non era vero. La verità era questa:
non avevo genio.
  • 3

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Messaggioda Valentina G. » 12/04/2016, 12:25



poco bella? adesso vado davvero a pranzo ma mi piacerebbe postare la versione originale inglese se riesco
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Messaggioda LateForTheSky » 12/04/2016, 19:17



Meravigliosa anche questa Valentina! Il problema con quel libro è che si potrebbero postare pressochè tutti gli epitaffi. Infatti per scegliere mi ci è voluto un po :)
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Messaggioda non.identificata » 12/04/2016, 20:10



Vi arriva il poeta
E poi torna alla luce con i suoi canti
E li disperde

Di questa poesia
Mi resta
Quel nulla
Di inesauribile segreto.


(Ungaretti - Il porto sepolto)
  • 2

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Messaggioda ilungamwepu » 14/04/2016, 22:03



Valentina G. ha scritto:Se sono stata inopportuna col mio commento nel topic chiedo scusa! Sto seguendo, leggo e alcune poesie mi piacciono.
Del resto sono ben lontana dalla ragazzina delle medie che non voleva imparare le poesie di Pascoli.
Buon proseguimento a tutti e scusate se ho offeso qualcuno non era mia intenzione


no, Valentina non credo tu abbia offeso nessuno e di certo io non ce l'avevo con te e con nessun altro! La mia era solo un'opera di prevenzione (infatti il termine "azzuffare" era virgolettato) per evitare che qualcosa degenerasse come purtroppo ho notato in altre occasioni. Perchè mi dispiace quando accade qui e dovunque, anche se capisco che a volte scrivendo si corre spesso il rischio di essere fraintesi. Bisognerebbe inserire l'opzione dell'umore-intento con cui una persona scrive qualcosa! che so "divertito" oppure "malinconico", qualcosa di simile insomma!


per tornare all'argomento...


GINNASTICA MATTUTINA

Mi sveglio e dico: sono perduta.
È il mio primo pensiero all’alba.
Comincio bene la giornata
con questo pensiero assassino.

Signore, abbi pietà di me
- è il secondo, e poi
scendo dal letto
e vivo come se
nulla mi fosse accaduto.



INFESTAZIONE

Un tappeto di farfalle morte ai piedi,
morte e morbide
(loro non hanno il rigor mortis).
Io godo di ottima salute.
Ho tirato fuori il fegato,
ho estratto i polmoni,
ho estirpato il cuore
e non mi fa più male nulla.
Tramutarsi in fantasma
è una soluzione
che vi raccomando freddamente.


Nina Cassian

(ho scoperto proprio oggi questa poetessa mai sentita rammentare prima...)
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Messaggioda Mezzovalente » 15/04/2016, 10:22



LateForTheSky ha scritto:Infatti per scegliere mi ci è voluto


Guarda, non ci sono limiti a postare, il titolo è fuorviante ma in realtà puoi mettere tutte quelle che ti piacciono.


Pasolini - Padre nostro.

Padre nostro che sei nei Cieli,

io non sono mai stato ridicolo in tutta la vita.

Ho sempre avuto negli occhi un velo d'ironia.

Padre nostro che sei nei Cieli:

ecco un tuo figlio che, in terra, è padre...

È a terra, non si difende più...

Se tu lo interroghi, egli è pronto a risponderti.

È loquace. Come quelli che hanno appena avuto

una disgrazia e sono abituati alle disgrazie.

Anzi, ha bisogno, lui, di parlare:

tanto che ti parla anche se tu non lo interroghi.

Quanta inutile buona educazione!

Non sono mai stato maleducato una volta nella mia vita.

Avevo il tratto staccato dalle cose, e sapevo tacere

Per difendermi, dopo l'ironia, avevo il silenzio.

Padre nostro che sei nei Cieli:

sono diventato padre, e il grigio degli alberi

sfioriti, e ormai senza frutti,

il grigio delle eclissi, per mano tua mi ha sempre difeso.

Mi ha difeso dallo scandalo, dal dare in pasto
agli altri il mio potere perduto.
Infatti, Dio, io non ho mai dato l'ombra di uno scandalo.
Ero protetto dal mio possedere e dall'esperienza
del possedere, che mi rendeva, appunto,
ironico, silenzioso e infine inattaccabile come mio padre.

Ora tu mi hai lasciato.

Ah, ah, lo so ben io cosa ho sognato

Quel maledetto pomeriggio! Ho sognato Te.

Ecco perché è cambiata la mia vita.

E allora, poiché Ti ho,

che me ne faccio della paura del ridicolo?

I miei occhi sono divenuti due buffi e nudi

lampioni del mio deserto e della mia miseria.

Padre nostro che sei nei Cieli!

Che me ne faccio della mia buona educazione?

Chiacchiererò con Te come una vecchia, o un povero

operaio che viene dalla campagna, reso quasi nudo

dalla coscienza dei quattro soldi che guadagna

e che dà subito alla moglie - restando, lui, squattrinato,

come un ragazzo, malgrado le sue tempie grigie

e i calzoni larghi e grigi delle persone anziane...

chiacchiererò con la mancanza di pudore

della gente inferiore, che Ti è tanto cara.

Sei contento? Ti confido il mio dolore;

e sto qui a aspettare la tua risposta

come un miserabile e buon gatto aspetta

gli avanzi, sotto il tavolo: Ti guardo, Ti guardo fisso,

come un bambino imbambolato e senza dignità.

La buona reputazione, ah, ah!

Padre nostro che sei nei Cieli,

cosa me ne faccio della buona reputazione, e del destino

- che sembrava tutt'uno col mio corpo e il mio tratto -

di non fare per nessuna ragione al mondo parlare di me?

Che me ne faccio di questa persona

così ben difesa contro gli imprevisti?
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