Diario di uno spirito che vuole salvarsi

La Setta Dei Poeti Estinti.
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Diario di uno spirito che vuole salvarsi

Messaggioda Mr. Umano » 13/02/2017, 3:13



Metti che per caso un giorno ti alzi, esci con gli amici, uno di loro fa una battutina fuori luogo e tu te la prendi, così cominci a pensare di essere come ti credono gli altri, cominci ad aver paura dei giudizi e diventi insicuro.
E metti che per caso un giorno vai a scuola, hai una verifica scritta, tua madre ti chiede un 8 ma tu prendi un'insufficienza, così hai paura di averla delusa e ti senti inadeguato.
E metti che per caso non riesci a legare con le persone, te ne fai una colpa, rimani solo, così ti isoli in casa e rimani in compagnia dei tuoi pensieri negativi che vanno a 1000 pensieri al minuto.
E metti che per caso cominci a giocare tennis, fai la preparazione, arrivano le prime gare ma giochi male, così pensi erroneamente che gli sforzi in allenamento non sono serviti, perdi l'interesse per tutto quello che richiede uno sforzo mentale o fisico e diventi apatico.
E metti anche che per caso una persona che credi di amare ti ferisce, così fai l'errore di smettere di voler bene alle persone.
Metti che un giorno ti alzi e per caso non ti piace più la tua vita, non sopporti più le tue emozioni, così cominci a pensare di farla finita.

Queste elencate non sono mie esperienze personali, sono solo casi messi a caso, ma la sofferenza in un certo senso comincia sempre casualmente, però poi noi decidiamo di farla diventare costante.
Molte persone non sanno cosa vuol dire soffrire, essere depressi, non accettarsi, e magari ti fanno anche la battutina, tipo "mamma mia quanto sei depresso!" o "ma quanto sei asociale", ecc...
Ecco, a queste persone io non auguro di passare l'inferno come l'ho fatto io e molti altri del forum, non lo farei mai, ma metti che per caso... ;)

Scherzi a parte, non ricordo il momento preciso in cui sono uscito dalla sofferenza o comunque ho cominciato a combatterla, ma ricordo che è stato circa un anno fa, quindi questa la dedico al mio anniversario di ribellione alla negatività che è in me.
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Messaggioda Mr. Umano » 14/02/2017, 3:04



Mr. Umano ha scritto:Metti che per caso un giorno ti alzi, esci con gli amici, uno di loro fa una battutina fuori luogo e tu te la prendi, così cominci a pensare di essere come ti credono gli altri, cominci ad aver paura dei giudizi e diventi insicuro.
E metti che per caso un giorno vai a scuola, hai una verifica scritta, tua madre ti chiede un 8 ma tu prendi un'insufficienza, così hai paura di averla delusa e ti senti inadeguato.
E metti che per caso non riesci a legare con le persone, te ne fai una colpa, rimani solo, così ti isoli in casa e rimani in compagnia dei tuoi pensieri negativi che vanno a 1000 pensieri al minuto.
E metti che per caso cominci a giocare tennis, fai la preparazione, arrivano le prime gare ma giochi male, così pensi erroneamente che gli sforzi in allenamento non sono serviti, perdi l'interesse per tutto quello che richiede uno sforzo mentale o fisico e diventi apatico.
E metti anche che per caso una persona che credi di amare ti ferisce, così fai l'errore di smettere di voler bene alle persone.
Metti che un giorno ti alzi e per caso non ti piace più la tua vita, non sopporti più le tue emozioni, così cominci a pensare di farla finita.

Queste elencate non sono mie esperienze personali, sono solo casi messi a caso, ma la sofferenza in un certo senso comincia sempre casualmente, però poi noi decidiamo di farla diventare costante.
Molte persone non sanno cosa vuol dire soffrire, essere depressi, non accettarsi, e magari ti fanno anche la battutina, tipo "mamma mia quanto sei depresso!" o "ma quanto sei asociale", ecc...
Ecco, a queste persone io non auguro di passare l'inferno come l'ho fatto io e molti altri del forum, non lo farei mai, ma metti che per caso... ;)

Scherzi a parte, non ricordo il momento preciso in cui sono uscito dalla sofferenza o comunque ho cominciato a combatterla, ma ricordo che è stato circa un anno fa, quindi questo messaggio lo dedico al mio anniversario di ribellione alla negatività che è in me.
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Messaggioda Mr. Umano » 14/02/2017, 3:46



Dovevo fare una modifica ed invece ho citato...
Sono un imbranato.
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Messaggioda Mr. Umano » 06/07/2017, 1:53



Il paradosso è che per vivere in questo inferno bisogna anche vendere l'anima al diavolo.
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Messaggioda Ice- » 10/09/2018, 16:33



La morte nasce con la vita.
La vita termina con la morte.

Se la vita è mistero,
Anche la morte lo è.

Ma è la vita il bianco e la morte il nero,
O la morte il bianco e la vita il nero?
Ed è il bianco il puro, e il nero l'oscuro,
O è il nero ad illuminare, e non il bianco?

Chissà.
Chissà se la vita è morte, o la morte è vita.
Chissà se si nasce per vivere, per morire per sempre,
O per morire, per vivere per sempre.

_____________________________

Quindi, cos'è per te vivere?
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Messaggioda White Rabbit » 10/09/2018, 20:12



Ice- ha scritto:La morte nasce con la vita.
La vita termina con la morte.

Se la vita è mistero,
Anche la morte lo è.

Ma è la vita il bianco e la morte il nero,
O la morte il bianco e la vita il nero?
Ed è il bianco il puro, e il nero l'oscuro,
O è il nero ad illuminare, e non il bianco?

Chissà.
Chissà se la vita è morte, o la morte è vita.
Chissà se si nasce per vivere, per morire per sempre,
O per morire, per vivere per sempre.

_____________________________

Quindi, cos'è per te vivere?


è una citazione di qualcuno, o è tua?
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Messaggioda Ice- » 10/09/2018, 21:25



Mia
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Messaggioda unbound » 11/09/2018, 1:25



La felicità vera è duratura, non momentanea, e dura fin quando non smetti per tua volontà di essere felice, però la felicità vera si raggiunge solo con calma e pazienza

Cos'è per te la felicità?
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Messaggioda White Rabbit » 11/09/2018, 7:51



Ice- ha scritto:Mia


Bella, mi è piaciuta!
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Messaggioda Ice- » 11/09/2018, 10:19



unbound ha scritto:La felicità vera è duratura, non momentanea, e dura fin quando non smetti per tua volontà di essere felice, però la felicità vera si raggiunge solo con calma e pazienza

Cos'è per te la felicità?


Se la felicità vera deve essere duratura, infinita, allora credo proprio che non esista.
Leopardi diceva che l'uomo era costantemente alla ricerca del piacere, della felicità, ma un piacere eterno, che resta per sempre. E questo è impossibile, perché noi siamo finiti e tutto ciò che ci circonda è limitato. Quindi come può esistere qualcosa di infinito, in questa gabbia?
Io credo che quel che gli altri definiscono felicità sia una condizione mentale, un autoinganno, che l'uomo da sè, cosciente o incosciente, si è imposto: "Ho un obiettivo, se lo raggiungo starò così". Obiettivo=Felicità. Non condivido. Se per essere felici, bisogna trasformare la propria vita in una scala, in gradini su gradini da salire, no, non condivido..

E riguardo alla volontà... Noi abbiamo possibilità di scelta?
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