E’ buio fuori. Melodico e spensierato, il vento gioca tra le strade; lo sento nuotare nella Senna, correre sulle scale della Tour. Lo sento arrivare in cima e buttarsi giù, a precipizio, per poi sfrecciare tra le sfarzose vetrine illuminate degli Champs Elysées. Lo sento ballare sotto le mura dell’Arc de Triomphe per poi svanire come un anello di fumo, nel mondo.
Ti vedo li, seduta in uno dei tanti tunnel che percorrono la Parigi di sotto.
“Hai sessant’anni” penso; ma forse la vita, ti ha invecchiata prima.
In lontananza, odo uno stridere di freni, l’inconfondibile scricchiolio dei vagoni che provano ad arrestare la loro corsa.
Ti guardo, mentre fumi quella sigaretta stropicciata, gli occhi persi nel nulla in fronte a te.
La tua Vita ti siede accanto, su quel pavimento sporcato da mille passi. E’ racchiusa in due borse di tela sgualcite e in un logoro sacchetto di plastica. La guardi con vividi occhi feriti mentre ti alzi a raccogliere il tuo mondo. La sigaretta ti cade dalla bocca, mentre ti avvii verso le rotaie. La ignori, come tanti hanno fatto con te, passandoti accanto; come tutti hanno fatto con te, passandoti accanto. Il treno ti passa davanti e per un attimo ti perdo di vista. Sali su uno dei tanti vagoni e ti guardi in giro spaesata, come se fossi in una casa che non conosci.
Ti siedi su uno dei sedili e sospiri guardando fuori dagli opachi finestrini.
Per un istante i nostri sguardi si incrociano e mentre il mio cuore si ferma in quel brevissimo attimo, i tuoi occhi sembrano non scorgermi, ritornando a perdersi nel vuoto.
Il tuo treno riparte, sento arrivare il mio.
Vedo scomparire il tuo volto nelle prospettive degli occhi.
Bonne chance Madame.