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Le angosce di Jules Renard

MessaggioInviato: 30/09/2014, 9:02
da Baraddur
“Passo un brutto momento. Tutti i libri mi disgustano. Non faccio niente. Mi accorgo più che mai di non servire a niente. Sento che non concluderò nulla, e queste righe che sto scrivendo mi sembrano puerili, ridicole e anche, e anzi soprattutto, assolutamente inutili. Come me la caverò? Ho una risorsa: l’ipocrisia. Resto chiuso in camera mia per delle ore, e tutti credono che io lavori. Forse mi si compiange, forse qualcuno mi ammira per questo, e io invece mi annoio e sbadiglio, l’occhio pieno di riflessi gialli, i riflessi dell’itterizia della mia biblioteca. Ho una moglie che è una creatura dolce, forte e piena di vita, un bambino che formerebbe il vanto di un concorso di bellezza infantile, e non ho la più piccola forza per godere di tutto ciò. So che questo stato d’animo non può durare. Tornerò ad avere speranze, sarò nuovamente coraggioso, farò un nuovo sforzo. Magari queste confessioni servissero a qualcosa! Se più tardi io potessi diventare un grande psicologo! Ma non mi credo abbastanza vitale. Morirò prima del tempo, o mi arrenderò, e diventerò un ubriacone, alcoolizzato di fantasticherie. Sarebbe meglio spaccar le pietre e zappare la terra. Passerò dunque tutta la mia vita, corta o lunga, a ripetermi che sarebbe stato meglio esser stato un’altra cosa? Perchè questo altalenare della nostra anima, questo va e vieni dei nostri entusiasmi? Le nostre speranze sono come le onde del mare: quando si ritirano lasciano a nudo un mucchio di cose nauseabonde, di conchiglie fetide e di granchi; di granchi morali, puzzolenti, dimenticati dal mare, che si strascinano di sghembo per ritrovare l’onda. Nulla è più sterile vita di un letterato che non “arriva”! Mio Dio! Io sono intelligente, più intelligente di molti altri. E’ evidente, perchè leggo senza addormentarmi La tentation de Saint Antoine di Flaubert. Ma questa intelligenza è come un’acqua che scorre inutile e sconosciuta, e che non ha ancora trovato il suo mulino. Si, è così: io non ho ancora trovato il mio mulino. Lo troverò mai?”

Jules Renard

Le angosce di Jules Renard

MessaggioInviato: 30/09/2014, 9:04
da Royalsapphire
...Lo avrà poi trovato il suo mulino? Era chiaramente l'Amore.

Le angosce di Jules Renard

MessaggioInviato: 19/12/2015, 8:17
da Baraddur
Royalsapphire ha scritto:...Lo avrà poi trovato il suo mulino? Era chiaramente l'Amore.


Amore verso se stesso, o verso qualche passione che gli desse un senso, forse, in quanto nel brano fa riferimento a una moglie "che è una creatura dolce", e si vanta indirettamente del suo bambino. Per altri quel mulino potrebbe essere altro, ma nel suo caso direi che è così.