crisbil ha scritto:Uno sforzo è ripagato.. solo se dall'esito dei tuoi sforzi sei soddisfatta tu.
(Gli altri - il resto - non c'entrano niente.)
crisbil ha scritto:C'è solo una soluzione: tu prova ad impegnarti al meglio e vedi cosa ne ricavi.
Se ne ricavi soddisfazione e gratificazione, allora continui.
Altrimenti molli.
That's all.
SmileSmileSmile ha scritto:Io credo che indipendentemente dalle risposte che ti possiamo dare noi e dall'eventualità che i tuoi sforzi potrebbero non essere ripagati, ti convenga assolutamente dare il massimo perlomeno in quest'ultimo periodo. Facendolo per te stessa, però, più che per loro.... anche perché tutto ciò che fai in questi mesi ti varrà comunque come una palestra di vita, quando deciderai di iscriverti all'Università.
Quello che forse non ho messo bene in chiaro, è che a me
non interessa migliorare
per me stessa.
Io non sono una persona che riesce a vedere a lungo... guardo soltanto al presente, e il presente non necessita cambiamenti:
1) non devo diventare autonoma, perché tanto sto a casa con i miei e sono servita e riverita;
2) non devo migliorare a scuola perché tanto sto al primo quadrimestre, inoltre ormai mi hanno incasellata nei voti che ho, e quindi seppure provassi a migliorare, non credo otterrei granché;
3) beh... al momento non mi vengono altri esempi.
Mi spiego: so che i cambiamenti che dovrei apportare al mio comportamento (es. dovrei smettere di procrastinare sempre tutto, come ho scritto anche in altri post) serviranno per il futuro (neppure tanto lontano, tra l'altro) ma non riesco comunque a trovare la motivazione, perché il presente è (sembra) tranquillo e accomodante.
L'unico stimolo a migliorare lo ho nel momento in cui una data di scadenza (es. un compito o un'interrogazione, ma il discorso non è necessariamente limitato solo alla scuola) si è avvicinata a tal punto da rendere urgente la faccenda che devo sbrigare (es. studiare, appunto).
Ma poi, una volta passata la necessità momentanea, lascio la presa... e la riprendo solo quando, nuovamente, sto con l'acqua alla gola.
E poi lascio nuovamente la presa... e così via.
Sostanzialmente non imparo dai miei errori.
Quindi, per stringere, non è per me stessa che vorrei migliorare, perché per me stessa io resterei comodamente al computer tutto il giorno a non far nulla, tutti i giorni. Non sono una persona attiva, intraprendente o cose simili.
So che una vita così è impossibile, ma non riesco a trovare la spinta a cambiare dentro di me, perché ho bisogno di "pericoli" esterni per svegliarmi dal torpore.
In sintesi, dunque, dipendo necessariamente dall'esterno... e in questo caso dai professori. In altri casi, poi, ovviamente la situazione cambia a seconda del contesto.
Alla fine il mio desiderio di miglioramento è mosso
soltanto da fattori esterni.
1) Mi sono stancata del fatto che la gente sia più brava di me, quando credo che
forse, se mi impegnassi di più, potrei essere migliore (o forse no... e questa incertezza mi blocca).
2) Mi sono stancata di deludere la mia famiglia.
3) Mi sono stancata di passare per una stupida (anche se, suppongo si capisca da ciò che scrivo, effettivamente lo sono).
Però migliorare implica cambiamenti comportamentali radicali, e
1) Ho paura che sia troppo difficile.
2) Ho paura che sia tutto inutile.
3) Ho paura di fallire ugualmente, nonostante un maggiore impegno e una maggiore costanza. (Quindi sostanzialmente il punto 3 è legato al punto 2).
Credo di essere stata abbastanza confusionaria in questo post... ma vabbe', spero di avervi risposto in modo quantomeno minimamente comprensibile...