L'importanza di farsi un nome

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L'importanza di farsi un nome

Messaggioda Il Cavaliere Oscuro » 27/01/2014, 19:00



Per me c'è da fare una distinzione, io sono più terra terra nel parlare, perdonatemi se non userò chissà quali parole, non ne sono capace.
Per me quello che intende Royal è un discorso più semplice.
D'accordo con voi che in certe situazioni, per certi tipi di problemi, seri, sia necessaria una figura professionale, giustamente come dice Vanitas se fossero professioni inutili perchè tanto potremmo badare sul nostro amico/famigliare in ugual maniera, non avremmo casi in cui grazie a questi medici molta gente è riuscita ad uscire da un tunnel che sembrava non avere una fine, anche se magari l'amico ci sosteneva e ci diceva di stare sereni che prima o poi e con un pizzico di volontà tutto si sarebbe sistemato.

Quello che invece secondo me è diverso, è che non esistono solo questi casi estremi, dove devono intervenire queste persone, ma più comunemente nella vita di tutti i giorni, capita a volte di dare o ricevere (io tante volte sono il primo) dei consigli ma ascoltarli senza applicarli, ma questo dipende principalmente perchè (almeno per me è così) a volte ci vengono dati da persone che sono conoscenti e basta, anche stretti, ma conoscenti, dei quali dunque ci fidiamo fino a un certo punto.
Se è un Amico invece la cosa cambia, ma molti, di queste figure, ne sono sprovvisti e quindi si rifanno sugli esperti.

È vero che la stessa Royal parlava di "figure" del mestiere e io invece mi sono un po' allontanato dal discorso base, ma credo che il mio esempio sia riconducibile al senso del messaggio.
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Messaggioda Shūryōmaru » 27/01/2014, 19:36



Il Cavaliere Oscuro ha scritto:
Quello che invece secondo me è diverso, è che non esistono solo questi casi estremi, dove devono intervenire queste persone, ma più comunemente nella vita di tutti i giorni, capita a volte di dare o ricevere (io tante volte sono il primo) dei consigli ma ascoltarli senza applicarli, ma questo dipende principalmente perchè (almeno per me è così) a volte ci vengono dati da persone che sono conoscenti e basta, anche stretti, ma conoscenti, dei quali dunque ci fidiamo fino a un certo punto.
Se è un Amico invece la cosa cambia, ma molti, di queste figure, ne sono sprovvisti e quindi si rifanno sugli esperti.

È vero che la stessa Royal parlava di "figure" del mestiere e io invece mi sono un po' allontanato dal discorso base, ma credo che il mio esempio sia riconducibile al senso del messaggio.



Infatti è proprio per questo che ci si rifugia da costoro;l'aiuto di un vero amico non consiste semplicemente nel propinarti due frasi fatte e poi andarsene bensì nello starti vicino (fisicamente e non virtualmente!!) il più possibile nel momento del bisogno,fino a che non si nota un qualche miglioramento e lo stesso discorso vale per chiunque provi ad ascoltarci e a darci consigli: se davvero bastasse un semplice discorsetto a darci lo sprint per risolvere tutti i nostri problemi,la vita non sarebbe così ostica.
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Messaggioda Il Cavaliere Oscuro » 27/01/2014, 19:45



Sono d'accordo, anche io parlo di persone che rimangono (fisicamente!) a fianco di noi per aiutarci.
Possono essere figure appunto esperte, per chi suo malgrado non ha altro, come però anche un Amico con la A maiuscola, quindi non per forza professionale.
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Messaggioda BetterOffDead » 29/01/2014, 1:40



Nonostante siamo nel 2014, epoca in cui internet è diventato il mezzo di comunicazione che più facilmente passa da tutte le classi sociali, e che per questo ci si aspetterebbe che ci fosse più cultura in giro, ebbene, non è poi così vero.
Mi è capitato di incontrare gente (e ciò continua a capitarmi), che segue solo le parole che le vengono dette da "figure" del mestiere.
Mi spiego meglio con un esempio.
Ho una paziente che soffre di ansia e scarsa autostina, legate - ovviamente - ad una infanzia in cui i genitori non l'avevano fatta sentire amata.
Le ho dato alcuni suggerimenti chiave. Ma notavo chiaramente che da un orecchio le entravano e dall'altro le uscivano.
Un giorno mi racconta con allegria che era andata da un terapeuta che le aveva aperto gli occhi, e mi dice le parole esatte che le avevo detto io!
Vero è, che conta molto anche come si dicono le cose. Ma in questo caso, non c'è stata alcuna differenza in merito. L'unica differenza era che le medesime parole le erano state ripetute da una persona riconosciuta esperta.
E di questi episodi ne ho visti tantissimi e continuo a vederli!


mh. improvvisarsi terapeuta senza essere 'del mestiere', con le competenze del caso, può essere rivelarsi dannoso come giocare a fare il chirurgo senza conoscenze (... e ne abbiamo visto qualche 'esempio' qui). invito anche a tenere conto che si fa passare una visione 'non idonea' della psicoterapia illudendo che esaurisca il suo compito in un discorso.. sono d'accordo con kiono, è un itinerario che non suggerisce soluzioni immediate, piuttosto è un percorso utile a sperimentare costruzioni dei nostri pensieri 'disadattativi' per correggerne il tiro (e per la gestione di un percorso del genere è indispensabile avere conoscenze accademiche.. il titolo fa la sua parte, anche se non la fa del tutto). pensare anche che ogni problema nasca dal contesto famigliare è un cliché.. diffondere idee semplicistiche su pratiche mediche è disinformazione e può scoraggiare le persona a intraprendere percorsi professionali quando, forse, sarebbero necessari..

nella nostra farmacia invitiamo la gente a scegliere i fiori di Bach che rispondono ai loro bisogni. Viene una donna sui 40 anni, madre di famiglia sconvolta nel leggere che il paziente può scegliere da sé i fiori da assumere dal momento che solo il suo terapeuta può sapere di cosa ha bisogno! Chissà tra me e lei chi era più sconvolta alla fine!!


e per parlare di informazione, gli 'studi a doppio cieco' sui fiori di bach ne hanno dimostrato la completa inutilità.. consigliarne l'assunzione ad una persona che potrebbe soffrire di depressione può causare gravi danno perché mentre lei penserebbe di far 'miglioramenti' dovuti al placebo, la patologia non farebbe che peggiorare. se si volesse sinceramente fare informazione, si dovrebbe mettere in guardia da rimedi fallaci e dannosi... usare il 'cervello' significa anche discernere i rimedi utili da quelli che non lo sono, e distinguere quali sono le figure competenti (accademicamente e 'empaticamente) da quelle che non lo sono.
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Messaggioda Royalsapphire » 29/01/2014, 9:26



Nessuno ha l'obbligo di prendere niente.
Le sostanze di quel tipo (naturali) sono a disposizione di chi le chiede.
Certo, meglio proporre una sostanza naturale che un ansiolitico chimico che rende a vita dipendenti. Ma questo è un altro discorso.
I fiori di Bach sono sostanze naturali, concepiti da un medico, per l'appunto Bach. Che poi non rispondano a test scientifici è risaputo. Ma se la gente li vuole, saranno pure fatti loro? Chi ritorna dice che hanno funzionato. Sarà effetto placebo? Anche se fosse (probabile), l'importante è che ne abbiano avuto giovamento. Giovamento che, ribadisco, proverrebbe da sostanze che non danno alcun effetto collaterale, e non da psicofarmaci.

Quanto "all'improvvisarsi terapeuta", è un'affermazione del tutto fuori luogo. Dare consigli sulla salute quando ci vengono richiesti non è solo questione di morale quanto di rispettare il codice deontologico; i farmacisti sono tenuti a supportare la persona se questi si rivolge a loro, nei limiti delle proprie possibilità (ovviamente non si dispensano psicofarmaci in maniera randomica! Anche perché il farmacista non ha il titolo per farlo).

Meglio un farmacista che si improvvisa terapeuta dando consigli non nocivi piuttosto che un terapeuta con tutti i titoli che prescrive a un ragazzo un ansiolitico (questa volta sì, è il caso di dirlo, in maniera randomica) senza neanche ascoltarlo due minuti, non sapendo qual è la differenza tra compresse e gocce, e non disturbandosi di metterlo al corrente dei gravi effetti collaterali, tra l'altro senza fare il minimo tentativo di aiutarlo a risolvere i suoi problemi senza medicine!

Tutto questo, ad ogni modo, è off topic!

PS: genesi della patologia dal contesto famigliare è un cliché? Di cosa stiamo parlando?
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Messaggioda Naoki » 30/01/2014, 15:43



L'importanza di farsi un nome credo che derivi dai ragionamenti che si facevano anni fa.
Siccome non si usava la rete, la gente aveva un'altro modo di pensare, lavorare, ecc e chi diventava bravo in qualcosa lo era realmente e dava effettivamente servizi o prodotti migliori degli altri non perché gli fregava le idee o per pubblicità ma perché si era realmente dato da fare e la gente andava di passaparola.
Oggi la situazione è diversa, contano cose come l'esclusività, la moda, l'apparenza e la gente tende a fidarsi di più di chi è più congeniale per loro.
Esempio una vecchietta che va a comprare la verdura si fiderà di più di una persona vestita in modo normale che dice che coltiva BIO perché ha studiato che non di un contadino magari burbero che dice che lavora la terra allo stesso modo da 50 anni, quando molto probabilmente il primo gli sta tirando un pacco enorme.
Senza contare che molti agiscono così solo per non essere emarginati dagli altri, guarda i bambini a scuola...
Quindi che ci vuoi fare, la società di oggi è basata tutto sulla competizione e la gente è sempre più scema, non disinformata, ma proprio indottrinata a pensarla in una certa maniera, ovvero che chi non ha un determinato pezzo di carta in mano o un ruolo di prestigio è un totale idiota, quindi si arriva a questi comportamenti fastidiosissimi e di assoluta ignoranza.
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Messaggioda Baraddur » 31/01/2014, 10:12



Royalsapphire ha scritto: Nessuno ha l'obbligo di prendere niente.
Le sostanze di quel tipo (naturali) sono a disposizione di chi le chiede.
Certo, meglio proporre una sostanza naturale che un ansiolitico chimico che rende a vita dipendenti. Ma questo è un altro discorso.


Se la "sostanza naturale" è inerte, non ha nessuna azione degna di nota, allora è come dare una pillola di zucchero, un placebo, e cos'è il placebo se non una piccola spinta alla motivazione, all'umore, facendo avere a quella persona più fiducia in sè stessa? allora meglio evitare di vendere a quella persona aria fritta facendole credere che sia qualcosa di efficace, perchè sarebbero meglio un consiglio, o delle parole, o la psicoterapia, che oltre all'illusione e al breve aumento di motivazione che può ricevere dal placebo, abbiano anche un'applicazione concreta nella gestione della sua vita e possibilmente un effetto più duraturo.

Royalsapphire ha scritto: I fiori di Bach sono sostanze naturali, concepiti da un medico, per l'appunto Bach. Che poi non rispondano a test scientifici è risaputo.


Sottolineando che Edward Bach era un medico, non stai cadendo tu stessa nell'errore di associare il fatto che Bach avesse questo titolo accademico, alla conseguenza che di quello che sosteneva ci si può fidare? Magari lui è proprio uno di quelli che non faceva bene il suo mestiere, infatti le teorie di Bach non sono state riconosciute dalle ricerche che le hanno prese in esame, quindi da altre migliaia di ricercatori, medici, farmacologi, dalla comunità scientifica. Credo che di ciò che sostiene la stragrande maggioranza della comunità scientifica ci si dovrebbe fidare, se non altro perchè i progressi della scienza si vedono nella vita di tutti i giorni. Di naturali esistono anche veleni.
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Messaggioda Royalsapphire » 31/01/2014, 10:25



No, conosco la vita di E. Bach ed era un esempio vivente di amore per la vita!
Ha dedicato tutto il suo tempo e i suoi sforzi alla cura delle malattie. Trovò sette vaccini in base ai bacilli che riuscì a identificare. Gli scoprirono un cancro e gli prognosticarono 3 mesi di vita, ma lui continuò a fare ricerche (i sette vaccini li trovò essendo già cosciente di avere il cancro). Lo affascinava molto lo studio della mente, perché visse nel periodo della psicoanalisi di Freud, periodo in cui appunto si scoprì che dietro un disturbo fisiologico spesso esistono delle turbe emotive, ovvero patologie caratteriali. Bach era cosciente del fatto che la mente, attraverso il sistema nervoso, controlla tutti gli organi e i tessuti del corpo e volle cercare un rimedio per calmare le turbe emotive.
Un uomo che dedica la propria vita al servizio degli altri così come ha fatto lui non può non essere degno di nota e ammirazione.
Se i Fiori di Bach sono sopravvissuti dal 1935 ad oggi qualcosa di buono devono farla, o sarebbero già stati tolti dal commercio per manifesta inutilità. E se per la scienza si tratta di effetto placebo, ripeto, è un effetto che fa solo bene, magari meglio di semplici parole che spesso ignoriamo. E non si pone il problema della dipendenza. Chi li prende non li prende certo a vita come succede spesso, invece, con farmaci come alprazolam (xanax) e lormetazepam.
Quanto al vendere sostanze alla gente che tu critichi sopra, le farmacie sono nate per dispensare sostanze, nessuno obbliga la gente a entrarci!
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Messaggioda Baraddur » 31/01/2014, 12:28



Royalsapphire ha scritto:No, conosco la vita di E. Bach ed era un esempio vivente di amore per la vita!
Ha dedicato tutto il suo tempo e i suoi sforzi alla cura delle malattie.

Un uomo che dedica la propria vita al servizio degli altri così come ha fatto lui non può non essere degno di nota e ammirazione.


Il fatto che fosse animato da nobili intenzioni non è garanzia dell'efficacia dei rimedi da lui proposti.

Royalsapphire ha scritto: Trovò sette vaccini in base ai bacilli che riuscì a identificare. Gli scoprirono un cancro e gli prognosticarono 3 mesi di vita, ma lui continuò a fare ricerche (i sette vaccini li trovò essendo già cosciente di avere il cancro).


Leggo proprio adesso che anche i sette vaccini, chiamati nosode, non sono riconosciuti come efficaci dalle evidenze scientifiche e il loro uso è confinato a pratiche omeopatiche, ovvero questi vaccini non vaccinano un bel niente.

Royalsapphire ha scritto: Bach era cosciente del fatto che la mente, attraverso il sistema nervoso, controlla tutti gli organi e i tessuti del corpo e volle cercare un rimedio per calmare le turbe emotive.


Ci riuscì? Le prove dicono di no. La scienza non spiegherà tutto, ma questo è qualcosa di indagabile e che è stato più volte indagato.

Royalsapphire ha scritto: Se i Fiori di Bach sono sopravvissuti dal 1935 ad oggi qualcosa di buono devono farla, o sarebbero già stati tolti dal commercio per manifesta inutilità. E se per la scienza si tratta di effetto placebo, ripeto, è un effetto che fa solo bene, magari meglio di semplici parole che spesso ignoriamo. E non si pone il problema della dipendenza. Chi li prende non li prende certo a vita come succede spesso, invece, con farmaci come alprazolam (xanax) e lormetazepam.


Potrebbero diventare dannosi in modo indiretto, dal momento che fanno perdere del tempo e dei soldi a della gente che pensa di poterne beneficiare, del tempo che potrebbe essere impiegato in maniera più opportuna, evitando eventuali peggioramenti per il ritardo dovuto a questi rimedi. Secondo le ricerche non c'è differenza tra placebo e questo rimedio, che quindi non è altro che un diverso tipo di placebo. Chi lo ha detto che chi li prende non li prende a vita? Potrebbe benissimo farlo, perchè potrebbe diventarne dipendente psicologicamente, illudendosi di riceverne un beneficio ogni volta che ne assume, così come chi è dipendente da gioco d'azzardo prova piacere, vero, reale, quando fa una scommessa. Un bambino piccolo che impaurito piange, smette di piangere quando è rassicurato dai genitori, che magari per farlo distrarre gli promettono di accompagnarlo a vedere un film per bambini o di preparargli il piatto preferito... questo è un esempio eclatante di quello che può accadere ad ogni persona, rassicurandosi o venendo rassicurata. Certo non si può far sparire uno stato d'animo solo con la forza di volontà e in un attimo, ma un minimo di controllo le persone ce l'hanno, o perlomeno possono distrarsi. La gente come può ignorare un consiglio può benissimo ignorare anche l'effetto placebo. Posso anche condividere le critiche alle leggerezze o alle esagerazioni di certi medici, ma questo non vuol dire che di conseguenza vanno giustificate certe pratiche che non hanno nessuna prova di efficacia.


Royalsapphire ha scritto: Quanto al vendere sostanze alla gente che tu critichi sopra, le farmacie sono nate per dispensare sostanze, nessuno obbliga la gente a entrarci!


La mia critica era limitata ai fiori di Bach, non era rivolta alle farmacie in quanto tali.
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Messaggioda Royalsapphire » 31/01/2014, 13:05



Baraddur ha scritto:Il fatto che fosse animato da nobili intenzioni non è garanzia dell'efficacia dei rimedi da lui proposti.


Infatti la mia era una risposta alla tua affermazione: "Sottolineando che Edward Bach era un medico, non stai cadendo tu stessa nell'errore di associare il fatto che Bach avesse questo titolo accademico, alla conseguenza che di quello che sosteneva ci si può fidare?". Parlavo di dedizione e passione (a prescindere dai risultati) che andavano ben oltre i titoli.

Baraddur ha scritto:Leggo proprio adesso che anche i sette vaccini, chiamati nosode, non sono riconosciuti come efficaci dalle evidenze scientifiche e il loro uso è confinato a pratiche omeopatiche, ovvero questi vaccini non vaccinano un bel niente.


Vale lo stesso discorso dei Fiori, ovviamente. Dove ho scritto che i Fiori di Bach e quei vaccini sono il rimedio universale a tutti i problemi dell'umanità?
In farmacia, o comunque in generale, vedo/ascolto gente che è evidentemente sana, magari solo sotto stress e che VUOLE (cioè, lo chiede esplicitamente) un rimedio naturale. VUOLE assumere qualcosa perché è convinta di essere malata quando invece non lo è. E' fin troppo ovvio che non consiglierei mai i Fiori di Bach o qualunque altra sostanza analoga ad un soggetto con turbe emotive/psichiche reali, che vanno curati a seconda della natura e delle cause con una terapia psicologica e/o con una terapia farmacologica adeguata (e non formulata in maniera superficiale senza neanche verificare di cose il paziente abbia bisogno, e se ne ha effettivamente bisogno)

Baraddur ha scritto:Ci riuscì? Le prove dicono di no. La scienza non spiegherà tutto, ma questo è qualcosa di indagabile e che è stato più volte indagato.


Probabilmente no, o meglio, non nella misura in cui si possa dire che i suoi rimedi hanno efficacia rilevante, che vada significativamente oltre il placebo.

Baraddur ha scritto:Potrebbero diventare dannosi in modo indiretto [...]


Questo è un discorso che condivido solo per quei casi in cui il paziente è realmente affetto da una patologia (leggi quanto ho detto poco sopra). Per gli altri, è vero proprio il contrario. Il medico spesso non verifica la sussistenza e il livello di significatività dei sintomi e parte subito in quarta con gli ansiolitici anche per casi in cui non ce ne sarebbe assolutamente bisogno. E ho testimonianze di soggetti che a causa di questa superficialità si sono letteralmente ROVINATI.

Comunque ripeto, stiamo andando un bel po' off-topic.
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