Come sopravvivere al lavoro...

e sul concetto di "Essere svegli"

Sfruttiamo questo spazio anche per parlare di scuola, di compagni, di colleghi, di materie. Chiediamo/diamo aiuto e spiegazioni su tutto ciò che concerne lo studio (scuola e università).
Inoltre, date le condizioni critiche in cui si trova l'Italia, ecco un forum che vuole raccogliere storie, idee, iniziative e proposte, qui e all'estero.

Come sopravvivere al lavoro...

Messaggioda FiorDiFragola » 05/03/2013, 17:30



Da un paio di giorni lavoro (sono in prova) al forno. Mi sforzo e faccio del mio meglio ma sono terribilmente lenta e verso la fine della giornata ho sempre tanto mal di schiena, sintomo delle tante ore rimasta in piedi.
Lavoro per il momento dalle 8 alle 13,30. Molte cose non le so fare e a volte mi sento come se fossi d'intralcio per gli altri. Proprio oggi ho saputo che una ragazza è stata licenziata perché troppo lenta.
La signora che impasta al forno ha detto che se non "mi sveglio" seguirò la sua stessa sorte, quindi devo necessariamente sorridere quanto non ne ho voglia, sgattaiolare qua e la anche per cose che potrei fare con molta calma (e che forse facendole con calma sarebbero fatte bene_ anche perché ieri per la fretta ho fatto cadere il pane e oggi mentre pulivo ho fatto cadere altre cose di cui non ho ben compreso l'utilità).
Il problema principale è che questo "svegliati" mi ossessiona da quando ero bambina. Dicono tutti devi essere sveglia e magari non si accorgono della terra bruciata che lasciano al loro passaggio.
Per esempio per mia madre (pace all'anima sua, ovunque sia) essere svegli corrispondeva a volte col correre come una matta oppure lagnarsi e fare i capricci fino a quando non si riusciva a ottenere quello che voleva.
Per i miei compagni di classe essere svegli significa seguire la massa. Invece per mia cognata essere svegli significa saper rispondere agli stimoli della realtà. Secondo lei io mi troverei in una sorta di limbo mentale_ non in senso spregiativo_ dovuto al fatto che la famiglia a posto di incoraggiarmi mi ha scoraggiata, quindi dovrei imparare a uscire dal guscio.
In questo posso dare ragione a mia cognata. Si io vivo in un guscio e mi viene difficile tirare fuori tutto quello che ho dentro per una lunga serie di motivi.
Anzitutto non mi piace far carico alla gente dei miei problemi (quando altre persone interne alla famiglia dovrebbero prendersi simili responsabilità, almeno da quando sono nata -.- ), poi spesso e volentieri tengo per me i segreti perché mi sono stati più e più volte rinfacciati; oltretutto ho una certa difficoltà a interagire con le persone che non conosco e non sono una persona che sorride in continuazione.
Forse dovrei sorridere di più, boh...

Conoscete qualche trucco per "svegliarsi" nella maniera opportuna?
Può essere un problema il fatto che la mente si affolli di pensieri più o meno negativi quando lavori (tipo l'ansia di essere licenziata o anche fatti attinenti alla propria vita quotidiana).
Mi date qualche consiglio?
<3
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Messaggioda Davy Jones » 05/03/2013, 18:16



Il lavoro si impara facendolo quindi è normale che all'inizio puoi fare errori ed essere un po' impacciata. L'importante è che apprendi da quello che fai, sia di positivo che di negativo. E' questione di abitudine, credo che anche per la schiena possa essere così.
Cerca di restare concentrata (senza diventare nevrotica) quando stai facendo un lavoro e di "essere presente" con la testa mentre lo fai e di essere reattiva. Farti rapire dai pensieri è la cosa peggiore che tu possa fare:
Può essere un problema il fatto che la mente si affolli di pensieri più o meno negativi quando lavori (tipo l'ansia di essere licenziata o anche fatti attinenti alla propria vita quotidiana).

Lo è. Mentre fai il pane non devi pensare a qualcosa che non c'entra nulla e non devi nemmeno pensare al fatto che potresti essere licenziata. Devi pensare a quanta farina devi metterci (sparo a caso, non so nulla), a fare la cottura giusta ecc... a come farlo bene e in tempi ragionevoli (sì, se lo fai calma e in 3 ore esce meglio, ma il tuo datore di lavoro chiude il giorno dopo), al "ok, l'altro ieri ho fatto quell'errore, adesso userò questo metodo così non succederà", ecc...
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Messaggioda StillWandering » 05/03/2013, 18:45



Può essere un problema il fatto che la mente si affolli di pensieri più o meno negativi quando lavori (tipo l'ansia di essere licenziata o anche fatti attinenti alla propria vita quotidiana).


Sicuramente questo influisce. Il fatto è che loro non sanno cosa ti giri per la testa, non sanno i tuoi pensieri. Esiste lo stress negativo ed esiste quello positivo. Evidentemente, i tuoi colleghi non sanno gestire lo stress in modo positivo, ma ti dirò che nell'ambito lavorativo è comune questa incapacità di gestione. Non sei tu a sbagliare. Da quello che ho capito, lavori nel campo dei forni, comunque della cucina, cioè un ambito in cui mi applico io. E sai una cosa? Non c'entra un c***o l'essere veloci. Io continuamente vedo cuochi che con il coltello fanno "tac tac tac" a frequenza maggiore di quella di una pulsar, a momenti, peccato che io mi prenda un caffè, schiacci un pisolino e ci metta lo stesso tempo per fare la stessa identica cosa, anzi meglio. Quello che conta non è essere veloci ma conoscere e amare ciò che si fa. Visto che tu mi pare che ami la cucina, ti posso dire che io lavo, spunto e taglio mezzo chilo di fagiolini in 5'. Perché? Perché conosco i fagiolini! Purtropo, von i forni capisco meno, ma la cosa non è affatto banale, ci sono un sacco di variabili. Quello che ti voglio dire è che, se impari a conoscere ciò su cui lavori, tu frattanto che ti fai caffè e pisolino loro forsennandosi ti staranno dietro. E questo sarà molto apprezzato per le tue future esperienze, perché ti porteranno più soldi. Poi chiaro, adesoo hai tutto da imparare, ma sii perseverante, abbbi pazienza e riuscirai.
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Messaggioda FiorDiFragola » 07/03/2013, 21:55



Davy Jones ha scritto:Il lavoro si impara facendolo quindi è normale che all'inizio puoi fare errori ed essere un po' impacciata. L'importante è che apprendi da quello che fai, sia di positivo che di negativo. E' questione di abitudine, credo che anche per la schiena possa essere così.
Cerca di restare concentrata (senza diventare nevrotica) quando stai facendo un lavoro e di "essere presente" con la testa mentre lo fai e di essere reattiva. Farti rapire dai pensieri è la cosa peggiore che tu possa fare:
Può essere un problema il fatto che la mente si affolli di pensieri più o meno negativi quando lavori (tipo l'ansia di essere licenziata o anche fatti attinenti alla propria vita quotidiana).

Lo è. Mentre fai il pane non devi pensare a qualcosa che non c'entra nulla e non devi nemmeno pensare al fatto che potresti essere licenziata. Devi pensare a quanta farina devi metterci (sparo a caso, non so nulla), a fare la cottura giusta ecc... a come farlo bene e in tempi ragionevoli (sì, se lo fai calma e in 3 ore esce meglio, ma il tuo datore di lavoro chiude il giorno dopo), al "ok, l'altro ieri ho fatto quell'errore, adesso userò questo metodo così non succederà", ecc...
StillWandering ha scritto:
Può essere un problema il fatto che la mente si affolli di pensieri più o meno negativi quando lavori (tipo l'ansia di essere licenziata o anche fatti attinenti alla propria vita quotidiana).


Sicuramente questo influisce. Il fatto è che loro non sanno cosa ti giri per la testa, non sanno i tuoi pensieri. Esiste lo stress negativo ed esiste quello positivo. Evidentemente, i tuoi colleghi non sanno gestire lo stress in modo positivo, ma ti dirò che nell'ambito lavorativo è comune questa incapacità di gestione. Non sei tu a sbagliare. Da quello che ho capito, lavori nel campo dei forni, comunque della cucina, cioè un ambito in cui mi applico io. E sai una cosa? Non c'entra un c***o l'essere veloci. Io continuamente vedo cuochi che con il coltello fanno "tac tac tac" a frequenza maggiore di quella di una pulsar, a momenti, peccato che io mi prenda un caffè, schiacci un pisolino e ci metta lo stesso tempo per fare la stessa identica cosa, anzi meglio. Quello che conta non è essere veloci ma conoscere e amare ciò che si fa. Visto che tu mi pare che ami la cucina, ti posso dire che io lavo, spunto e taglio mezzo chilo di fagiolini in 5'. Perché? Perché conosco i fagiolini! Purtropo, von i forni capisco meno, ma la cosa non è affatto banale, ci sono un sacco di variabili. Quello che ti voglio dire è che, se impari a conoscere ciò su cui lavori, tu frattanto che ti fai caffè e pisolino loro forsennandosi ti staranno dietro. E questo sarà molto apprezzato per le tue future esperienze, perché ti porteranno più soldi. Poi chiaro, adesoo hai tutto da imparare, ma sii perseverante, abbbi pazienza e riuscirai.


Ho messo in pratica i vostri consigli e per una giornata sono stata calma e mi sono divertita a lavorare (anche se sono tornata a casa con la schiena dolorante, ma chissene... :D ).
Quando ho finito il mio turno ho chiesto al proprietario se dovevo tornare la mattina e lui mi ha risposto:
«Va bene, ti faccio finire la settimana»
Quindi sono più che certa che da domani pomeriggio darò di nuovo disoccupata.
Ne ho già parlato con mia cognata e ha detto che l'importante è averci provato.
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Messaggioda FiorDiFragola » 08/03/2013, 15:15



Okay, ora è sicuro.
Domani sarà l'ultimo giorno di lavoro. Non vi racconto cosa è successo ma posso dirvi che mi dispiace molto per le ragazze che lavorano lì :'(
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Messaggioda FiorDiFragola » 09/03/2013, 18:49



Il periodo di prova è finalmente terminato.
Ovviamente non poteva mancare la ciliegina sulla torta ovvero un padre e la sua "compagna" che ti vengono a prendere in giro proprio sul posto di lavoro -.- .
Il risultato di questo esperimento è che mi sono resa conto di quanto sia sbagliata la mia idea della vita in generale, del lavoro e dell'esistenza. Qui la gente lavora senza diritti e costantemente sotto pressione, magari viene anche svilita quotidianamente da proprietari somigliano più a "padroni terrieri".
In ogni caso se vorrò, quando aprirà il nuovo forno potrò cominciare a lavorare come aiutante della cuoca, che non è proprio una cattiva cosa.
Il prossimo tassello della mia vita da cambiare è... il giro di amicizie :'( .
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Messaggioda l'altro me » 15/03/2013, 18:24



Soriyana ha scritto:Ovviamente non poteva mancare la ciliegina sulla torta ovvero un padre e la sua "compagna" che ti vengono a prendere in giro proprio sul posto di lavoro -.-


Ciao, mi ha colpito questa frase che scrivi...
Magari hai mille motivi per odiare tuo padre, però potrebbe anche essere che lui sia venuto a trovarti al lavoro per vedere sua figlia che entra nel mondo adulto, ci hai pensato?

Magari ha fatto qualche battuta per sdrammatizzare una situazione in cui lui forse si sentiva più in imbarazzo di te, non potrebbe essere ?

Fin da quando ero un ragazzino ( 14/15 anni ) ho suonato, tante volte anche in pubblico, sia con gruppi rock, metal sia con orchestre di liscio ( per guadagnare qualche lira/euro)...sai quante volte sono venuti a vedermi i miei?
UNA, perchè suonavo nella piazza del mio paese...sono stati lì 5 minuti e poi li ho visti andare via...
Ovviamente suonavo con l' orchestra quella sera... :dry:

I genitori di alcuni con cui suonavo death metal non si perdevano una serata dei figli dentro a dei posti che mettevano i brividi con una musica brutale, eppure erano sempre lì...i miei MAI ( questo mi ha permesso serenamente di "sfasciarmi" in tante occasioni, guardando il lato positivo della faccenda ).

Per concludere, pensa che tante cose che tu vedi come avversità, magari potrebbero essere attenzioni...tante partacce, consigli...
Tieni duro, ricordati che il lavoro non è la vita, la vita è fuori!!
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Messaggioda DareDevil » 18/03/2013, 12:31



Sori vai tranquilla. Sono tutti una massa di m*erda sti datori.
L'altro me... Ti invidio!
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Messaggioda Davy Jones » 18/03/2013, 13:27



Daredevile ha scritto:Sori vai tranquilla. Sono tutti una massa di m*erda sti datori.

Che pregiudizio stupido. A parte che senza datori non ci sarebbe lavoro visto che non è da tutti avere la capacità o le palle di avviare un'attività economica, ci sono tante persone che hanno un'attività e fanno i salti mortali per riuscire a dare lo stipendio ai dipendenti. Che poi, spesso, si comportano come una massa di merda.
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Messaggioda DareDevil » 18/03/2013, 13:35



Davy Jones ha scritto:
Daredevile ha scritto:Sori vai tranquilla. Sono tutti una massa di m*erda sti datori.

Che pregiudizio stupido. A parte che senza datori non ci sarebbe lavoro visto che non è da tutti avere la capacità o le palle di avviare un'attività economica, ci sono tante persone che hanno un'attività e fanno i salti mortali per riuscire a dare lo stipendio ai dipendenti. Che poi, spesso, si comportano come una massa di cacca.

Può essere un giudizio stupido, ma è la pura verità. Solo perché hanno il coltello dalla parte del manico, si credono di poterti fare minacce. Io vedevo il mio ex datore fare minacce al mio collega con una famiglia e quello poverino acconsentiva per paura di perdere il lavoro. Ma non ci è riuscito con me. Una volta mi ha detto che era meglio lavorare nelle serre che stare seduti con i piedi sotto una scrivania e gli ho fatto intendere che se avesse mai fatto del lavoro serio, non avrebbe detto quella cosa. Quando l'ho mandato a cagare, ci è rimasto di merda, si è pure inventato che voleva mettersi in società con me per non farmi andare.
Ora il succo della questione è uno solo: meglio morire di fame, che essere trattati come cani o peggio. Meglio un giorno da leone che 100 da pecora!
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