Che novità direte voi. E' da quando mi sono iscritta che lamento questa incessante e logorante confusione mentale.
Il mio sogno è da sempre stato quello di fare la psicologa. L'idea di poter aiutare le persone a sorridere di nuovo, di studiare la psiche umana mi ha sempre intrigata. Il mio vissuto turbolento, la mia empatia e la mia propensione all'ascolto mi avevano quasi convinta di questa scelta, solo che quando mi sono documentata sui corsi di studio, sui costi, sulla durata generale e sulle probabilità di inserirsi nel mercato del lavoro mi sono molto scoraggiata. Inoltre i miei costanti picchi depressivi, uniti alla mia radicata insicurezza, hanno fatto sì che mi convincessi di non essere "all'altezza del ruolo".
Anche mia madre non era affatto entusiasta della mia proposta, così accantonai del tutto l'idea.
Una volta data la maturità, cominciai a studiare per entrare in fisioterapia, il compromesso più piacevole che riuscii a trovare: conveniente sotto tutti gli aspetti (corso di studi impegnativo ma breve, con numerosi sbocchi anche abbastanza fruttuosi). Non entrai subito, ma con il terzo scorrimento. Essendo l'unico test che tentai, andai completamente nel panico quando non vedetti il mio nome tra i candidati ammessi e come soluzione in extremis mi iscrissi anche all'università di Catanzaro, dove psicologia era a numero programmato.
Circa una settimana dopo, rientro in fisioterapia, mi trasferisco a Napoli e cominicio i corsi, che inizialmente seguo con interesse. Poi però, neanche una settimana dopo, mi arriva una mail dell'università di Catanzaro dove mi viene comunicato che sarei rientrata in graduatoria col successivo scorrimento. Lì, qualcosa in me si sconvolge completamente, le mie sicurezze e convinzioni si sgretolano.
Mi ammalo, perdo numerose lezioni (il mio corso prevede, tra l'altro, l'obbligo di frequenza) ed i miei colleghi sono tutto fuorché gentili e collaborativi. Gli arretrati si accumulano e malgrado gli sforzi diventa tutto complicato e stressante. Mi ammalo ancora, perdo ulteriormente delle ore preziose e la demotivazione cresce costantemente. Inizio a perdere completamente interesse per tutto; spesso non riesco neppure ad alzarmi dal letto e così continuo a saltare lezioni.
Dopo aver studiato il lato burocratico della professione e preso atto di molti lati negativi, anche dopo aver sentito esperienze di colleghi già affermati, sono sempre meno convinta e rimpiango sempre più di non aver fatto ciò che realmente volevo.
Al tempo stesso però sono tremendamente insicura. Non so proprio che pesci prendere!
Mia madre dice che oggi come oggi bisogna sbrigarsi in fretta, perché non si sa mai e perché in fondo loro non ci saranno per sempre. Io questo lo so e mi sento in colpa quotidianamente perché ho smesso di impegnarmi e mi sto trascinando nell'apatia. Mi sento uno schifo... Cosa dovrei fare?