Buonasera Simo20, sperando di far cosa gradita ti lascio la mia opinione, da laureato triennale in Antropologia (che comunque rientra in Storia, classe L-42) e magistrale in Relazioni Internazionali.
Cominciamo con il definire qual è il tuo obiettivo di questo eventuale cambiamento: lavorare grazie alla laurea o seguire una passione? Se la risposta è la seconda, allora ti consiglio di fare entrambe le cose come molti hanno detto. Questo principalmente perché se sei così appassionato come dici (e credo di sì, altrimenti non penseresti di lasciare un indeterminato) non ti sarà particolarmente difficile conseguire la laurea da non frequentante, sicuramente ti richiederà impegno, ma avendo lavorato spesso durante la laurea, posso dirti che non è una cosa impossibile e dal mio punto di vista nemmeno troppo difficile.
Se la risposta è che aspiri a lavorare con una laurea in Storia, beh, allora secondo me lavorare e studiare sono due cose incompatibili. Mi spiego di seguito: sicuramente avrai la possibilità dell'insegnamento, ma non è detto che tu riesca. In questo caso devi considerare la laurea umanistica come un contenitore vuoto da riempire con le esperienze che ti offre l'università. Questo ti porterà ad arricchire il tuo percorso e a poter parlare di te anche nell'ambito del settore privato. Ti rimando per delucidazioni maggiori su ciò che voglio dire, al sito della Commissione Europea, dove potrai trovare studi recenti sulla condizione lavorativa in Europa. Quello che emerge dagli studi è che il titolo universitario non assicura più mobilità sociale, eccetto nel caso di ingegneria e medicina. Qualsiasi altra facoltà, che sia scientifica o umanistica, non assicura la mobilità sociale e il lavoro, anzi, spesso genera un malus, in termini di ricchezza, rispetto a chi è solo diplomato. Come dare valore al titolo dunque? Attraverso soft skills ed esperienze, dunque periodi di studio all'estero assolutamente necessari, tirocini altrettanto necessari, lingue lo stesso.
Ti porto il mio esempio: laureato in una facoltà che rientra in storia in triennale, laureato magistrale in R.I., ho studiato in Cile e in Spagna, ho pubblicato e ho fatto un tirocinio a Valencia. Tutte queste cose danno spesso l'impressione, ad un eventuale datore di lavoro, che al di là della laurea obiettivamente poco utile nell'ambito del mercato per come è strutturato oggi, tu sia comunque in grado di trasferire esperienze da un campo ad un altro, dandoti opportunità anche per settori nei quali tradizionalmente lavorano altre figure. Io ad esempio lavoro in un'impresa di Informatica, settore amministrativo.
Spero che le mie considerazioni possano farti riflettere un po' su cosa hai da guadagnare e perdere. Per qualsiasi cosa, due chiacchiere o un consiglio, sono a disposizione.
Luca