L'importanza di farsi un nome

Sfruttiamo questo spazio anche per parlare di scuola, di compagni, di colleghi, di materie. Chiediamo/diamo aiuto e spiegazioni su tutto ciò che concerne lo studio (scuola e università).
Inoltre, date le condizioni critiche in cui si trova l'Italia, ecco un forum che vuole raccogliere storie, idee, iniziative e proposte, qui e all'estero.

L'importanza di farsi un nome

Messaggioda Royalsapphire » 26/01/2014, 19:43



Ho inserito il topic in questa sezione perché l'oggetto del discorso è il coronamento dei propri studi, ovvero dei propri sforzi.

Se me lo avessero raccontato non ci avrei creduto eppure ho avuto la prova pratica di quanto sto per raccontarvi.

Nonostante siamo nel 2014, epoca in cui internet è diventato il mezzo di comunicazione che più facilmente passa da tutte le classi sociali, e che per questo ci si aspetterebbe che ci fosse più cultura in giro, ebbene, non è poi così vero.
Mi è capitato di incontrare gente (e ciò continua a capitarmi), che segue solo le parole che le vengono dette da "figure" del mestiere.
Mi spiego meglio con un esempio.
Ho una paziente che soffre di ansia e scarsa autostina, legate - ovviamente - ad una infanzia in cui i genitori non l'avevano fatta sentire amata.
Le ho dato alcuni suggerimenti chiave. Ma notavo chiaramente che da un orecchio le entravano e dall'altro le uscivano.
Un giorno mi racconta con allegria che era andata da un terapeuta che le aveva aperto gli occhi, e mi dice le parole esatte che le avevo detto io!
Vero è, che conta molto anche come si dicono le cose. Ma in questo caso, non c'è stata alcuna differenza in merito. L'unica differenza era che le medesime parole le erano state ripetute da una persona riconosciuta esperta.
E di questi episodi ne ho visti tantissimi e continuo a vederli!
Perché, mi chiedo, c'è questa chiusura intellettuale? Perché ci si rifiuta di usare la testa?
Mi chiedo anche se le risposte sono il vero oggetto della nostra ricerca! Perché un simile andazzo lascia indicare che non siano le risposte a interessarci, quanto una figura che ci dica cosa fare, indipendentemente se giusto o sbagliato!
La stessa cosa succede quando si dice che il pandoro Bauli è il migliore. Poi si assaggia il pandoro Melegatti e lo si disdegna! Quando invece si riceve lo stesso pandoro fingendo che sia il Bauli, ecco che si torna ad elogiarlo gustosamente :sleep: Ecco, nella vita delle persone succede la medesima cosa: si scarta il sapore delle persone Melegatti in favore di quelle Bauli senza accorgersi che hanno quasi lo stesso sapore!
Poi però, se ci viene chiesto se abbiamo dei pregiudizi, la nostra risposta è sempre "no"!
Quante altre storie avrei da raccontarvi!!! Ma il succo del discorso sarebbe sempre questo! Non sappiamo prendere le cose per quello che valgono ma ci lasciamo abbagliare come le allodole dai numerosi specchi che incontriamo sul nostro cammino, per non dire che siamo noi a cercarceli piuttosto che incontrarli.
Poi ci si chiede come fanno certi psicoterapeuti a peggiorare lo stato mentale del proprio paziente o come hanno fatto certi psichiatri a rovinare le persone...! La risposta è semplice: non tutti sanno fare il proprio mestiere!
Non è la laurea (o l'abilitazione) che dice a voi com'è la persona che avete davanti! Siete voi gli unici e soli che potete sapere chi è che avete realmente davanti e se fate bene a seguirlo!

Il consiglio che dovremmo darci tutti quanti è quello di imparare ad usare la nostra mente, che è una macchina perfetta!

:hi:
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Messaggioda Nobody » 26/01/2014, 21:01



ah cara Royal.. tu la fai troppo facile! U.u
Fosse come vorresti tu non ci sarebbero più così tanti problemi. :sleep:
Le persone purtroppo sono testone e raramente sanno giudicare bene una persona e le sue parole. Poi è anche colpa di una società che va sempre di più verso il degrado, facendoci perdere sempre di più le nostre facoltà mentali trasformandoci in un esercito di fantocci che devono avere tutti le stesse idee e lo stesso obbiettivo.
Anche a me capita molto spesso ciò che hai descritto ma... cosa deve fare uno? prenderli a testate perchè ti ascoltino? XD
Forse io ci faccio poco caso perchè il mio unico interesse è che quelle persone risolvano i loro problemi anche se non grazie a me... anche se ho sempre detto le stesse cose che magari quella persona ha poi recepito veramente da quell'altra persona più "esperta".
Bisogna avere tanta pazienza e fare finta di nulla. Io oramai faccio così :sleep:
Non c'è soluzione...
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Messaggioda Royalsapphire » 27/01/2014, 0:03



Figurati, anche io non me la prendo mica! Lascio correre. Che mi frega se ascoltano me o ascoltano altri! Quello che mi frega è osservare come una persona metta da parte il suo cervello comportandosi come un androide! Questo sì che mi dispiace! Questo silenzio di cervelli! O più che silenzio, lo chiamerei sedazione!
Poi ci stupiamo se a Striscia la Notizia vediamo gente che si fa infinocchiare come niente da santoni e cartomanti...
No no! Non ci posso fare niente! Mi danno troppo fastidio 'ste cose!

Altro esempio:
nella nostra farmacia invitiamo la gente a scegliere i fiori di Bach che rispondono ai loro bisogni. Viene una donna sui 40 anni, madre di famiglia sconvolta nel leggere che il paziente può scegliere da sé i fiori da assumere dal momento che solo il suo terapeuta può sapere di cosa ha bisogno! Chissà tra me e lei chi era più sconvolta alla fine!! :giveup:
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Messaggioda Mechtay » 27/01/2014, 0:16



Per me preferisco il Bauli e non è una metafora, alludo letteralmente al pandoro XD stasera non voglio prendermi sul serio per cui posto boiate, compiatitemi XD
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Messaggioda BattleFranky93 » 27/01/2014, 0:26



Secondo me l'esempio fatto da te è un pò particolare (non quello del panettone, quello del terapeuta).
Se io ad esempio ho un problema alla pelle delle zone intime ed il mio medico di base mi dice che non è nulla posso anche prenderlo in fiducia, ma sarò sempre più soddisfatto se a dirmelo sarà un medico specializzato in dermatologia e venereologia...no??
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Ascoltare il metal, secondo me, significa vivere per se stessi e non per gli altri. Lottare per la propria passione. Ascoltare il metal non significa essere degli animali e non saper apprezzare la musica. Ascoltare il metal significa piangere in silenzio, lasciare che le parole di ogni canzone, che siano urla o meno, scorrano dritte verso al cuore. Ascoltare il metal significa sfogarsi, sfogarsi, sentire la carica nelle gambe, correre, fuggire, avere il fiatone ma sorridere, sempre, arrossire quando qualcuno ci parla dei gruppi che ci piacciono.
Ascoltare il metal, per me, significa sentire la musica che gli altri non sentono. Significa scorrere dietro a quelli che tutti definiscono "urli da bestie" e trovare un cuore che pulsa, qualcosa di astratto, non concreto, qualcosa che viaggia nell'aria e che nessuno ha mai voglia di cercare. Io l'ho cercato.
(parole di una ragazza su Yahoo Answers)
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Messaggioda Royalsapphire » 27/01/2014, 8:26



BattleFranky93 ha scritto:Secondo me l'esempio fatto da te è un pò particolare (non quello del panettone, quello del terapeuta).
Se io ad esempio ho un problema alla pelle delle zone intime ed il mio medico di base mi dice che non è nulla posso anche prenderlo in fiducia, ma sarò sempre più soddisfatto se a dirmelo sarà un medico specializzato in dermatologia e venereologia...no??

Ma certo, il tuo discorso non fa una grinza!
E' ovvio che se mio figlio di due anni ha un problema, lo porto dal pediatra anziché da un medico di base.
Io facevo un altro discorso.
Si parla di parole che aprono la mente! La qualità delle parole va presa per ciò che esse sono, non per ciò che rappresenta chi le sta dicendo! Se no si deve cominciare a dubitare di ciò che veramente vuole la persona a cui si parla!
Tu hai ragione, ad ognuno il suo. Ma ricorda che io non ho le ho fatto alcuna diagnosi. Le ho solo fatto un discorso.
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Messaggioda kiono » 27/01/2014, 12:28



Ciao. Io non so cosa tu abbia detto a questa signora e cosa questi abbia sentito dal suo terapeuta però ti posso dire questo.
Io soffro di sindrome depressiva da quasi 6 anni. Mio padre mi ha detto un'infinità di volte "che devo uscire per incontrare le persone e per stare meglio"; il mio psicologo, anche lui, mi ha detto che per incontrare delle persone devo uscire di casa.
Quindi tutti e due dicono esattamente la stessa cosa. Qual è la differenza?
Te lo spiego subito.
Il tentativo di mio padre è quello di dare una soluzione razionale ad un problema irrazionale, quale è la depressione.
Lo psicologo, che a differenza di mio padre ha determinate competenze, cerca di rintracciare gli aspetti della depressione che nella mia testa sono assolutamente irrazionali, di ripropormeli in modo razionale (non è facile, ma si cerca di fare questo): la menta umana (almeno la mia, la vostra non so) non è in grado di processare informazioni irrazionali. Solo allora è possibile proporre una soluzione razionale ad un aspetto (uno dei tantissimi) che nella mia testa era irrazionale e che grazie allo psicologo è diventato razionale, e lo psicologo, che a suo tempo ha affrontato un determinato percorso formativo, ha le competenze per farlo. Mio padre, con tutto il bene che mi vuole non è in grado di fare questa cosa.
ESEMPIO KIONESCO:
La frase: "wqdew ewfergAFG WD dffdghew312" è completamente non-sense.
La frase: "Oggi il sole splende nel cielo" ha senso.
Lo psicologo, tramite un percorso lungo e tortuoso e estenuante cerca di "passare dalla prima alla seconda frase".

PERCHÈ LA SIGNORA HA IGNORATO LE TUE PAROLE?
Ti faccio un esempio. Sapresti dirmi perché ogni numero moltiplicato per 0 è uguale a 0?
Un conto è accettare come "oro colato" il fatto che ogni numero moltiplicato per 0 è uguale a 0 (io l'ho scoperto solo all'università il perché), un conto è capire il perché.

Tutto il discorso fatto sopra si intende secondo la mia modesta opinione.
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Messaggioda Nobody » 27/01/2014, 14:18



Royalsapphire ha scritto:Figurati, anche io non me la prendo mica! Lascio correre. Che mi frega se ascoltano me o ascoltano altri! Quello che mi frega è osservare come una persona metta da parte il suo cervello comportandosi come un androide! Questo sì che mi dispiace! Questo silenzio di cervelli! O più che silenzio, lo chiamerei sedazione!
Poi ci stupiamo se a Striscia la Notizia vediamo gente che si fa infinocchiare come niente da santoni e cartomanti...
No no! Non ci posso fare niente! Mi danno troppo fastidio 'ste cose!

Anche io la penso come te. :sleep:
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Messaggioda Meiko » 27/01/2014, 16:31



Royalsapphire ha scritto:Ho inserito il topic in questa sezione perché l'oggetto del discorso è il coronamento dei propri studi, ovvero dei propri sforzi.

Se me lo avessero raccontato non ci avrei creduto eppure ho avuto la prova pratica di quanto sto per raccontarvi.

Nonostante siamo nel 2014, epoca in cui internet è diventato il mezzo di comunicazione che più facilmente passa da tutte le classi sociali, e che per questo ci si aspetterebbe che ci fosse più cultura in giro, ebbene, non è poi così vero.
Mi è capitato di incontrare gente (e ciò continua a capitarmi), che segue solo le parole che le vengono dette da "figure" del mestiere.
Mi spiego meglio con un esempio.
Ho una paziente che soffre di ansia e scarsa autostina, legate - ovviamente - ad una infanzia in cui i genitori non l'avevano fatta sentire amata.
Le ho dato alcuni suggerimenti chiave. Ma notavo chiaramente che da un orecchio le entravano e dall'altro le uscivano.
Un giorno mi racconta con allegria che era andata da un terapeuta che le aveva aperto gli occhi, e mi dice le parole esatte che le avevo detto io!
Vero è, che conta molto anche come si dicono le cose. Ma in questo caso, non c'è stata alcuna differenza in merito. L'unica differenza era che le medesime parole le erano state ripetute da una persona riconosciuta esperta.
E di questi episodi ne ho visti tantissimi e continuo a vederli!
Perché, mi chiedo, c'è questa chiusura intellettuale? Perché ci si rifiuta di usare la testa?
Mi chiedo anche se le risposte sono il vero oggetto della nostra ricerca! Perché un simile andazzo lascia indicare che non siano le risposte a interessarci, quanto una figura che ci dica cosa fare, indipendentemente se giusto o sbagliato!
La stessa cosa succede quando si dice che il pandoro Bauli è il migliore. Poi si assaggia il pandoro Melegatti e lo si disdegna! Quando invece si riceve lo stesso pandoro fingendo che sia il Bauli, ecco che si torna ad elogiarlo gustosamente :sleep: Ecco, nella vita delle persone succede la medesima cosa: si scarta il sapore delle persone Melegatti in favore di quelle Bauli senza accorgersi che hanno quasi lo stesso sapore!
Poi però, se ci viene chiesto se abbiamo dei pregiudizi, la nostra risposta è sempre "no"!
Quante altre storie avrei da raccontarvi!!! Ma il succo del discorso sarebbe sempre questo! Non sappiamo prendere le cose per quello che valgono ma ci lasciamo abbagliare come le allodole dai numerosi specchi che incontriamo sul nostro cammino, per non dire che siamo noi a cercarceli piuttosto che incontrarli.
Poi ci si chiede come fanno certi psicoterapeuti a peggiorare lo stato mentale del proprio paziente o come hanno fatto certi psichiatri a rovinare le persone...! La risposta è semplice: non tutti sanno fare il proprio mestiere!
Non è la laurea (o l'abilitazione) che dice a voi com'è la persona che avete davanti! Siete voi gli unici e soli che potete sapere chi è che avete realmente davanti e se fate bene a seguirlo!

Il consiglio che dovremmo darci tutti quanti è quello di imparare ad usare la nostra mente, che è una macchina perfetta!

:hi:

Sono d'accordo su tutto!!!!!
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Messaggioda Shūryōmaru » 27/01/2014, 16:45



kiono ha scritto:Mio padre mi ha detto un'infinità di volte "che devo uscire per incontrare le persone e per stare meglio"; il mio psicologo, anche lui, mi ha detto che per incontrare delle persone devo uscire di casa.
Quindi tutti e due dicono esattamente la stessa cosa. Qual è la differenza?
Te lo spiego subito.
Il tentativo di mio padre è quello di dare una soluzione razionale ad un problema irrazionale, quale è la depressione.
Lo psicologo, che a differenza di mio padre ha determinate competenze, cerca di rintracciare gli aspetti della depressione che nella mia testa sono assolutamente irrazionali, di ripropormeli in modo razionale (non è facile, ma si cerca di fare questo): la menta umana (almeno la mia, la vostra non so) non è in grado di processare informazioni irrazionali. Solo allora è possibile proporre una soluzione razionale ad un aspetto (uno dei tantissimi) che nella mia testa era irrazionale e che grazie allo psicologo è diventato razionale, e lo psicologo, che a suo tempo ha affrontato un determinato percorso formativo, ha le competenze per farlo. Mio padre, con tutto il bene che mi vuole non è in grado di fare questa cosa.
ESEMPIO KIONESCO:
La frase: "wqdew ewfergAFG WD dffdghew312" è completamente non-sense.
La frase: "Oggi il sole splende nel cielo" ha senso.
Lo psicologo, tramite un percorso lungo e tortuoso e estenuante cerca di "passare dalla prima alla seconda frase".

PERCHÈ LA SIGNORA HA IGNORATO LE TUE PAROLE?
Ti faccio un esempio. Sapresti dirmi perché ogni numero moltiplicato per 0 è uguale a 0?
Un conto è accettare come "oro colato" il fatto che ogni numero moltiplicato per 0 è uguale a 0 (io l'ho scoperto solo all'università il perché), un conto è capire il perché.

Tutto il discorso fatto sopra si intende secondo la mia modesta opinione.



Sono d'accordo con te.Facciamo finta che i due stadi emotivi illustrati da kiono siano come due nodi di una rete,uno di partenza e l'altro di uscita.Chi non ha titoli in merito può semplicemente avvalersi della propria empatia che per far sì che i ''frame'' (gli input terapeutici) vengano inoltrati nella porta giusta...ma chi ci assicura che essi giungeranno davvero ivi ? Nel caso in cui si tratti di una ''rete psicologica'' non troppo intricata,costui/ei,avvalendosi della propria empatia,potrebbe comportarsi al massimo da hub o da bridge,magari riuscendo anche nel suo intento,ma se si ragiona su di una scala più vasta,l'empatia risulta insufficiente ed è lì che entra in gioco lo switch (lo psicologo in questo caso) che essendo dotato di competenze sufficienti,potrà non solo inoltrare i frame nella giusta porta,ma anche evitare che avvengano collisioni fra domini di rete (fraintendimenti degli input esterni che ad esempio hai provato a lanciare a questa tua paziente ma che evidentemente non sono stati ben canalizzati ed appunto come tu stessa hai detto,le entravano da un orecchio e le uscivano dall'altro).Poi vabbè per le interconnessioni fra più reti (sempre intese come tunnels dei problemi dei pazienti) esiste il router (lo psichiatra,sempre attenendoci a questa sorta di ''metafora informatica'').In conclusione,come asserito anche da BattleFranky,ad ognuno il suo e non si tratta di essere chiusi o aperti mentalmente,se esistono determinate figure professionali è perchè il compito di mettere ordine nella testa di chi soffre spetta a loro;naturalmente ciò non esclude che non tutti siano in grado di fare bene il proprio lavoro: io stesso ne ho cambiate due di psicologhe prima di poter dire di trovarmi bene però in ogni caso non siamo tutti così stupidi nel recarci presso quelli che molti descrivono come ''ciarlatani assetati di denaro'' perchè altrimenti non solo non si spiegherebbe come mai in molti escano vincitori dalle loro terapie ma anche perchè molto spesso le parole di un amico o anche di uno sconosciuto,non bastino per spronarci a lottare.
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Shūryōmaru
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