Sebastian ha scritto:In passato, quando l'uomo aveva guadagnato un livello minimo di intelligenza, tale da renderlo libero dall'istinto sessuale della procreazione, ma non ancora abbastanza elevato da conoscere la funzione dello sperma, esisteva la famiglia matriarcale. Questo perché la gravidanza non veniva associata al rapporto sessuale, e quindi, la donna veniva vista come l'unico essere in grado di portare avanti la specie. In quel tipo di famiglia non esisteva la figura del padre, così il figlio veniva cresciuto, oltre che dalla madre, anche da tutte le persone "vicine" alla madre, senza distinzione di razza tra uomo o donna.
Non esistevano litigi per colpa del bambino, non esisteva l'affidamento del bambino ad un genitore o all'altro, non esisteva separazione, e per questo motivo, secondo me, quel tipo di famiglia era migliore.
Se la madre voleva rifiutare il bambino, altre 10 persone se ne prendevano cura, e inoltre, in questo modo, il bambino aveva diverse figure di riferimento, così da sviluppare un mentalità più elastica e aperta, senza figure di riferimento forzate, come invece accade nel caso della famiglia odierna.
Tra la quarta e la quinta liceo, feci un corso di una settimana sul lavoro, sul linguaggio del corpo e mi spiegarono alcune cose curiose sulla procreazione: Generalmente un individuo di essere maschile è visto istintivamente attraente dal punto di vista sessuale se è atleticamente prestante, e se generalmente riesce a conferire una protezione in capo alla donna --- allora mi era stato spiegato che ciò era dovuto ad un fattore antropologico.
Essendo che la donna, per 9 mesi rimane impegnata in gravidanza, e successivamente l'allattamento viene espletato dalla madre stessa, essa risulta essere più vulnerabile ( poichè non può badare direttamente a salvaguardare se stessa, ma deve anche badare ad un neonato) [ di conseguenza, veniva argomentato che una donna istintivamente risulta eroticamente attraente se è accogliente, cioè se si approccia come delicata, per la cura del nascituro stesso --- naturalmente si sta parlando 1) di un approccio istintuale 2) credo di una teoria antropologica, che poi non ho mai approfondito] ... il maschio, vice-versa, è libero da ciò, e può permettersi di fornire protezione alla donna e al bambino stesso
La famiglia allargata ( quella con madri, nonni etc.) è basata istintivamente su questo altro principio:
Tutti gli individui tendono ad avere bisogno del sostentamento altrui quando sono molto giovani e quando sono molto vecchi ( in caso di malanno poi, temporaneo o permanente...) --- Inizialmente le persone anziane, quindi, erano tenute nella dimora, proprio per questa sorta di "contratto inter-generazionale"... e ciascuno, crescendo, poteva aspettarsi lo stesso ricambiato ...
Coloro i quali potevano andare a lavorare, espletavano questo compito, gli altri invece restavano a casa ( ottenendo in questo modo il sostentamento da parte di coloro che lavoravano, e amministrando le faccende domestiche)
Non è però proprio vero che non ci fossero litigi, o contrasti sul destino del bambino:
ad esempio, se il padre voleva che il figlio facesse il soldato, e la madre voleva che il bambino facesse il prete... chi dei due vinceva?
Probabilmente quello che avrebbe potuto imporsi più facilmente, e generalmente era il padre... non per cattiveria o benevolenza, ma per questi due motivi -> uno per quanto ho detto prima sulla mera forza fisica, in cui generalmente è l'individuo maschile ad essere più forte [ anche qui, non so esattamente la spiegazione fisiologica, tuttavia si possono usare degli indicatori: ad esempio, nell'atletica leggera, gli atleti di sesso maschile detengono i record in tutte le categorie, o quanto meno nella maggioranza di esse:
http://www.iaaf.org/records/by-category/world-records] due perchè se entrambi protestassero, probabilmente l'uomo risulterebbe il vincitore ( poichè io posso vivere comunque se mio figlio è educato come non voglio, ma non posso sopravvivere se non vengo nutrito) --- quindi probabilmente i conflitti c'erano comunque, ma si risolvevano più velocemente ed anche drasticamente e spesso violentemente
Il boom delle famiglie nucleari, tuttavia, si può riscontrare a partire dalla fine del XIX secolo, in particolar modo per due motivi:
1) un maggiore reddito e benessere mondiale ( un individuo può produrre molto e quindi permettersi di pagarsi da se la vecchiaia)
2) il welfare state ( cioè ad esempio la pensione pubblica, o comunque le politiche sociali)
Allo stesso tempo, la riduzione del numero di figli ( causata dal maggiore reddito = le persone spendono molto di più oggi che in passato per la cura di un singolo figlio, piuttosto di una spesa a pioggia su tanti figli), ha favorito lo sviluppo della famiglia nucleare
Sebastian ha scritto:Spesso l'apparenza inganna (un proverbio semplice, ma vero). Le famiglie che non si sfaldano solo perché sarebbe "sbagliato" sono la maggioranza, almeno questa è la mia impressione (nessuno può fare una statistica precisa a riguardo).
Per quanto la critica che tu muovi a me, può essere perfettamente mossa anche a quanto tu stesso affermi, credo bisogna comprendere alcune cose:
- che cosa intendi come fallimento di una famiglia? Ci posso essere tante definizioni di "fallimento": dal divorzio, al non amarsi più, al non far "crescere con la testa sulle spalle i figli" ... Se vuoi sapere il mio punto di vista sulla famiglia, una buona definizione del senso della famiglia credo sia l'effetto che ha sui figli, se permette a loro di diventare adulti meglio che se fossero orfani ... non credo sia esaustiva ( ad esempio: il marito che all'insaputa dei figli picchia la moglie, ma entrambi crescono i figli bene, non è proprio una buona famiglia), però credo che sia la definizione migliore che possa fornire ---- è un po' difficile trovare un indicatore di questo tipo di elemento ( ad esempio i crimini generalmente commessi, che hanno la tendenza a diminuire nel corso del tempo, non sono indicatori esaustivi) ... Per quanto comunque affette da limitazioni, credo che comunque esistano degli studi che cercano di analizzare ciò [ so che esistono moltissimi studi che cercano di teorizzare il grado di felicità e di benessere in economia, presumo che ci siano anche studi simili per questo argomento, solo che studiando io economia e non sociologia, non so nello specifico]
Non credo di conseguenza che la famiglia sia essa intrinsecamente una istituzione cattiva, e non credo neanche che generalmente ha un andamento fallimentare ( come già espressi) anche se questo secondo punto ritengo che possa essere affetto da due problemi ( il primo la mia situazione particolare, il secondo, effettivamente non ho accesso nemmeno io a dati o studi legati a ciò e quindi è più che altro una mia presunzione, basata altresì sulla mia esperienza personale e su quanto ho visto su tutti coloro che conosco)