AnimaInLacrime ha scritto:komiwada ha scritto:Avendo letto non posso dedurre con precisione la situazione nella tua casa, ma dal tuo punto di vista sembrerebbe irrisolvibile.
Hai mai provato a parlare con i tuoi genitori per dirgli dove pensi che sbaglino? A comunicargli il tuo malessere direttamente, con le parole adeguate? Se lo hai fatto e neanche questo è servito a farli cambiare, forse non sono in grado di essere genitori. E in questo caso dovrai rialzarti da sola.
Se non puoi più andare dalla psicologa inoltre non devi abbatterti, l'essere umano con tanta analisi interiore può crescere notevolmente, soprattutto imparando dai propri errori. E' vero che un punto di vista esterno può fare tanto, ma alla fine sarai sempre tu a dover cambiare le cose.
Il problema non è tanto parlare, è la loro capacità di ascoltare. Non c'è la voglia, non c'è l'intenzione e io non posso fare da genitore anche a loro. Hanno questo assurdo modo di fare, preferiscono fare orecchie da mercante davanti ai problemi. Sempre così hanno fatto e sempre lo faranno. E' natura!
Hai toccato il punto: il loro problema è ascoltare la tua sofferenza; il loro problema è soprattutto ammettere le loro responsabilità rispetto ai tuoi problemi. E ciò perché ammettere questo implica ammettere che nel loro compito hanno sbagliato e questo richiede un coraggio che spesso un genitore non ha perché può portare ad una riflessione più ampia sulla loro vita di coppia, sulle loro scelte e, in generale, sulla loro esistenza.
Lo so bene perché vissi la tua stessa situazione tanti anni fa. Di anni ne avevo venti, ero appena uscita dalla maturità che aveva concluso un ciclo di studi in cui avevo subito di tutto. Ero distrutta, mi sentivo diversa, sbagliata, incapace, inutile, non volevo vivere. Cercai di parlarne con i miei genitori i quali non capirono ma nel loro caso il motivo era anche generazionale. Per due persone nate, nei primi anni '30 del secolo scorso, in una condizione di estrema povertà che li portò a lavorare ancora bambini, i miei non erano problemi.
Mi resi conto subito che non avrei potuto contare su di loro, che avrei dovuto aiutarmi da sola o soccombere. Così andai dal mio medico e con estremo imbarazzo chiesi un consiglio. Fu la prima persona ad ascoltarmi, la prima che capì il mio stato d'animo. Mi fece un impegnativa per 12 sedute di psicoterapia. Ci misi più di un mese a trovare il coraggio necessario per recarmi all'asl e prendere appuntamento. Feci tutto da sola senza dire niente a nessuno a cominciare dai miei genitori, tanta era la paura che mi ostacolassero. Quando mia madre lo seppe infatti la prese malissimo, non sto a raccontare ciò che disse a me e alla psicoterapeuta. Quello fu la conferma che non avrei avuto il loro aiuto ma allo stesso tempo mi diede il coraggio di continuare.
Questo per dirti che sì forse non li avrai mai dalla tua parte, forse non ti capiranno mai ma questo non deve fermarti. Non potrai mai cambiarli ma puoi cambiare te stessa e la tua vita. Hai intrapreso la strada giusta, vai avanti con tutto il coraggio che hai. Un abbraccio.