- Pronto.
- Ciao. Ti volevo fare gli auguri di buona pasqua.
-Grazie. Auguri anche a te.
- Che fai?
- Fra un po' pulisco il bagno ma nulla di che
- Mi ha detto M. che sei andata a lavorare ieri.
- Si
- Ma ti ha chiamata lui?
- Si, mi ha detto che se volevo potevo iniziare la mattina dopo.
- E sei andata?
- Si.
- Quando ti paga?
-15 euro al giorno.
- Beh, è buono! [...] Allora, sei felice?
- Come?
-No, ti ho chiesto se sei felice di questo lavoro.
- No.
- Come no.
- No, non sono felice. Ci vado perché mi pagano e mi fanno comodo i soldi.
- Hai detto niente! Oggi è un lusso il lavoro, guarda a tuo fratello! Ma ti diverti lì?
- Che significa ti diverti?
- Che hai fatto ieri mattina?
- Niente. Dapprima ho pulito tutto il bancone, poi ho spazzato il pavimento, ho aiutato a mettere il pane nel formo o nel contenitore apposito; poi ho preparato le scolpelle e le ciambelle fritte e infine abbiamo preparato i panini e i taralli. Siamo usciti tardi e infatti erano tutti nervosi.
-Perché erano nervosi?
-Perché spesso litigano fra loro.
- Perché litigano?
-Perché nonostante facciano tutto quanto bene il proprietario ha sempre da ridire. Ogni tanto mi chiamano in causa ma io faccio finta di non aver sentito.
- E fai bene. Ora che ci penso, stai imparando anche a fare tante cose. Ma sei felice di questo lavoro?
- Ma che significa sono felice?
- Perché non sei felice?
- Visto che non si trova lavoro non mi posso lamentare ma è logico che se trovo qualcosa più nelle mie corde e attinente ai miei studi cambio lavoro.
-Certo, certo. Ma sei felice di lavorare?
- 15 euro al giorno non mi fanno schifo. Certo spero di resistere fisicamente.
- Mangia di più e vedi che ce la fai!
- Ma io mangio già di più, faccio una colazione abbondante ogni mattina altrimenti lì non durerei nemmeno due secondi.
- E allora di che ti lamenti?
Perché dovrei essere felice?