Quando le vedo per strada mi sembrano tante donne regredite ai tempi in cui erano bambine e si dava loro il bambolotto con cui giocare.
Un passeggino giocattolo a grandezza di bambina, il bambolotto a cui far fare il ruttino dopo la poppata con un biberon minuscolo e il pupo che fa le bollicine artificiali e che chiude e apre gli occhi. Ci sono stati i tempi di Baby Mia e quelli di Sbrodolina. Poi quelli delle Barbie.
Ora, quando vedete le neo-mamme con il figlioletto in braccio, che gli sorridono e lo riempiono di bacini, e che trasudano orgoglio e una certa importanza nel tenerlo in braccio, non vi sembra che per loro lui sia il tanto atteso "giocattolino fattosi realtà"??
Ma si rendono conto che hanno in braccio una creaturina indifesa e bisognosa di amore, non tanto nei momenti di serenità quanto in quelli di difficoltà, buio e paura?
Quante mamme esistono ogni giorno, che considerano il proprio figlio come il pupo bellissimo con cui fare tanti bei giochini?! Poi magari per il lavoro si molla alla nonna o alla baby-sitter. E quando comicia a crescere e a rompere oggetti in casa, creare caos, emancipare la mente e avanzare desideri e richieste che si discostano da quelle dei genitori, allora gli si dice che ormai ci si è stufati di lui. Si litiga. Si usano costrizioni. Si usano punizioni. E il tutto in quel breve arco di tempo in cui si è a casa!
La vita di un figlio si riduce a un fascicolo su cui annotare il suo rendimento scolastico, che è tutto ciò che conta!
E chiaramente il figlio è LORO! La sua vita appartiene a loro. Loro lo hanno creato e loro lo possono distruggere. No?