Mi permetto di prendere le difese di tuo padre, per le ragioni che espondo nello Spoiler, spero di non risultare odiabile per questo mio approccio:
1) perchè finora le risposte che ti hanno dato sono state sostanzialmente a prendere le tue difese 2) perchè penso potrebbe essere utile cercare di capire i motivi di fondo per cui lui faccia ciò 3) perchè lui non è iscritto qui e quindi non ha parola e per cercare di avere un dialogo potrebbe essere una "alternativa" forse sensata 4) perchè come nei processi esiste l'avvocato anche per il peggior criminale, anche qui penso potrebbe essere utile averne uno, non tanto per dimostrare l'errore delle tue idee, quanto piuttosto forse per capire cosa spinga tuo padre a ciò e quindi presumibilmente a reagire meglio
Senz'altro il fatto di essere mantenuti da una persona non è una buona giustificazione per sottostare a qualsiasi cosa decida lui [tenuto conto, inoltre, che secondo l'ordinamento, i genitori sono obbligati per legge al mantenimento: - La cifra che deve essere pagata per il mantenimento dei figli maggiorenni comprende sia le spese ordinarie della vita quotidiana (affitto, trasporto, pasti, abbigliamento, ecc.) che quelle relative all'istruzione (es. tasse universitarie, libri...) e anche quelle per lo svago e le vacanze; - l'assegno di mantenimento va adeguato, oltre che alla differenza di reddito dei due coniugi separati o divorziati, anche al reddito percepito dai figli, se lavorano, aumentando o diminuendo in base alle variazioni dello stipendio che ricevono nel tempo; - l'obbligo al mantenimento continua anche quando il figlio intraprende un percorso di studi per il raggiungimento di una migliore posizione e/o carriera (Corte di Cassazione, sentenza n. 1830/2011); - l'obbligo al mantenimento si interrompe quando il figlio raggiunge di un'autosufficienza economica tale da provvedere autonomamente alle proprie esigenze di vita in modo stabile con un lavoro non precario corrispondente alle sue aspirazioni (Corte di Cassazione, sentenze n. 27377/2013 e n. 18/2011, 14123/2011, n. 1773/2012); - i genitori sono esonerati dall'obbligo di mantenimento quando il mancato raggiungimento dell'autosufficienza economica dipende da negligenza o comunque da fatto imputabile al figlio. Non è dovuto l'assegno qualora il figlio maggiorenne opponga un rifiuto ingiustificato alle opportunità di lavoro offerte, ovvero dimostri colpevole inerzia prorogando il percorso di studi senza alcun rendimento (Corte di Cassazione, sentenze n. 4765/2002; n. 1830/2011; n. 7970/2013, n. 1585/2014) - per inciso, sussiste anche un obbligo dei figli di mantenere i genitori, ma non è questo il caso di discutere di ciò].
Pur tuttavia, è innegabile il fatto che, se io ho dei soldi che mi sono guadagnato io, può essere considerato giusto che decida io come li spenda e non altri, che invece non hanno lavorato o fatto lo stesso sacrificio per ottenere quel reddito. Se io mi sono guadagnato dei soldi non sarò molto contento che altri scelgano come questi soldi devono essere spesi, ma vorrei essere io a scegliere. Certamente che non stiamo parlando di estranei (in quanto stiamo comunque parlando di un padre e di un figlio), ma comunque io credo sia giusto riconoscere almeno una posizione privilegiata da parte di colui che guadagna, non totalitaria, ma quanto meno che sia un argomento comunque rilevante.
Allo stesso tempo, mi permetto di fare una osservazione che mi rendo conto potrebbe essere controversa: tu dichiari di avere 30 anni circa ma purtroppo di non avere ad oggi la possibilità pratica di andartene (un po' per il lavoro che accennavi di avere ma non del tutto stabile, un po' perchè andresti veramente a vivere "da solo" in quanto ti sei isolato). Non voglio fare adesso il processo alle intenzioni e nemmeno a te.
Potrebbe essere però possibile che questa situazione di difficoltà (e di converso ad esempio anche quella di tua madre, sia il decorso della malattia, sia il decesso stesso) sia potuta risultare stressante e deprimente per lui e quindi un modo che ha trovato per reagire sia anche quello di prendervi/ti a pesci in faccia?
Probabilmente da quanto ho capito, è una situazione che comunque è duratura, pur tuttavia, può essere comunque che il fatto di essere volgare ed aggressivo nei vostri confronti sia dovuto non tanto a cattiveria sua ma piuttosto al fatto che non riesca a reagire a situazioni in cui lui si trova e quindi reagisce d'istinto?
Cosa poter fare?:
Bhe, secondo me non c'è molto da fare, almeno da come hai esposto.
Non credo sia possibile mettersi a dialogare con lui, perchè probabilmente o ti andrebbe contro o comunque non capirebbe. Io personalmente non ti suggerisco di rendergli la vita insopportabile, perchè secondo me comunque non capirebbe e presumibilmente sarebbe più facile che peggioreresti gli animi suoi e tuoi (in quanto magari lui stesso reagisce ancor più negativamente e quindi andreste "entrambi in serie B").
Piuttosto, da quanto hai esposto, quello che ti suggerisco è quello di allontanarti da lui ed escluderlo dalla tua vita il più possibile ad esempio come al lavoro: se io ho un collega che mi sta antipatico, ad esempio perchè è arrivista, oppure perchè ha delle idee morali, filosofiche, politiche del tutto incompatibili con le mie, ad esempio è razzista -> io non posso licenziarmi o licenziarlo, analogamente a tuo padre, ma quanto meno, posso cercare di passare il minor tempo possibile con questa persona e cercare di evitare di parlare con lui di queste cose, oppure di esplicitare il mio disinteresse (nel caso del collega dicendo: sentimi, non mi interessa quello che pensi, abbiamo delle idee diverse e non compatibili e stare a parlare ci farebbe solo perdere tempo, quindi facciamo altro ... nel tuo caso, invece, sempre che verresti ascoltato, potresti dirgli: non mi interessa quello che pensi di me, non voglio parlare con te).