Oggi, o forse dovrei dire ieri, ho avuto il primo colloquio con una psicologa.
Mi sento stordita, un po' confusa. Come se lei avesse sbattuto il tappeto e la polvere adesso fosse dappertutto. Forse ci vorrà del tempo prima che si posi di nuovo per terra.
La mia esperienza è stata positiva perché nelle sue parole io ho visto delle cose che forse io per prima avevo notato ma che non avevo avuto il coraggio di affrontare. Altre cose che mi ha detto mi hanno destabilizzata, quasi totalmente e devo ancora riprendermi.
Purtroppo però non credo di poter continuare.
Lei pur essendo un'amica di famiglia ha un onorario molto costoso, troppo per noi.
Quello che mi stupisce però, negativamente, è stata la reazione di mio padre. Come se questo fosse un capriccio, come se avessi buttato i suoi soldi per un paio di stivali col tacco in camoscio viola.
Ho proprio sentito una frecciata sull'essere ricchi ormai qualche ora fa.
Certo, per lui è comodo. Non ha mai voluto vedere quanto sono stata male, quanto ho sofferto anche quando lui mi svuotava addosso i suoi problemi economici. Lui non lo sa. Nel suo mondo ottuso l'affetto ai figli si dimostra in quante banconote puoi mettergli in mano. Ovviamente poche, nel mio caso.
Arriverà il momento in cui mi rinfaccerà quei soldi che oggi ha speso e che sono stati sottratti al bilancio familiare.
E in quel momento io mi pentirò di non aver mai nemmeno provato a buttarmi dal balcone.
Perché io di pensieri suicidi ne ho avuti molti, l'ultimo il 3 di settembre, il giorno del mio compleanno.
Se avessi tentato, se avessero visto, lui e quell'altro essere egoista di mia madre, forse oggi vedrebbero tutto in modo diverso?
Se avessi tentato e ci fossi riuscita sarebbero qui a battersi il petto chiedendosi perché io non gli abbia chiesto aiuto?
Sì... Perché se non vedi il cadavere, o qualcosa di molto vicino, non capisci.
Se io oggi avessi avuto bisogno di un farmaco per una malattia forse si sarebbe lamentato lo stesso... Talmente nervoso da stare muto durante tutta la cena, da non far scappare via quell'insetto che mi terrorizza perché "tanto che male fanno?!".
Poi mi vengono in mente certi pensieri che non vorrei fare ma che faccio.
Mi hanno messa al mondo, non ho scelto io di nascere e men che meno di venire qui in una famiglia dove urla per tutto, dove i problemi non si risolvono, dove le cose peggiorano sempre e sempre. In una famiglia in cui non ho fatto altro che respirare veleni che di certo non hanno aiutato la mia condizione. Che cosa mi hanno messa al mondo a fare se non vogliono prendersi cura di me? Nell'ultimo anno sono ingrassata di 10 kg per quanto sto male. Sono a dieta, seguita da un nutrizionista e ho perso nemmeno 2 kg in quasi 2 mesi. Mi sono nascosta per giorni nella mia camera, in silenzio, senza parlare con nessuno perché non volevo che capissero e loro in effetti non hanno mai capito.
Vorrei davvero averci almeno provato a morire. Lo vorrei davvero...
Vorrei che ci fosse un tasto, una frase, un qualcosa a cui appellarsi quando non vuoi più continuare. Come una sorta di scontrino per la vita. Magari donando gli anni che ti restano a chi li vuole o ne ha bisogno.
Loro non capiscono e non capiranno mai.
E lo so che sono umani e come tutti sbagliano ma allora ci pensi 40 volte prima di fare un figlio e se lo vuoi fare devi prenderti tutte le responsabilità del caso anche quando tuo figlio ha 26 anni e non più 2.
Se mai un giorno starò bene io non lo so ma non sarà per merito loro...
Io non gli avrei mai chiesto uno sforzo così grande economicamente ma mi aspettavo della comprensione, della vicinanza cosa che non c'è stata. Mai in realtà. Non ho una madre e un padre, solo due coinquilini.
Cercherò di capire come si fa ad accedere al consulto gratuito perché tanto il problema è mio e non posso affidarmi a nessuno.
Sono schifata e mi vergogno molto di loro come forse mai nella vita...