Joker ha scritto:Basta, l'ho finalmente capito. Io odio mia madre. Ogni parola che dice, ogni cosa che fa, ogni volta che mi chiede qualcosa, sento l'odio verso di lei prendere il sopravvento. Ormai faccio fatica anche solo a non urlarle contro ogni volta che mi parla, come devo fare a stare in questa casa fino a febbraio? Giuro che se potessi eviterei di vederla per il resto della mia vita..
Sono io che sbaglio? Alla fine lo so, lei si preoccupa per me, lei mi vuole bene.. ma questo mi dà il dovere di volerne a lei? Perché devo continuamente sentirmi controllato, provocato e incompreso, mentre lei ha il diritto di essere trattata bene da me? Io sono stanco di tutto questo, di doverle continuamente dimostrare qualcosa, di dovermi sentire in dovere di farle sapere le mie cose, di dovermi mostrare gentile e affettuoso nei suoi confronti..
È brutto da dire... Ma vorrei non doverla più vedere. Sono un figlio disgustoso lo so, ma è questo quello che voglio. E mi dispiace che non accadrà, perché finché sto in questa casa la vedrò ogni singolo giorno..
Leggendo un po' dei tuoi post secondo me i tuoi sono solo pensieri negativi automatici (PNA). Si chiamano così. Se fossi in te, chiederei consulenza a qualcuno di più esperto per verificare se questa tua
intuizione sia giusta. Una volta ricevute queste conferme, secondo me, hai due scelte. Uno sottoporti ad una terapia cognitivo comportamentale oppure lasciar scorrerli senza darci troppo peso. Magari facendoti consigliare da chi è più esperto. Secondo me, lottare contro questi pensieri non serve a nulla ma solo a rafforzarli, bisogna solo lasciarli scorrere e fluire e IGNORARLI tu ci dai troppo peso, più ci dai peso e più loro si rafforzano. (Si la mente umana è strana ma, purtroppo, funziona così).
<<Una volta, un uomo arrogante andò da Tilopa, un grande maestro della tradizione Tantrica. Si recò da lui e subito gli disse: “Voglio fermare i miei pensieri e raggiungere l’Illuminazione. Insegnami!”.
Tilopa osservò l’uomo e poi disse: “E’ molto facile, ti darò una tecnica a proposito. Vai a casa, siediti in meditazione e non pensare alle scimmie. Solo questo, semplicissimo.”
L’uomo sorpreso disse: “Che sciocchezza è mai questa? Basta non pensare alle scimmie? Io non ho mai pensato alle scimmie!”
Tilopa rispose: “Bene, allora sarà ancora più facile per te. Comincia e domani torna da me a riferire”
L’uomo se ne andò , ma si sentì profondamente imbarazzato: già lungo la strada, nella sua testa erano iniziate a comparire delle scimmie. Ne vide di diversi tipi: piccole e grandi, con la bocca nera e con la bocca rossa… la cosa lo lasciava molto perplesso: “Cosa sta succedendo? Io non ho mai pensato alle scimmie prima!!”
Venne la sera ed egli non pensava ad altro che alle scimmie. Ed esse diventavano sempre più grosse e gli affollavano la mente. Più cercava di non pensare ad esse e più esse tornavano a prendersi gioco di lui.
Quella notte quando chiuse la porta per andare a dormire, la stanza era stracolma di scimmie. Si affollavano al punto che per lui non rimaneva più alcuno spazio! Chiuse gli occhi, ed ecco le scimmie.. li aprì, ed ecco le scimmie; non credeva a ciò che stava succedendo!
Cominciò a pentirsi di aver fatto quella richiesta così perentoria al maestro…
Il mattino dopo, andò da Tilopa, quasi impazzito, si buttò ai suoi piedi e lo pregò: “Liberami, salvami… Non voglio più alcuna Illuminazione, voglio solo che mi liberi dalle scimmie!!”>>
Ecco la lezione di Tilopa: voleva dire che, se cerchi di smettere di pensare, lo sforzo stesso di evitarlo si tramuta in attenzione. Perciò quando vuoi evitare qualcosa, finisci che gli dai più attenzione. Quando non vuoi pensare un certo pensiero, lo stai già pensando.Osservali e basta. Osservali e prendi consapevolezza della loro presenza, senza fare altro.
Se ti vengono dei pensieri, non dispiacertene; basta la sola vaga sensazione che un pensiero non vada bene e la lotta è cominciata… Non lottare con i pensieri. Non diventare un campo di battaglia di pensieri che si combattono.Rimani consapevole ed osserva in modo imparziale. Non apprezzare e non condannare; non dare alcuna valutazione. Limita a prendere consapevolezza di quello che accade dentro di te. Adotta l’atteggiamento di un testimone imparziale: prendi consapevolezza della loro presenza e lasciali scorrere.
A un certo punto si fermeranno, ma non perché sei tu a fermarli. Si fermano quando diventi più consapevole, ma non grazie ad un tuo sforzo. Se ti sforzi non si fermano, anzi oppongono resistenza. Io concordo con quest'ultima visione ma dipende da persona a persona e ognuno deve seguire ciò che lo fa stare meglio, se non te la senti di decidere da solo magari fatti consigliare da un esperto. Ps: per qualsiasi consiglio sappi che ci sono (compatibilmente con i miei problemi), per pura coincidenza ho scoperto l'esistenza dei PNA e per tanto ho voluto consigliarti in modo che tu potessi consiglio e conferme anche a chi è più esperto (la mia intuizione, può anche essere sbagliata. Non sono una dottoressa), nel caso fosse giusta puoi tentare di porvi rimedio seguendo le soluzioni che ti ho indicato, magari facendo consigliare da chi è più esperto.
"Tu mi ricordi una ragazza che ti somigliava molto. Fingeva sempre di essere forte per poi mettersi a piangere di nascosto."
- Detective Conan "Il Diario: Prima Parte" -