Non so che titolo dare... dateglielo voi

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Forum di aiuto sui tabù della famiglia. I Fatti Vostri.
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Cosa vuol dire avere una mamma e un papà? Cosa significa essere bambini, e cosa, essere ragazzini? Come sta il tuo bambino interiore?
Quanti problemi e quante difficoltà ci vengono messi davanti?
Qui si possono inviare sfoghi, critiche e consigli su come dovrebbe comportarsi un genitore con il proprio figlio e viceversa.

Non so che titolo dare... dateglielo voi

Messaggioda 狐 善狐 » 06/01/2020, 9:05



Sarà un messaggio molto triste, nel senso che non sono pratica di forum e quindi non riuscirò a condirlo di parole con caratteri speciali o colorati, e poi comunque non credo ce ne sia bisogno. (Ma sono una scrittrice, magari riuscirò a non tediarvi troppo con il testo! :mmm2: )
Sono una ragazza di 26 anni, e quando ero piccola, come già potrete presagire dal titolo, mi accadde una cosa "molto brutta" da parte di mio nonno paterno. Io ero veramente piccola e allora non capii, ma poi la cosa si ripeté e allora realizzai che cosa davvero significasse. Non lo dissi a nessuno, un po' perché sono sempre stata introversa di mio e temevo me ne avrebbero fatto una colpa, e quando cominciai a crescere invece mio nonno (rispettabilissimo) si ammalò di cancro e attraversò un lungo periodo di malattia in cui tutti erano tristissimi per lui. E, so che vi sembrerò scema, non volevo rovinare l'immagine che mia nonna, o mio padre, o chiunque avesse di lui, quindi fino alla sua morte ho continuato a non dire nulla. Poi, a 19 anni, finalmente confessai il tutto ai miei genitori. Mia madre era ed è tuttora molto arrabbiata con lui, mio padre non so nemmeno se ci crede. Non che non creda a me in senso generico, ma lo trova così assurdo e inimmaginabile che non riesce a realizzarlo. Nella vita forse avrei potuto essere migliore in tanti aspetti, più socievole, più serena, invece a volte le persone mi provocano un senso opprimente di angoscia e piuttosto che parlare con uno sconosciuto certe volte preferirei spararmi. Ho un gruppo di amici a cui sono molto legata e grazie a loro ho superato il periodo più incerto della vita, l'adolescenza, tra risate e divertimenti che mi facevano dimenticare gli incubi del passato. Ora che sono adulta, però, mi rendo conto che le paure vanno affrontate e non si può evitarle per sempre. Perciò chiedo consiglio a voi del forum... se vi va di darmelo e se qualcuno ha passato un'esperienza simile alla mia. Come affrontate le giornate, nei momenti in cui vi manca l'aria e vorreste solo rimanere in macchina o in casa a reggervi la testa con le mani? Ho omesso di dire che mi sto avvicinando a una terapia, secondo voi può essere utile? Oltretutto, per finire il quadro sulla mia situazione, ho conosciuto 5 anni fa un ragazzo di nome Daniele e ci siamo sposati. Lui è a conoscenza di ciò che mi è successo e mi sta vicino sempre, però a volte non riesco a "andare fino in fondo" e pur di non ammettere che è perché rievoco certe situazioni mi invento delle scuse e vorrei tanto che lui capisse, ma sembra non capire la verità dietro a quelle parole e capita possa rimanerci male. Per intanto grazie e spero che possiate trovare il tempo e la voglia di leggere questo post. Vi auguro una buona giornata e un buon inizio anno in ritardo.
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狐 善狐
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Messaggioda ncode » 06/01/2020, 16:02



Il titolo che darei "è giusto dannarsi l'anima per gli altri? "
e la mia risposta è: NO!

Purtroppo non trovo legami con quanto accaduto col nonno e il fatto di non apprezzare particolarmente la compagnia degli sconosciuti. La socievolezza è una qualità innata, soprattutto delle persone umili, ma non solo... a volte si è socievoli nei confronti delle persone che riteniamo più vicine al nostro modo di essere mentre siamo l'esatto opposto con gli altri.

Ho sempre reputato privilegiate le persone cui permetto di entrare in contatto con me e dovresti fare altrettanto. Non dovresti colpevolizzarti per il fatto di preferire star sola piuttosto che con un branco di capre...

Sei una persona con grandi capacità introspettive, non penso che tu abbia paura della solitudine perché sai come arricchirti in quei momenti. Gli altri a cosa ti servono ? Ci sono e ci saranno momenti in cui ti andrà di fare una chiacchierata con tuo marito o con qualche tua amica. Cerca di vivere più liberamente le tue passioni e non sentirti mai obbligata di essere diversa da come sei.
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sulla mia strada non vedo ostacoli
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Messaggioda 狐 善狐 » 06/01/2020, 16:11



Grazie di avere risposto. In effetti, mi sono sempre chiesta se le due cose siano correlate o se avessi avuto un'infanzia diversa potrei essere "più fiduciosa", però comunque sono constatazioni e temo che la verità non la sapremo mai. In ogni caso sì, un po' di sana riservatezza fa sempre bene e io coi miei pensieri (quelli buoni) non mi sento mai male. Basta dannarsi l'anima per gli altri è una bella idea, soprattutto a fronte del fatto che il 90% delle volte lo faccio :turned:
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Messaggioda Desmond » 06/01/2020, 17:39



A me non sono successe quelle "cose brutte" e anche io tendo ad essere un po' riservato, un po' chiuso. Da bambino non ho mai socializzato facilmente e quando andava a scuola, legavo molto poco coi compagni. Però mio padre ha usato molta violenza psicologica su di me, mi comandava a bacchetta e appena ho potuto, ho chiuso definitivamente i contatti con lui. Morto quasi 5 anni fa, non avevo rapporti di alcun genere da più di 20 anni. Ho il sospetto che qualsiasi abuso - fisico o psicologico che sia - ha il potere di segnarci per sempre o quasi, dipende da quanto siamo sensibili e ca come reagiamo...
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