Vita in comunità oppure soli e senza rotture di scatole?

Forum di aiuto sui tabù della famiglia. I Fatti Vostri.
Parliamo del rapporto conflittuale tra genitori e figli nel presente e nel nostro vissuto passato.
Cosa vuol dire avere una mamma e un papà? Cosa significa essere bambini, e cosa, essere ragazzini? Come sta il tuo bambino interiore?
Quanti problemi e quante difficoltà ci vengono messi davanti?
Qui si possono inviare sfoghi, critiche e consigli su come dovrebbe comportarsi un genitore con il proprio figlio e viceversa.

Vita in comunità oppure soli e senza rotture di scatole?

Messaggioda germano » 12/12/2020, 9:56



Questo mio pensiero l'ho già scritto come risposta in un altro thread, ma lo ripropongo qui come nuovo argomento di discussione perchè vorrei sentire anche l'opinione di altre persone.
Non sono riuscito a trovare una sezione secondo me ideale, quindi ho scelto questa perchè tratta la famiglia (che è il vincolo sociale più forte, ma non è l'unico)
Copio e incollo pari pari:

---------------------------------------
Quando si è da soli si vorrebbe essere in compagnia e quando si è in compagnia si vorrebbe star da soli.
Si sa che la compagnia di altre persona porta anche problemi, vincoli, legami, mancanza di libertà, ecc, e verrebbe istintivo mollare tutti e starsene da soli.
Ma barricarsi nella propria sterile fortezza è la soluzione giusta?

Io l'ho fatto.
Mi sono separato affrontando varie difficoltà e sono andato a vivere bello tranquillo in un piccolo bilocale dove sento un po' la solitudine ma almeno non devo rendere conto a nessuno e nessuno mi rompe le palle. :clapclap:
Poi mi sono messo a fare delle ricerche riguardati la "sensazione di inutilità" della vita e il "vuoto esistenziale", leggendo e confrontando molti articoli scritti da psicologi.
E ho scoperto che la soluzione è.......
.....................
.....(rullo di tamburi)......
............
...vivere in una comunità, sentire il senso di comunità, sentire di far parte di un gruppo, sentire di poter fare affidamento a un gruppo dove ci si aiuta a vicenda.
:doh!:
Che fregatura...! XD


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Messaggioda Friedrich II » 12/12/2020, 11:32



Credo che la condizione ottimale sia vivere da soli a casa, ma avere molte relazioni sociali fuori casa. Non escludo che ci siano persone che stanno bene nella totale solitudine; ma si tratta in genere di persone con un forte disturbo antisociale, una condizione patologica. Per la quasi totalità degli esseri umani avere amicizie o relazioni sentimentali è essenziale per una vita serena.
Personalmente non ho alcuna relazione sociale e posso assicurare che non è una bella situazione. Né prevedo che le cose possano migliorare in futuro: in piccola parte perché tendo ad evitare le persone molto diverse da me, con le quali non avrei nulla da condividere e darebbero solo ciò che chiami rotture di scatole; ma soprattutto perché non ho la minima abilità relazionale e negli altri riesco a generare solo indifferenza, quando va bene. C'è da dire che vivendo da solo a casa, non avendo grosse preoccupazioni materiali e avendo qualche minima interazione sociale grazie al web, riesco a gestire la situazione, che altrimenti non so a cosa mi avrebbe condotto. Di certo, però, non si può andare avanti tutta la vita con i surrogati.
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Messaggioda Ātman » 12/12/2020, 11:46



Vivo da solo da anni e sono abbastanza abituato alla solitudine, ma comunque non è una vita facile. E sicuramente la pandemia ha aggravato la situazione.
A mio avviso sarebbe bello poter contare su una rete di relazioni su cui poter fare affidamento, ma devono esserci delle affinità e una reale disponibilità reciproca, altrimenti non credo abbia molte possibilità di durare. Chi ha famiglia finisce per dedicare la maggior parte del tempo a quella e al proprio lavoro, e non può essere molto disponibile per un supporto esterno a quel nucleo. Spesso è già tanto se riesce a ritagliarsi del tempo per un qualche hobby o interesse, e per qualche uscita con amici (che in genere finiscono per essere uscite a coppie).
Comunque, anche se si riuscissero a creare relazioni significative (a iniziare da quella con una partner compatibile), credo che non riuscirei a fare a meno dei miei spazi, quindi l'ideale per me sarebbe che ciascuno vivesse a casa propria, e che ci si vedesse quando se ne ha voglia: un po' il finale di quel film di Verdone, "L'amore è eterno finché dura". :rolleyes:
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Messaggioda Misantropa88 » 12/12/2020, 12:30



Io non sopporto la maggior parte delle persone, non potrei mai vivere con molte persone intorno. Sono abituata alla solitudine, anche se a volte ne soffro. Comunque, non vorrei persone a caso per sentirmi meno sola, ma solo persone accuratamente selezionate. Per me l'ideale sarebbe avere un paio di persone e basta, anche senza necessariamente averle in casa, ma sapere che sono lì per me e poterle vedere quando mi va.
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Messaggioda Jam » 12/12/2020, 13:07



Essere soli è un discorso, vivere da soli è un altro.
Vivo con altre persone ma mi sento terribilmente solo.
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Messaggioda germano » 16/12/2020, 9:38



Ehhhhh ragazzi... beati voi che siete giovani! E spensierati.
Quasi tutte le vostre risposte sono puntate a parlare della solitudine, ma il mio discorso comprendeva anche il problema della "responsabilità verso gli altri" quando si è in una famiglia o comunità con forti legami.
Ovviamente vi capisco e vi invidio: anch'io non avrei capito bene, se la domanda me l'avessero fatta anche solo 10 anni fa. Me l'avessero fatta 25 anni fa l'avrei addirittura ignorata.
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Messaggioda germano » 16/12/2020, 9:55



Ātman ha scritto:non riuscirei a fare a meno dei miei spazi, quindi l'ideale per me sarebbe che ciascuno vivesse a casa propria, e che ci si vedesse quando se ne ha voglia

Quando TU hai voglia.
Ma quando lei ha voglia e tu no? Questo è il problema!
Quando lei ti invita alla festa di compleanno del nipote, con tutti i suoi parenti e tu devi andare li comportandoti in modo gentile e facendo finta di essere contento, sennò lei fa l'incazzata e ti rompe la balle?
O ti invitano a un matrimonio?!
E devi vestirti bene...e fare il regalo...e passare una giornata a romperti le palle, proprio quel giorno in cui avevi da fare delle cose tue (che hai quindi dovuto annullare).

Misantropa88 ha scritto:ma sapere che sono lì per me e poterle vedere quando mi va.

Idem come sopra.

Purtroppo le persone non sono bambole gonfiabili o robot che possiamo spegnere e riporre nell'armadio, per poi riprenderle quando abbiamo voglia noi.
Se si vuole una relazione sentimentale, questa persona potrebbe voler vederci o portarci a cena coi suoi genitori, quando invece noi ce ne staremmo volentieri sul divano con la copertina. E viceversa.
Idem genitori, fratelli, amici: magari organizzano un evento, una festa, un'uscita, che a noi sta sulle palle.
Oppure ,attenzione, potrebbero aver bisogno: genitori anziani non autosufficienti, fratelli che devono fare un trasloco e hanno bisogno di una mano, oppure hanno difficoltà economiche e chiedono soldi per arrivare fine mese, ecc ecc

Cose che fanno venir voglia di scappare e rifarsi una vita all'estero con una nuova identità :D :D :D


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Messaggioda Immyguru » 16/12/2020, 10:11



Vivo da più di un anno con il mio compagno, mentre i sei anni precedenti ho vissuto con tre amici, in una casa studenti.
Durante quei sei anni, pur non frequentando molto l'ambiente universitario, avevo un pò di amici e trascorrevo spesso il mio tempo con altre persone perciò potrei dire di aver vissuto in comunità. Ma di certo una cosa che non posso dire è che stavo bene. Adesso, che ho "purificato" la mia vita da molte cose e relazioni, la mia comunità è costituita da due degli amici con cui vivevo, il mio compagno, la sua famiglia e la mia famiglia e un'altra amica (che però vivono nella città in cui sono nata).
Osservandomi, mi sembra di avvertire maggiore serenità nel mio animo. E questo perchè, seppur la storia ci dice che siamo animali sociali, io sono uno spirito solitario. La vita in comunità mi causava ansia, al punto che spesso bere era l'unica soluzione per poterla sopportare.
Credevo che ci fosse qualcosa di sbagliato in me, ma poi ho capito che l'unica cosa sbagliata era il modo in cui vivevo. E da allora, cerco di vivere in modo da protendere alla pace, la mia pace.
Per me questo ha determinato molti cambiamenti (sono vegetariana perchè credo nel diritto alla vita di ogni essere, penso in modo minimal ogni aspetto della mia vita, sono attenta all'ambiente che mi circonda ed evito ogni spreco di sentimenti e cose materiali) spesso difficili da accettare per chi mi sta intorno.
Questo periodo è il più difficile per me perchè il Natale riassume tutto ciò che di più io detesto, ma è anche il periodo in cui ci si riunisce con le persone a noi care.
Nonostante io senta la responsabilità verso i miei cari, quest'anno ho deciso di trascorrere le feste in completa solitudine perchè, prima di tutto, ho scelto di anteporre la responsabilità verso me stessa.
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Messaggioda Ātman » 16/12/2020, 10:50



germano ha scritto:Ehhhhh ragazzi... beati voi che siete giovani! E spensierati.
Quasi tutte le vostre risposte sono puntate a parlare della solitudine, ma il mio discorso comprendeva anche il problema della "responsabilità verso gli altri" quando si è in una famiglia o comunità con forti legami.
Ovviamente vi capisco e vi invidio: anch'io non avrei capito bene, se la domanda me l'avessero fatta anche solo 10 anni fa. Me l'avessero fatta 25 anni fa l'avrei addirittura ignorata.


Giovani e spensierati, come no. Ho un paio d'anni più di te, Germano. Non sto a farti la storia della mia vita perché sono questioni private e fa ancora troppo male rievocarla, ma so perfettamente cosa vuol dire "responsabilità verso gli altri".

Buona giornata
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Messaggioda Misantropa88 » 16/12/2020, 14:48



germano ha scritto:
Ātman ha scritto:non riuscirei a fare a meno dei miei spazi, quindi l'ideale per me sarebbe che ciascuno vivesse a casa propria, e che ci si vedesse quando se ne ha voglia

Quando TU hai voglia.
Ma quando lei ha voglia e tu no? Questo è il problema!
Quando lei ti invita alla festa di compleanno del nipote, con tutti i suoi parenti e tu devi andare li comportandoti in modo gentile e facendo finta di essere contento, sennò lei fa l'incazzata e ti rompe la balle?
O ti invitano a un matrimonio?!
E devi vestirti bene...e fare il regalo...e passare una giornata a romperti le palle, proprio quel giorno in cui avevi da fare delle cose tue (che hai quindi dovuto annullare).

Misantropa88 ha scritto:ma sapere che sono lì per me e poterle vedere quando mi va.

Idem come sopra.

Purtroppo le persone non sono bambole gonfiabili o robot che possiamo spegnere e riporre nell'armadio, per poi riprenderle quando abbiamo voglia noi.

Se si vuole una relazione sentimentale, questa persona potrebbe voler vederci o portarci a cena coi suoi genitori, quando invece noi ce ne staremmo volentieri sul divano con la copertina. E viceversa.
Idem genitori, fratelli, amici: magari organizzano un evento, una festa, un'uscita, che a noi sta sulle palle.
Oppure ,attenzione, potrebbero aver bisogno: genitori anziani non autosufficienti, fratelli che devono fare un trasloco e hanno bisogno di una mano, oppure hanno difficoltà economiche e chiedono soldi per arrivare fine mese, ecc ecc

Cose che fanno venir voglia di scappare e rifarsi una vita all'estero con una nuova identità :D :D :D


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Non sono giovane. Spensierata io? Ahahahaha si vede che non mi conosci :lol:
Comunque, io non mi faccio problemi. Se la gente non si adegua, me ne sto da sola, facile. L'unica persona con cui mi vedo ogni tanto sa benissimo che sono fobica e non posso vedere i suoi parenti. Lo ha accettato. Non vado a feste, matrimoni, niente di niente. Magari non ti sembrerà normale, ma prima vengo io, Se ho problemi, non posso farci niente. Io sto male con le persone, e non posso andare a fare baldoria o cose del genere. Se la gente non capisce, problema loro. Io non ho famiglia, quindi non obbligo nessuno a vedere i miei parenti, e io non voglio essere obbligata a sorbirmi fratelli, genitori e nipoti altrui.
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