Ciao! Mi dispiace molto per la tua situazione, in parte mi ci rivedo e quindi posso capire. Nella mia famiglia io sono quello più incostante dal punto di vita dello studio, che non è ancora riuscito a farsi un futuro e che quindi è fonte di preoccupazione per i miei, specialmente mia madre, perché loro sono anziani e quindi hanno il terrore che moriranno prima di vedermi sistemato (cosa che probabilmente ha amplificato la mia fobia del tempo che passa, ma questo è un altro discorso). Ho sempre (giustamente, non lo nego) subito punizioni per i miei comportamenti sbagliati, e in generale faccio la mia parte nella gestione della casa, aiutando in varie faccende. Mia sorella, al contrario di me, ha una forte autodisciplina nello studio ed è sempre eccellente in questo ambito. Ma è anche pronta a chiedere aiuto a tutti per un sacco di cose che potrebbe fare da sola, anche con modi violenti. Ha sempre bisogno di sfogare la sua ansia su di noi, e se solo proviamo a farla ragionare veniamo insultati o ci viene detto che non gli vogliamo abbastanza bene. Lo stesso accade quando proviamo a contraddirla su qualunque suo pensiero. Soprattutto mia madre è oggetto delle sue assillanti attenzioni, e la cosa la stressa molto, ma non per questo viene punita o altro, anzi bisogna essere pazienti con lei perché "poverina, ha dei problemi e va aiutata". Ok, ha dei problemi, ma allora perché non cerca/cerchiamo di risolverli? Invece no, si va avanti così. Lei è esentata dal dare una mano in casa perché, sempre a detta di mia madre, "lei studia". Mio padre fa di tutto per farsi volere bene da mia sorella fino a rendersi ridicolo (non voglio entrare troppo nello specifico), benché per lei lui sia comunque un gradino sotto a mia madre. Io, poi, sono praticamente il reietto della famiglia, addirittura non posso (salvo casi eccezionali) mangiare a tavola con loro perché la mia presenza infastidisce mia sorella. Mio padre non è assolutamente d'accordo su questa scelta, ma mia madre non fa nulla per cambiare la situazione per paura di far arrabbiare mia sorella. Nonostante io abbia una vita sociale attiva e piena, molte passioni, una buona educazione, e nonostante cerchi sempre di trovare un compromesso tra quello che voglio fare e quello che vogliono i miei genitori, mia madre è sempre pronta a demolirmi anche senza volerlo, perché per lei quello che conta è trovare un lavoro e sistemarsi, il resto è un plus che viene in secondo piano. Lei ha sempre posto delle altissime aspettative su di me. Le mie passioni (videogiochi e giochi di ruolo in particolar modo) sono da lei considerate inutili e dannose perché mi distraggono dal farmi un futuro. Ho sempre difficoltà ad aprirmi con lei perché abbiamo visioni sulla vita del tutto diverse e, anche se non vuole ammetterlo, tante mie scelte di vita sono state in parte condizionate dalla mia paura del suo giudizio e della sua eventuale disapprovazione, e di certo questo non ha aiutato la mia già traballante autostima. Però io le voglio comunque molto bene, so che lei si comporta in questo modo con me perché mi vuole bene e vorrebbe vedermi autosufficiente, per sentirsi realizzata in tutto e per tutto come genitore.
Insomma, tutto questo per dirti cosa? Che sì, i genitori sono persone come le altre, che esprimono il loro affetto con modi a volte dannosi per la salute mentale dei figli, perché anche loro possono avere dei problemi e una visione del mondo che si riflette nei rapporti parentali. E a volte, soprattutto per le madri, il figlio più difficile, più freddo, più distante, quello che non dimostra sempre affetto, è oggetto di maggiori attenzioni per il desiderio innato di sentirsi amati dai propri figli e sentirsi quindi completi. Questo giustifica dei comportamenti dannosi? Certo che no! Io ormai me ne sono fatto una ragione e vado avanti, cercando di dare una svolta alla mia vita che mi permetta di allontanarmi da questo ambiente tossico per me.
Mi dispiace che tu abbia sofferto e soffra ancora così tanto, se hai bisogno di parlarne io ci sono.
Un abbraccio.