ClaudiaK ha scritto:MA : quando ti rendi conto che chi non ti dà amore è proprio incapace di amare (perchè troppo dannegggiato psichicamente)...chiedo...come fai a cancellarlo ed escluderlo dalla tua vita "solo" per questo?
Per un principio di
1. Amore per te stessa e di
2. Responsabilità.
2. Se un altro non sa amare e ti danneggia, è un problema suo, non tuo (a meno che sia tuo figlio/a). Non è una tua responsabilità.
1. Se sei in una situazione dannosa, e ti vuoi bene, ne esci per un naturale istinto di
salvaguardia.
Ma se manchi di quell'amor proprio, e ancor più se sei stata condizionata ad occuparti degli altri, o a metterli prima di te, sarà difficile proteggerti.
Per questo sostenevo e sostengo che sia necessario saper distinguere tra quella che è altrui Cattiveria Assoluta, da quella che è "solo" grettezza/ignoranza
E' una distinzione importante ma secondaria alla pericolosità: se uno è per me dannoso, anche se lo fa inconsapevolmente e non apposta, resta cmq dannoso.
E quindi io, per salvaguardia, lo evito.
Magari mi spiace per lui. Magari lo capisco.
Ma comunque mi metto per primo.
E' questo che manca a chi non si ama: la capacità di mettersi per primo, e quindi proteggersi dai danni.
invece con mia madre NO, e mi sono limitata a porre serissimi paletti che non ammettono repliche o eccezioni.
La mia impressione è che con tua madre hai una specie di "entanglement emotivo", che crea una sorta di co-dipendenza.
Sono certissima che se avessi usato la stessa drasticità verso entrambi loro...oggi non solo NON starei "meglio", ma probabilmente sarei DIVORATA dai sensi di colpa
Sembri prigioniera di un Super-io iperattivo (Giudice Interiore), che antepone altre cose al tuo benessere. Sei convinta che ci sono cose che "devi fare" anche a costo di soccombere.
Non sei libera. Non sei un'adulta indipendente. Suoni come una a cui hanno fatto il lavaggio del cervello.
soprattutto per aver provocato, con la mia rottura, la MORTE di quel tentativo di confronto/dialogo che voglio e fortissimamente voglio sperare possibile fino all'ultimo respiro dei protagonisti.
E perché ne hai un bisogno così spasmodico?
Sembra che speri ancora, in qualche modo "magico", che potrai trovare quell'amore che non hai mai ricevuto.
Questa è una tipica illusione di chi si avvinghia a genitori tossici.
Invece di accettare che quell'amore non è MAI arrivato e non arriverà MAI... si ostinano a continuare a cercarlo.
Ma cercano il sangue nella rapa.
Ma a dirtela tutta...stimatissimo Navigator... non posso mica dirti di aver così raggiunto la Serenità!
Ovviamente. Sei prigioniera di una gabbia di cui hai le chiavi, ma non ti sogni di uscirne.
Sei al tempo stesso giudice, carceriere e poliziotto di te stessa.
Ma...quando penso che si è rivelato un gravissimo disastrato psichico e quando penso che la prima vittima è lui, e quando penso che io ho gettato la spugna per contribuire anche al più disperato e magari inutile tentativo di cura, ti assicuro che NON sto affatto bene.
E' come se tu avessi vissuto un naufragio. Dove solo uno può salvarsi.
Ma tu non ti concedi di salvare te stessa; e non accetti di lasciare affogare gli altri (anche se NON PUOI salvarli).
Così resti legata a loro, e piano piano ti tirano sempre più in fondo, finché...
Ma in tutti i tantissimi casi in cui la "famiglia" non è rea di nulla di ciò
Non mi sembra affatto che sia così. Non sono in coma, e non sono totalmente privi della capacità di intendere e di volere. Quindi sono, almeno in parte, responsabili delle loro azioni.
E se anche non lo fossero... anche se non ne avessero colpa... non ce l'hai nemmeno tu.
perchè non cercare di comprendere i limiti (che possono essere fastidiosissimi, certo) dei "familiari" e lasciare aperta quella possibilità di confronto e contatto che potrebbe persino portare un giorno ad intendersi un po' di più ?
Non ti rassegni alla perdita.
La famiglia che volevi non c'è più (e probabilmente non c'è mai stata).
IMHO quello che ti serve è
accettare questo lutto - definitivamente.
Altrimenti continuerai a restare "entangled". Sprofondando.
Stai inseguendo una chimera. Come fai a non vederlo?
"portare un giorno ad intendersi un po' di più"... ma come fai a crederci? Da quel che hai scritto, può solo peggiorare.
A me sembra che ti racconti storie, Claudia. E ne sei prigioniera.
Ma solo la verità ti renderà libera.