Ciao a tutti,mi sono appena registrato nel forum col solo ribadire un concetto che ho detto una marea di volte ai miei.
Storia:Sono un ragazzo di 16 anni che esce di casa poco e nulla e con i genitori separati da quando di anni ne avevo sei.Da piccolo sono sempre stato dietro di loro e "ingoiavo"(spero comprendiate)qualsiasi cosa mi dicessero.A scuola ho sempre avuto ottimi voti,e di questo i miei ne andavano orgogliosi(tanto da vantarsene con le altre persone,come se ero la loro nuova macchina).I problemi inziano circa 2 anni fa quando un giorno come un'altro decisi di non andare a scuola,e così fu il giorno dopo e anche quello ancora finchè i miei non hanno iniziato a dire frasi del tipo:vai a scuola rendimi orgoglioso e cazzatine del genere.Io continuavo a non andare a scuola e durante queste "vacanze"mio padre arrivò a casa(lui vive fuori,io con mia madre)iniziando ad alzare la voce prendendo posizione(non lo aveva mai fatto);io sul momento mi alzai dal divano dov'ero seduto e mi chiusi in camera mia facendolo andare via.Stavo soffrendo e decisi di andare da uno psicologo che frequento ancora oggi.Le mie giornate passavano lentamente,non frequentavo nessuno perchè avevo paura che mi chiedessero perchè non andavo a scuola.Durante queste periodo sono stato sempre (troppo) appicicato a mia madre.Arrivato a febbraio 2013 decisi di rivedere mio padre dopo mesi quella situazione che al ripensarci non mi fa più soffrire ma arrabiare.Rivedendomi lui si commosse mai io rimasi freddo(era come se al tempo avessi detto:va beh facciamolo contento).Continuai a vederlo quando era di passaggio(sempre stato fuori per lavoro).Da un mese a quella parte iniziai a rivedere i miei amici anche se con un po' di timore.Passai l'estate uscendo e on una certa serenità e a settembra 2013 ricominciai ad andare a scuola.I primi 2 mesi passarono come se tutto quello accaduto durante l'anno non fosse mai successo.Ma verso la metà di novembre presi un 5 e 1/2 in MAT e quando lo dissi a mia medre le fece la faccia sconvolta e iniziò a torturarmi con il domandarmi se stessi studiando o meno.Durante tutto il periodo dicembre/febrraio,nella mia mente è maturato questo pensiero(basta passato remoto,sto parlando del 2014 ):non devo dimostrare nulla a nessuno se non a me stesso,se vado a scuola lo faccio per sapere e non per rendere orgogliosi i miei.Mia madre ha finito di stressarmi con la scuola dopo avergli ribadito molte volte questo concetto e lì mi sono sentito libero.Ma questo pensiero però si è trasformato nella necessità di volersì sentire autonomi.HO con l'andare a prendere il bus e uscire a piedi.
Da quel momento partono 3 "paragarafi" che succedeno contemporaneamente ma che racconterò in modo separato.
1)Quando questo giugno è finita la scuola mi sono accorto di come mi volessi staccare dai miei e di essere indipendente.Ho iniziato sistemando i miei vestiti come piace a me,rifarmi i letto,cucinare e pulire il bagno e camera mia.Il problema e che qualcosa come 1 mese fa' mi sono accorto di come questa "autonomia" fosse solo un'illusione perchè scopri che mia madre ritoccava di nuovo tutto anche se io lo avevo già fatto.Ho iniziato a chiedere spiegazioni non ricevendone,pure alzando la voci ancora mia madre si rifiuta a parlare e si azzarda pure a prendermi in giro;Ecco un esempio:
IO:str***a perchè hai spostato l'accapatoio se già lo avevo posato io?
Lei:......Non l'ho spostato.
IO:Non prendermi per il sedere ci sono 2 persone in questa casa e se non sono stato io........chi può essere stato
Lei:Si l'ho spostato,e allora?
Io:Perchè lo hai fatto?
Lei:.......
IO:PERCHè!?
Lei:non gridare che ci sentono i vicini.
IO:non me ne frega nulla dimmi perchè.......
La discussione continua così finchè non mi scasso il cavolo e la mando a quel paese.
Il problema è che mi sono accorto di essere stato preso in giro in questo modo troppo volte e praticamente ogni giorno la discussione inizia da capo per un qualsiasi altro oggetto o azione ma io non ricevo risposta.è come se lei credesse di avere il controllo su di me e di dover "rivedere"quello che faccio perchè(ho la sensazione che lei la pensi così)lei è superiore.Ovviamente ho rinfacciato queste cose a mia madre continuando a non ricevere risposta(che sia così?).Sono arrivato al punto di dover fermar camera mia per far valere la mia indipendenza.Ho raccontato la faccenda in modo ristretto ma tanto è sempre la stessa storia e io mi sto stufando .
Il paragrafo numero 2 riguarda le relaziono con i miei amici:
Il 7 giugno sono stato all'ETNA COMICS 2014 con un gruppetto di amici.La giornate è passata velocemente senza nessun problema ma dopo quel giorno,(non riesco a spiegarmi neanche io perchè)ho smesso di uscire il sabato sera e iniziato a stare a casa molto di più,limitandomi a parlare via skype.Non so perchè ma non sento(o almeno a me sembra)il bisogno di vedere nessuno(a dire la verità non sento proprio nulla).Sto parlando di questo perchè una settimana fa un mio amico mi ha proposto di andare in un parco acquatico ma io ho rifiutato dicendo di non avere voglio e lui oggi mi chiede su what's app
perchè non mi va e dicendomi che io non capisco quello che sto facendo stando a casa e non uscendo.Io non so' perchè se ne sia uscito con questa discussione ma al mio dire:"ma se non esco saranno cavoli miei" lui mi risponde che sono un inetto e non capisco;A questo punto io dico:"magari non capisco,cosa vuoi dire allora?"lui ritiene di non potermelo dire.Al mio continuo chiedere perchè non ricevo risposta e quindi chiudo la conversazione come lo farei con mia madre,mandandolo a quel paese.
Adesso io mi sono fatto un regionamento:il non uscire enfatizza la rabbia del paragrafo 1,ma sinceramente non so' neanche io darmi una spiegazione,se non col:non ne sento il bisogno.
Il paragrafo 3 riguarda mio padre:
A metà luglio mio padre arrivo in città dicendomi che stava per venirmi a prendere e io gli dissi che non mi andava e avevo di meglio da fare ma se proprio voleva vedermi,passava da casa e lo salutavo.Il giorno dopo si ripetette la stessa situazione e lui disse:"Ok,non mi vuoi vedere." e chiuse la chiamata.
Una settimana dopo lo chiamai per chiedergli se poteva mettere 30€ nella mia postepay(lo ha fatto la maggior parte delle che l'ho chiesto).Alla mia richiesta lui rispose:Perchè dovrei farti un favore se tu non vuoi vedere neanche tuo padre?.Io gli dissi che non sentii il bisogno di vederlo e lui se ne uscì con la frase:un po' di rispetto.Questo ha scatenato in me una sensazione di fastidio e pronunciai parole che venivano dal profondo della mia mente:CON RISPETTO TU INTENDI LA LECCATA DI PIEDI,lui non mi rispose e mi salutò chiudendo la chiamata.
Non so cosa sia ma sono stanco di non ricevere le risposte che mi spettano(questo per me è rispetto).
Scusate la lunghezza,ma ne avevo veramente bisogno(potrei riscriverlo all'infinito).