IlSolitoIgnoto ha scritto:Il male no ,ma non si può parlare, vanno quasi tutti per scopare e (cosa che odio) ti viene l'emicrania dopo 2 minuti...
AbyssichateWolf ha scritto:infatti ho parlato di tristezza nobile, se vedessi da esterna una scena del genere, osservare la solitudine di un individuo che passa le sue giornate in un bosco volutamente lontano dalle persone è o vuoi o no un quadro malinconico, non puo' mai essere un quadro di gioia e positività, L'allontanarsi dall'umanità per rifugiarsi in un luogo a contatto con la natura potrebbe non essere un momento triste se lo si adotta con la mentalità tipicamente umana di molti pseudoasociali, ovvero il 90 per cento della loro vita è sociale e poi si godono quel 10 per cento di momenti del genere perchè hanno bisogno dei loro momenti di solitudine. Ma per una persona che passa le sue giornate tra solitudine a casa e luoghi abbandonati fino alla morte, puoi dire tutto cio che vuoi, parlare di nobiltà,eroismo,dignità, orgoglio, ma oggettivamente è una vita triste.
AbyssichateWolf ha scritto:A me sembra di essere stato chiaro nel discorso che ho fatto, non ho altro da aggiungere. Mi pare di leggere nelle risposte un po ipocrisia di base dettata piu' dal desiderio che dalla realtà di saper vivere la solitudine in maniera forte e serena quando invece il proprio io, per deficit biologici e schiavo di forze cosmiche a cui non può sottrarsi, ne verrà a lungo andare inevitabilmente logorato. Sfido chiunque nel caso riesca ad avere le palle di farsi una esistenza totalmente solitaria, quando sarà vecchio in un letto di ospedale a morire solo, a dire 'la mia solitudine non è stata triste affatto'. L'unico caso forse in cui questo si puo' verificare è l'essere diventati totalmente pazzi negli anni. Io non credo l'essere umano riesca a vivere una solitudine non triste, perchè è inferiore di base, questo è il motivo per cui ho usato il termine oggettivo, probabilmente se conoscessi altre forme di vita che non siano gli esseri umani potrei ipotizzare un concetto di solitudine differente.
AbyssichateWolf ha scritto:A me sembra di essere stato chiaro nel discorso che ho fatto, non ho altro da aggiungere. Mi pare di leggere nelle risposte un po ipocrisia di base dettata piu' dal desiderio che dalla realtà di saper vivere la solitudine in maniera forte e serena quando invece il proprio io, per deficit biologici e schiavo di forze cosmiche a cui non può sottrarsi, ne verrà a lungo andare inevitabilmente logorato. Sfido chiunque nel caso riesca ad avere le palle di farsi una esistenza totalmente solitaria, quando sarà vecchio in un letto di ospedale a morire solo, a dire 'la mia solitudine non è stata triste affatto'. L'unico caso forse in cui questo si puo' verificare è l'essere diventati totalmente pazzi negli anni. Io non credo l'essere umano riesca a vivere una solitudine non triste, perchè è inferiore di base, questo è il motivo per cui ho usato il termine oggettivo, probabilmente se conoscessi altre forme di vita che non siano gli esseri umani potrei ipotizzare un concetto di solitudine differente.
lorenzo75 ha scritto:A me capita a volte di andare in giro da solo...al cinema il sabato sera,un giro in bici o in piscina d'estate...ho alcuni amici ma a volte sono impegnati quindi me ne vado da solo quando capita,ma è sicuramente peggio stare a casa,se esci almeno fai qualcosa che ti piace e anche se in un contesto triste meglio di niente...se le persone che mi vedono mi ritengono sfigato ca..i loro,che mi stiano alla larga che gente socievole e ignorante non ho bisogno...
Le discoteche mi fanno schifo...tutti ammassati come topi di fogna a fare casino e parlare di stronzate....mi avanzano queste cose,sono due gradini sopra a questi avanzi di galera...il motto è. Sempre lo stesso...pochi ma buoni
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