Partiamo da Topolinia.
Già il nome è fuori luogo, dato che oltre ai petulanti e per fortuna poco presenti Minni e Tip&Tap, l'unico topo è proprio Topolino. Gli altri personaggi o sono gatti (Gambadilegno e Trudy) o cani di varie razze (Pippo, Manetta, Basettoni o il vero cane Pluto ecc.ecc.). Addirittura c'è una mucca (Clarabella, che infatti dà l'idea di essere una vacca tanta) e Orazio, un cavallo che ha una relazione con lei, e non oso immaginare in privato cosa combinino un equino con un bovino. Anche tra i cittadini di Topolinia i topi sono quasi assenti, essendo in gran parte i tipici umani da fumetto, persone quasi vere con un tartufo nero al posto del naso.
Passiamo al crimine. A Topolinia di norma c'è un solo ladro, Gambadilegno, che si attira le attenzioni di tutta la polizia. O meglio, di Topolino, dato che la polizia topolinese è praticamente incapace di fare qualsiasi cosa.
Lo schema è questo: Gambadilegno (spesso da solo, a volte in compagnia di Trudy, Sgrinfia o Macchianera) commette un furto. Il commissario Basettoni chiama Topolino, di solito alle 5 di mattina tirandolo giù dal letto. Topolino passa a prendere Pippo (che si stava facendo una pippa) e iniziano a indagare, mentre Basettoni e l'ancor più disutile ispettore Manetta restano in ufficio ad attendere notizie. Topolino si ingegna per risolvere il caso. All'inizio non cava un ragno dal buco, però c'è sempre un piccolo particolare che gli frulla in testa ma che non riesce a mettere a fuoco (in questo ricorda molto il Tenente Colombo o la Signora in giallo). Improvvisamente Pippo, che aveva dormito fino a quel momento, dice una pirlata (o una pippata) qualsiasi, ed ecco che quelle parole fanno venire in mente a Topolino il dettaglio mancante. Così il topaccio (come lo chiama Gambadilegno, e ne ha ben donde) telefona a Basettoni che li raggiunge e arrestano Gamba (ma la gamba di legno sarà la terza?)
Il problema è che Topolino è un cittadino qualsiasi, un dilettante per passione, che però, non si sa perché, può girare armato, sparare, pedinare e interrogare sospetti, perquisire abitazioni e frugare negli archivi della polizia. Una roba che nella realtà costituirebbe una serie di reati, mentre invece i veri poliziotti, pagati dai topolinesi, non sanno mai che cavolo fare finché non li chiama l'amico. Difatti in qualche storia in cui Topolino è assente per vari motivi, Basettoni si chiede come potrà mai risolvere il caso senza di lui. Magari lavorando?
Quantomeno però Basettoni e Manetta, appunto, "lavorano", quando non mangiano.
Infatti il tema del lavoro è l'altra incongruenza seria. Di cosa vivono i personaggi? Topolino fa l'investigatore dilettante (senza licenza), quindi o il Comune lo ricompensa (in nero) per l'aiuto dato al mediocre Basettoni perché ufficialmente le istituzioni non possono ammettere che un cittadino qualsiasi giri pistola in mano per le strade, oppure non si sa con cosa si mantenga. Pippo ogni tanto si diletta in qualche mestiere, ma di norma passa la vita a ronfare sull'amaca. Eppure entrambi dispongono di una villetta con giardino, così come praticamente tutti gli altri abitanti, dato che la vita condominiale non esiste. Questa è una caratteristica anche di Paperopoli, e pare davvero classista, perché lascia intendere che il benessere, e quindi la felicità, l'abbiano solo i residenti in una casetta di proprietà, mentre nei condomini sono stipati i poveracci, talmente bassi nella scala sociale che non vale neanche la pena di raffigurarli in qualche storia.
Già detto della milfona Clarabella, che invece immagino come si mantenga, l'unico che lavora davvero onestamente è il suo compagno Orazio, che fa l'aggiustatutto. Infatti è un individuo di indescrivibile tedio che compare davvero di rado, anche perché l'avventura più emozionante che gli capita è quando finisce i bulloni e deve telefonare al fornitore per farsene mandare altri.
Come dire al lettore, guarda che il lavoro vero, onesto, non paga, non va di moda, se vuoi essere qualcuno devi fare l'eroe. O il ladro, visto che Gambadilegno e i suoi soci sono molto presenti nella saga, rubano, vanno in galera, e la storia dopo sono già liberi, come in un indulto perenne, cosa che farebbe impallidire anche i Radicali (uguale per i Bassotti paperopolesi). Va però detto che a Topolinia esistono negozi, fabbriche ecc.ecc., quindi gli unici a non avere una vera occupazione sono proprio i protagonisti principali. Anzi, a dir la verità, l'unico è proprio il topo malefico. Praticamente i disegnatori hanno inventato per lui, decenni prima, l'attuale Reddito di Poltronanza, cioè soldi in cambio (almeno sulla carta) di manovalanza per conto del Comune.
Tralascio per dignità ogni commento su Superpippa.
Passiamo a Paperopoli.
Almeno qui il nome è più coerente, dato che i paperi sono in larga maggioranza, essendo presenti in buon numero anche tra i cittadini comuni, sebbene a volte succede che un passante qualsiasi, un papero, che abbia un diverbio magari con Paperino, per offenderlo gli dica robe tipo "Ehy papero, attento a dove vai!". Sì, ma lui cos'è? Forse una reminiscenza dei tempi, quando i neri per offendersi, tra di loro si chiamavano negri?
Comunque, partiamo dal personaggio più diseducativo di tutta la Disney, cioè Paperon de Paperoni, un vero schiavista: costringe il parentame a lavorare quasi gratuitamente per lui una ventina di ore al giorno, minacciando altrimenti sfratti o azioni legali, elargendo in cambio un paio di dollari o una pacca sulla spalla, roba che anche un cinese si ribellerebbe. Ne sanno qualcosa la segretaria Miss Paperett e soprattutto il maggiordomo Battista, trattato peggio di una pezza da c*lo, che però, guarda caso, da lì non se ne va. Cioè, potrebbe lavorare per un altro miliardario (magari proprio il nemico Rockerduck), equipaggiato delle migliori tecnologie e con uno stipendio da favola, e invece resta con il vecchio pazzo a farsi prendere a badilate in faccia.
Sfugge ripetutamente al fisco, inventandosi stratagemmi illegali per non pagare le tasse, dando quindi l'idea ai giovani lettori che sia giusto così.
Pur di sconfiggere il suo eterno rivale Rockerduck non esita a compiere autentiche truffe con esiti a volte distruttivi per la collettività. Naturalmente anche Rockerduck agisce così, solo che, mentre il "pivello in bombetta" è considerato cattivo, la "vecchia tuba" è un mito. Mah....
Essendo di pessimo carattere, quando vuole liberarsi dai vari seccatori nel suo ufficio (che siano nipoti in cerca di un prestito, affaristi vari o la sua spasimante Brigitta con una torta) ricorre ai tremendi sistemi di espulsione, con tanto di pedate meccaniche e lanci dalla finestra. Una cosa del genere nella realtà, data l'altezza del deposito, vorrebbe dire omicidio di primo grado.
Inoltre, quando respinge l'assalto dei Bassotti al deposito, li cannoneggia con dei veri cannoni medioevali, con tanto di palle di piombo pesanti trenta chili l'una, che quando non vanno a bersaglio rotolano per la città scendendo dalla collina, si presume quindi facendo danni enormi in giro. Infatti a volte il sindaco di Paperopoli (un porcello...) gli commina una multa da un fantastilione di dollari.
Per quanto riguarda il resto del lavoro, discorso simile a Topolinia. Anche qui c'è una specie di Orazio, cioè Archimede, un genio in grado di inventare qualsiasi cosa, avendo la possibilità di diventare ricchissimo, ma chissà perché preferisce farsi sfruttare da Paperone lavorando giorno e notte. Di fatto è un'aquila, ma come furbizia un merlo. Gli altri si arrabattano come possono, solitamente, come detto, per conto di Paperone, tranne Gastone, il superfortunato che vive di rendita.
Capitolo crimine. Addirittura, diversamente che a Topolinia, la polizia ufficialmente non esiste nemmeno, comparendo solo quando la chiama Paperone per raccattare quel che resta dei Bassotti (gli unici ladri presenti) dopo che li ha cannoneggiati e insacchettati. Invece per quanto riguarda Amelia, la fattucchiera napoletana, ci pensa Paperone con il suo archibugio caricato ad aglio.
Praticamente a Paperopoli tutto ruota intorno a Paperone molto più di quanto succeda a Topolinia con Topolino. In questo qualcuno l'ha paragonato al Berlusconi italiano dei tempi d'oro: età vera perennemente celata, soldi a palate, televisioni private, evasione fiscale e la sgradevole sensazione di averlo preso in c*lo dopo aver avuto a che fare con lui.
Anche qui, come per Superpippa, evito ogni discorso su Paperinik.
Alcune cose accomunano le città: l'uso anacronistico del voi (retaggio del Ventennio?), il punto esclamativo in ogni frase affermativa, l'esistenza dei genitori solo per i personaggi di contorno (mentre tra quelli principali il rapporto di parentela è zio/nipote) e le quattro dita. Mentre, prerogativa di Paperopoli, è il cannibalismo (a volte i paperi mangiano dei polli arrosto). Eppure in nessuno dei due universi paralleli esiste il concetto di "andare in bagno", perché anche quando viene fatto vedere l'ambiente bagno della casa di qualche personaggio, compaiono la doccia e il lavandino, cesso e bidé mai (per quest'ultimo saranno felici i mangiabaguette). Di fatto gatti, paperi, topi e cani non cagano. E nemmeno si ammalano (mai letto di tumori o infarti), perché gli ospedali compaiono solo quando viene ricoverato Paperino dopo una caduta dalle scale o dopo le legnate prese da Paperone in seguito a un disastro combinato in qualche lavoretto. Disastro che ha ovviamente fatto perdere al vecchio taccagno non meno di 8.000 fantastiliardi, cosa ricorrente in molte storie, ma chissà perché allora il papero più ricco e miglior affarista del mondo si ostina a raccattare la pessima manovalanza dei nipoti per risparmiare lo stipendio di un vero professionista, rimettendoci ogni volta metà della propria ricchezza? Rimarrà anche questo un mistero.
Riferimenti alla religione compaiono solo in qualche storia, solitamente d'avventura, in cui i paperi vanno alla ricerca di un'antica popolazione con il culto di qualche strana divinità.
La politica è trattata marginalmente, più che altro con fazioni interne alle vicende (come quando Paperino e il suo vicino Anacleto Mitraglia si erano candidati a sindaco) ma non come destra/sinistra, e nonostante il tutto sia ambientato negli Stati Uniti non si parla di immigrazione e pochissime volte sono apparsi caratteri di colore.
Lo spauracchio della morte è vago, dato che i vari personaggi stanno attenti quando attraversano la strada per non fare una brutta fine, ma tanto anche se li prende in pieno un camion al massimo rimbalzano via come Fantozzi.
Strano anche il senso del pudore: mentre gatti, topi e cani sono vestiti umanamente, i paperi si coprono sopra e restano nudi sotto, cioè in teoria si vedrebbero genitali e ano, eppure non se ne vergognano. Però, se casualmente perdono la giacchetta e rimangono scoperti dalla cintola in su (è capitato raramente) diventano preda dell'imbarazzo, come se mostrare il petto fosse peggio dei testicoli o della vagina. Ovvio, eccezion fatta per la solita Clarabella che quando corre esibisce tranquilla i suoi mutandoni bianchi, ma quella è la Cicciolina della Disney.
La sessualità è soltanto presunta, nel senso che al massimo si vedono bacetti sulle guance, quasi mai sul becco o sul muso, e anche qualora capiti, la scena viene tagliata con un trucco (tipo un grosso cuore che copre i due spasimanti per non far vedere che si limonano). Anche perché i fidanzamenti, tipo Paperino/Paperina con il terzo incomodo Gastone o Topolino/Minni con Pippo che si masturba, sono praticamente eterni e ognuno vive a casa propria. Gli unici che condividono lo stesso tetto (e letto) sono Gambadilegno e Trudy (e si sa come sono le gatte quando vanno in calore) e Basettoni e la moglie Petulia, forse l'unico caso di coniugi in tutta la serie, se ben ricordo. Si presume quindi che se lo ficchino, ogni tanto. Non scordando i già ultra menzionati mucca/cavallo (Clarabella e Orazio, certo).
Per finire, a proposito di ficcare, ecco una bella pubblicità che compariva spesso a inizio anni Duemila, raffigurata nella foto sotto. Quel grattacielo a cosa assomiglia? Sì, proprio a stoca...d'altronde lo leggono anche gli adolescenti, che almeno così possono già avere i complessi di inferiorità quando si fanno la doccia. Naturalmente a me non è mai accaduto.
