Noi e la morte

Proprio come se fossimo al bar!
Condividiamo momenti di felicità!! Parliamo di tutti quegli argomenti che non rientrano nelle sezioni più specifiche.

Noi e la morte

Messaggioda StillWandering » 08/02/2013, 16:23



Che approcio avete nei confronti della morte? La domanda è utile, perché a secondo di come si vive la morte si può capire come uno vive la vita. Per un incidente, per malattia, per vecchiaia, insomma nei più disparati modi, morire, oltre a nascere, è l'unica cosa che dobbiamo fare tutti. Se muore qualcuno a voi caro, come reagite? E nel sentire qualche tragedia nei tg? Nel sapere che nei paesi più poveri la mortalità è alta? La morte è forse il più grande tabù dell'umanità, pertanto dite la vostra sulla morte sotto ogni punto di vista che vi viene in mente. Credete in qualche aldilà? Nella reincarnazione? O tutto finisce? Perché per voi ci dovrebbe esserci un aldilà o una reincarnazione o perché dovrebbe finire tutto? Quali prove avete a sostegno della vostra tesi? Sono tesi razionali, fondate, o è più che altro un desiderio, una speranza? La morte è un argomento non a 360 ma a 720 gradi!
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Messaggioda Elpis » 08/02/2013, 19:40



La morte prima o poi prende tutti, ovvio si spera sempre il più tardi possibile, da credente si credo in una vita dopo la morte, l’anima continua ad esistere e dovrà lottare molto per poter raggiungere la vera pace eterna, se muore un familiare, una persona cara, il dispiacere c’è sempre, siamo umani non macchine. poi che sia per incidente o per vecchiaia, alla fine bisogna farsene una ragione purtroppo non si può prevedere come e dove avverrà, resterà sempre il dolore piano piano si attenuerà ma non sparirà mai, della tesi su l’esistenza dell’ aldilà o Paradiso chiamatelo come volete non me ne faccio niente, mi basta la mia fede e per quello in cui credo.
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Messaggioda Raex89 » 09/02/2013, 0:05



La more è la fine. Dopo che la morte sopraggiunge smetti di esistere sotto ogni punto di vista. Non esiste nessun aldilà, nessuna anima immortale. Per questo fa così tanto paura. La morte non da la pace che tanto si cerca. Perchè per provare pace, serve un minimo di coscienza. La morte è la fine. Quindi può solo servire a porre fine alla nostra vita e a tutto quello che la vita comporta.
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Niente, eppure il cielo è blu
Ma non vediamo niente perché a testa bassa noi,
Guardiamo giù.
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finimmo di aspettare
provando a vivere
e non vogliamo andare
in paradiso se
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Messaggioda StillWandering » 09/02/2013, 0:23



Da amante della scienza, rispondo che non so cosa ci sia dopo. La fisica quantistica ci insegna che non è detto che ci sia una certezza. Ecco che allora un gatto può essere sia vivo che morto, un elettrone in due posti contemporaneamente. Tutto questo finché avviene l'osservazione, ovvero soltanto morendo potremo sapere che cosa c'è. Fino ad allora, nulla si può dire, però credo che la religione sia come una droga per combattere le proprie debolezze. Della serie, "Non riesco ad affrontare la morte, mi invento un dio e la scaccio" (notare la minuscola). Quando vedo i credenti che piangono ai funerali, rimango perplesso. Se credono in un aldilà, che motivo hanno di piangere? Ora o dopo incontreranno il caro defunto, no? Il miglior modo di affrontare la morte è con dignità, accettandola come parte della vita. L'amore e la semplicità fanno parte della dignità. Non hai tempo per pensare alla morte frattanto che vivi al massimo ogni istante, se vivi ogni giorno come se domani dovesse essere l'ultimo. Ovviamente passare il tempo a ubriacarsi, a fumare, a riempirsi di cibo-spazzatura non è vivere al massimo. Significa essere dei dissoluti che magari hanno dalla loro l'età giovane, ma con il passare degli anni l'oste presenterà il conto. L'errore che fanno in molti è considerare la vita come un bene assoluto, da salvaguardare ad ogni costo. Non è così. Dove sta la dignità in un malato di SLA che rimane immobilizzato? Non si muore quando il cuore cessa di battere, ma quando non si ha più modo di amare, si perde l'autosufficienza, la dignità. Per questo, chi pensa che la vita sia un bene assoluto, da salvaguardare a tutti i costi, in realtà non ama la vita o l'ama solo parzialmente. Purtroppo so che la mancanza di una risposta affligga la maggior parte delle persone, che irrazionalmente inventano dei, paradisi, inferni, vergini e via discorrendo. Ma è così e non bisogna farsi alcuna aspettativa di immortalità, così come non è detto che tutto finisca. Può anche darsi che l'anima esista. Se dovessi reincarnarmi, almeno spero di non essere un Fabrizio Corona o un bimbominkia. La morte è il più grande tabù dell'umanità, ma tocca averci a che fare. Anziché tentare senza successo di esorcizzarla, dovremmo conoscerla meglio, studiarla. Esiste un anatomista che, sotto autorizzazione, trasforma i cadaveri in opere d'arte grazie a una tecnica simile all'imbalsamazione, per far vedere come siamo fatti "dentro". Per molti, quello che fa è tabù, vergognoso, ma è tutto autorizzato e penso che sia utile per fronteggiare la morte con dignità. Inutile chiudere gli occhi, fingere di non vedere, demonizzare. L'angoscia di non sapere dovrebbe essere un motivo in più per capire che non è brutto dover morire, ma bello aver vissuto (se non vengono meno dignità e autosufficienza, altrimenti favorevolissimo all'eutanasia). Vivere la vita con l'angoscia della morte è tempo buttato. Quel che dovrà essere sarà, per ora pensiamo a vivere al top.
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Messaggioda R3c0n_Phantom » 09/02/2013, 2:05



Siamo cellule, niente anima, niente spirito. La morte è solo il nome della fine della vita di un essere vivente o, più genericamente, in senso figurato, di qualcosa che ha vissuto. Se muore una persona cara, il dolore che si prova non risiede di per sé nella sua morte, questa è solo un nome, ma risiede nel non rivederla mai più, risiede nel dolore fisico che ha provato prima di non poterlo più provare. La depressione, l'amore, la gioia, la paura, emozioni, sono alcune delle doti che i gruppi di cellule hanno ottenuto con l'evoluzione. I gruppi di cellule non pensano, non provano emozioni, io non sono evoluto, penso come le macchine, il cervello, la creazione, non è ancora stata dichiarata, spiegata, dimostrata. Fa parte di una dimensione troppo grande per essere concepita. C'è, tutto mi spinge a ripudiarla, ma c'è. La materia si muove grazie alle forze, forze create da corpi mossi da forze. Dove nasce? Dov'è l'inizio? Nel cervello? Nella creazione? SI può trovare l'inizio pensando? Pensare... i pensieri dove iniziano? Un corpo autonomo, autocomandato, il cervello... Che cos'è il cervello? Non definibile, generico, uno spazio nell'universo. Per ora. Per me.
La morte, di per sé, è solo un nome, ma ciò che avviene quando si riferisce alla morte come una azione è infinitamente grande. Il cervello si spegne, una vita, la vita, un universo, una esistenza, scompare nel nulla. Com'è possibile? La materia non si crea né si distrugge , perchè le cose vengono dimenticate? una cosa che non esiste non è definibile come "cosa" visto che non esiste, il fatto di menzionarla col nome "cosa" la crea. La cosa in questione non è composta di materia, un'idea, un'immagine forse. Niente si crea e niente si distrugge, l'ha dimostrato Lavoisier, siamo allora dentro l'immagine nella testa di qualcuno? Quel qualcuno potrebbe vivere in un universo dove è ammessa la creazione e la distruzione della materia. Siamo stati creati in un altro "mondo". Se siamo stati creati dovremmo prima o poi venir distrutti, allora la materia si può distruggere per noi, ma non creare. Da dove viene allora? La materia si crea quando entra nella testa delle persone, quando le persone si rendono conto dell'esistenza di un qualcosa, quando la definiscono nella propria esistenza. La materia così si crea e con la morte si distrugge. F**c*lo Lavoisier! xD diariodiario!
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Messaggioda Richetto » 09/02/2013, 8:18



The end.
E basta.. :(
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Trovasi 5 km nord-ovest Bir El-Abd. Carri ARIETE combattono."
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Messaggioda Sloboda Gorko » 11/02/2013, 14:47



Il modo in cui considero la morte dipende. Se vengo a sapere che un signore è morto a 99 anni e 11 mesi per cause naturali,dopo che era uscito pazzo,non riusciva a camminare ed era attaccato a una bottiglia di ossigeno non mi mette dolore,anzi,dentro di me penso ''Era ora che morisse!'' Perché comunque la sua vita aveva vissuto,che viveva a fare ormai? Mentre quando vengo a sapere delle stragi inelle quali una persona uccide tante altre persone che non avevano fatto nulla per meritare la morte,allora,ovviamente mi mette dolore,perché quelle persone avevano tanto davanti. La stessa cosa quando al cimitero,quando vado a fare pulizie vedo quelle tombe di bambini di pochi giorni e mi chiedo perché questa crudeltà verso quei piccolini e verso i cuori delle loro famiglie.
Però se devo pensare a me,che muoio non mi fa caldo né freddo. Io vivo,poi quando arriverà si vedrà,io penso a vivere invece di pensare a cosa succederà dopo. Non so se può esserci una reincarnazione,se ci sono paradiso o inverno,non mi importa,se non lo possiamo sapere,pazienza,non posso passare la vita a cercare di scoprire cosa succederà dopo. Io spero che sarò in un posto migliore ma non posso saperlo. Diciamo che il mio comportamento verso la morte è ''quando vuoi passare passa,se sei così inevitabile e fai quello che vuoi tu è inutile fare qualcosa''.
Non so se avete capito.
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-Naši koferi su bili ponovo na trotoaru,imali smo dug put ali to nije važno,put je život.

(Le nostre valigie erano di nuovo sul marciapiede,avevamo molta strada da fare ma questo non è importante,la strada è la vita).

(Jack Kerouac).
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Messaggioda StillWandering » 11/02/2013, 18:01



Il fatto è che il dolore e la sofferenza sono dovunque, impossibile esorcizzarli anche con la più grande sensibilità e bontà al mondo. Non è affatto bello che una bambina venga uccisa da un maniaco, che in Africa milioni e milioni di persone muoiano di fame, ma va così. Considero la morte come qualcosa di normale e non va affatto demonizzata. Se continuiamo a dire ai bambini che chi muore va in cielo, beh, il bambino potrebbe crescere con l'angoscia, con la paura della morte. Magari finisce per rifugiarsi in qualche droga per cercare di esorcizzare la morte, che sia eroina o la religione. Sul dopo, come detto una risposta non c'è... lo trovo scientifico, perché la scienza non si basa solo su quelle formulette di meccanica che vi insegnano al liceo, la scienza è molto più vasta e profonda. Quando moriremo (pensate all'elettrone), sapremo cosa sarà. Poi ciascuno è libero di credere in quello che vuole, nel nulla o in un qualche paradiso. Buon per lui, ma non ci sono prove (dire "è la parola di dio" lo trovo paraculo) e non v'è alcuna razionalità. Sia in un senso che in quello opposto (quello dell'ateo... che magari punta le sue argomentazioni usando la scienza). Penso che se si ama non si ha modo di pensare alla morte e, se tutto davvero finisce, bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto, perché altrimenti è un peccato. Anche questo punto di vista fa parte della dignità. Forse quel che turba è l'aspettativa dell'immortalità. Io non ce l'ho, non so cosa sarà dopo. E se proprio devo reincarnarmi, spero di non essere certi tipi di personaggi. Quello che mi auspico è arrivare a 100 anni senza finire attaccato a macchine, senza più una dignità, senza più poter fare ciò che amo, senza più autosufficienza. Preferirei morire subito, in tal caso.
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Messaggioda Shinji » 11/02/2013, 23:01



La morte è un argomento a cui penso davvero molto poco perché ritengo sia più importante,e interessante,pensare alla vita.Intendo dire che riguardanti la vita,il mondo ecc. trovo così tante cosesu cui riflettere,sia positive come negative,che non ritengo minimamente interessante pensare alla morte.
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...A melody in my head


A volte il silenzio è la miglior risposta...
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