Benvenuta Alice.
Le mie enormi temutissime scale portavano alla stanza di mia zia e mia nonna, che non sapevo perche', la' dormienti nel letto, mi incutevano un terrore mortale e non so perche' spesso dovevo avvicinarmi al loro letto e avevo il terrore si svegliassero, in quel momento erano come demoni orribili per me.
Era un terrore ben poco infantile e totale, ogni volta era come se il cuore dovesse schiattare, non capivo come gli umani potessero sopravvivere a tanto orrore.
Non ho brutti ricordi di loro percio' mi chiedevo perche' sempre questo sogno
Alla fine solo mia madre avrei potuto sognare come fonte di paura, perche' lei fu il parente e genitore abusante sin da che eravamo piccole, anzi mia zia ci difendeva dalle sue furie, ricordavo- anche se mai erano come quelle a porte chuse.
Ebbene, solo dopo tempo, casualmente, scoprii CHE NOI AVEVAMO ABITATO A CASA DI MIA NONNA E ZIA!! Allora ero troppo piccola per poi ricordarlo.
E' cosi' che secondo me la mia mente riviveva continuamente lo shock di quei giorni (non oso pensare cosa ci facesse quando eravamo troppo piccole per difenderci minimamente e qualcosa ho pure orribilmente saputo) associando quelle orribili sensazioni a quella casa e quelle persone dove quelle sensazioni eran nate e riposte in una memoria remota di poppante. Ecco che il ricordo di quel sentire era legato a mia zia e mia nonna e la mente univa il tutto insieme, oppure e' che al solito la rabbia folle di mia madre si innescava quando vedeva quelle pie e povere figure su cui poteva oggettivare e scatenare le sue frustrazioni e sadismi usandoci sicuramente come cavie, come quando davanti a una me ormai grande prendeva i da lei coccolatissimi gatti spremendoli e torturandoli in una maniera che una qualsiasi persona per bene ne sarebbe impazzita.
Forse le sognavo come portatrici sadiche di morte se si fossero svegliate perche', come quando si alzava mio padre, era al risveglio di loro due in quelka casa, che cominciava l' orrore. Strano mio padre nn l'ho mai sognato.
Quanti percorsi sconosciuti che fa la mente.