La Paura è una Sega Mentale (Libro)

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La Paura è una Sega Mentale (Libro)

Messaggioda Antonella » 23/07/2015, 13:47



Qualcuno di voi ha letto il libro "La Paura è una Sega Mentale" di Giulio Cesare Giacobbe?

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Ci sarebbe descritto un fantomatico training (chiamato "Training per lo Sviluppo della Personalità Adulta" - che mi han detto che si trova su eMule la versione per i maschi, cercando 'psicoterapia evolutiva')...

Alcuni spezzoni tratti dal libro "La Paura è una Sega Mentale":

L'invenzione della psicoterapia evolutiva è stata, come molte altre invenzioni, casuale. Avevo provato tutte le metodiche conosciute, con le persone che soffrivano di insicurezza, paura, ansia, depressione, angoscia, attacchi di panico. Ma inutilmente. Naturalmente tutte terapie basate sul dialogo. La paura se ne frega, dei ragionamenti. Finché un giorno venne da me Vincenzo. Aveva cinquantanove anni. Da dieci anni soffriva di paura. Paura di tutto. Non sapeva nemmeno lui di cosa e perché. Aveva paura e basta. Non era in grado di uscire di casa da solo. Se non lo accompagnava la moglie. Non usciva in strada, da solo. Non guidava l'auto, da solo. Non prendeva un autobus, un treno, un metrò, da solo. Non parliamo dell'aereo. Aveva paura. Paura di tutto. Paura di ammalarsi. Paura di invecchiare. Paura di rimanere solo. Paura di vivere. Una nevrosi grave. Invalidante. Che lo ha costretto alla pensione anticipata. Che naturalmente lo ha aggravato. Che fare? Le solite lunghe chiacchierate inutili? All'inizio è stato così. Vincenzo, devi smettere, di avere paura. Vincenzo, non c'è niente, di cui avere paura. Come dire a un pesce: devi smettere, di stare sott'acqua. Come sparare a una nuvola. Poi un giorno, per fare qualcosa di diverso, ho provato con l'ipnosi. Non quella vera, quella profonda. Non il sonno di cui non si ricorda nulla. Quella superficiale. Con il soggetto sveglio. Solo un po' assopito. Che a voler fare i precisini non è nemmeno ipnosi. Ma si chiama così da quando la usa la programmazione neurolinguistica. Forse non fa al caso di Vincenzo, mi dico. Non è stato violentato dallo zio. E nemmeno dalla zia. Il che è ancora meno comprensibile. Non ha subito alcun trauma. Almeno così dice lui. Dice che non ricorda. Ma non sono forse proprio i traumi rimossi, quelli che non si ricordano, a provocare la nevrosi, l'isteria, secondo la psicanalisi? Anche se questo non sembrava proprio, un caso di isteria. Infatti non aveva nessun sintomo, dell'isteria. Che è poco frequente, negli uomini. Ancora meno nei napoletani. Così, senza nemmeno troppa convinzione, lo metto in questa ipnosi superficiale.

Soli. Abbandonati. Terrorizzati. Senza la mamma. Nella vita reale tutti attaccati morbosamente a una "mamma". La moglie. Il marito. La fidanzata. L'amica. Il cane. Ma queste mamme non li guariscono. Perché sono mamme finte. Non possono stare a loro disposizione ventiquattr'ore su ventiquattro. Ecco dunque la causa della nevrosi infantile! L'autoimmagine infantile di sé. Il persistere della personalità infantile. Altro che trauma! Non c'è stato nessun trauma. Tecnicamente si tratta di una nevrosi non traumatica. È per questo, che non viene diagnosticata. Perché non essendoci un trauma a causarla, non se ne vede la causa. Le nevrosi non traumatiche sono state finora chiamate nevrosi aspecifiche. Perché non se ne conosceva la causa e quindi non si potevano
classificare. Ma c'è, la causa. L'autoimmagine infantile di sé. Il persistere della personalità infantile. Una causa specifica. Quindi altro che nevrosi aspecifica! Una vera e propria nevrosi infantile. È così, che è nata la psicoterapia evolutiva. E se la causa della sofferenza nevrotica è l'autoimmagine infantile di sé occorre rimuovere l'autoimmagine infantile di sé, per guarire dalla sofferenza nevrotica. Da dove? Dalla memoria. Per mettere da parte un oggetto della memoria occorre crearne un altro più potente. Che lo sovrasti e lo sostituisca. Occorre creare un'altra autoimmagine di
sé. Un'autoimmagine forte, sicura di sé, che non ha paura di nulla. L'autoimmagine di adulto. Occorre dunque cambiare la personalità del soggetto da quella infantile a quella adulta. Ma come fare? Occorre trapiantare nel soggetto una personalità adulta che vada a sostituire quella infantile e trasformi il soggetto da bambino in adulto. Questo, fa la psicoterapia evolutiva. Trasforma il soggetto da bambino in adulto attraverso la trasformazione della sua autoimmagine.

Come fare allora per guarire dalla nevrosi infantile? Evidentemente l'operazione da fare è costruire una personalità adulta che vada a prendere il posto di quella infantile. Abbiamo visto che la personalità è costituita di due componenti: l'autoimmagine e il protocollo comportamentale. Quindi occorre costruire un'autoimmagine adulta di sé e assumere un comportamento tipico dell'adulto. In natura entrambi si costruiscono in seguito all'esperienza. E' l'esperienza di episodi di indipendenza, di autonomia e di dominio dell'ambiente, che dà luogo alla costruzione di un'autoimmagine adulta di sé. La constatazione della mia capacità di indipendenza, di autonomia e di dominio dell'ambiente mi fa dire «io sono un adulto» e mi fa vedere me stesso come un adulto anche a livello di visualizzazione.
E' lo stesso processo con il quale si è costruita la mia autoimmagine di bambino. Ogni volta che io dico a me stesso: «sono un adulto», «sono in gamba», «ce la faccio», «ci riesco», «sono capace» io metto nel libro, cioè nel banco di memoria che costituisce la mia personalità adulta, una pagina con su scritto: «IO SONO UN ADULTO». Ed è così che si costruisce la mia autoimmagine di adulto. Perché la mia autoimmagine di adulto prenda il posto della mia autoimmagine di bambino occorre però che il libro costituente la mia personalità adulta contenga più pagine del libro costituente la mia personalità infantile. Ossia che il banco di memoria costituente la mia autoimmagine adulta sia più voluminoso e potente di quello costituente la mia autoimmagine infantile. Solo così, esso si imporrà e si sostituirà alla mia autoimmagine infantile. Il che implica che i richiami alla mia autoimmagine adulta devono essere frequenti. È normale che io mi faccia fare fotografie in abbigliamenti e atteggiamenti da adulto. E che cominci a sentirmi un adulto. Sempre di più. Le mie esperienze da adulto si ripetono sempre più frequentemente. La mia autoimmagine di adulto si rafforza sempre di più. Finché diventa decisamente la mia autoimmagine prevalente. A questo punto la mia autoimmagine di adulto coincide con la mia identità principale. Io sono diventato un adulto. L'autoimmagine di adulto è dunque l'esito delle esperienze da adulto e della costruzione della personalità adulta. Possiamo dire che l'autoimmagine di adulto coincide, con la personalità di adulto.

L'esperienza ripetuta di comportamenti da adulto è stata la base della formazione dell'autoimmagine di adulto. È evidente però che noi non possiamo proporre l'esperienza di adulto come terapia. Non possiamo paracadutare i nostri ragazzi (di trentacinque anni) in zona di guerra e andare a riprenderli dopo due anni. Non li ritroveremmo più. Dunque poiché la memorizzazione del comportamento è inevitabilmente il risultato dell'esperienza, dobbiamo rinunciare alla memorizzazione del comportamento. Ma ci rimane l'autoimmagine. L'autoimmagine è, come abbiamo visto, nel processo naturale di crescita il risultato del comportamento. Ma è anche vero che il motore che muove l'attivazione di una personalità e che possiamo dire coincida con quella personalità è appunto l'autoimmagine. Una volta costruita, infatti, l'autoimmagine diventa lo stimolo all'attivazione del comportamento. Se dunque l'autoimmagine adulta è il risultato a cui il processo naturale di crescita conduce ed è la condizione necessaria all'attivazione della personalità adulta, l'autoimmagine adulta è ciò che noi dobbiamo costruire. E lo possiamo fare anche in assenza di comportamenti specifici da adulto. Perché l'autoimmagine è costituita di immagini visualizzate di sé. E queste noi le possiamo creare. E' vero, come abbiamo visto, che l'autoimmagine contiene anche una concettualizzazione del comportamento. Ma questa concettualizzazione non occorre costruirla. Noi la possediamo già. La tipologia comportamentale dell'adulto è già registrata nella nostra memoria. Tutti, hanno sperimentato il comportamento adulto degli altri.

I miei comportamenti da adulto, prodotti dall'autoimmagine adulta di me, diventeranno sempre più frequenti. E finiranno per diventare abituali. I ripetuti comportamenti da adulto andranno a rafforzare ulteriormente la mia autoimmagine adulta. Finché un bel giorno io mi ritroverò a pensarmi come un adulto. A sentirmi, un adulto. A vedermi, un adulto. E sarò diventato un adulto. Sarò guarito dalla mia nevrosi infantile. La costruzione dell'autoimmagine adulta è dunque il processo che sta alla base della psicoterapia evolutiva.

Il diventare adulti è in assoluto la prima cosa da fare nella vita tutto il resto viene dopo. Se non si diventa adulti, la vita si trasforma in una tragedia. La prima cosa da fare dunque è sviluppare la propria personalità adulta. Emanciparsi. Questa procedura, una volta valore morale e sociale fondamentale, oggi ha perduto persino il suo significato. Molti giovani non sanno nemmeno cosa vuol dire, emanciparsi. Vuol dire rendersi indipendenti. Prima economicamente e poi affettivamente. E quindi trovarsi un lavoro e non farsi più mantenere dai genitori. Ma c'è un'altra condizione esperienziale, necessaria alla costruzione della personalità adulta. La solitudine. Perché solitudine significa indipendenza affettiva. Cioè non avere bisogno di essere amati per essere felici. La solitudine, terrore del bambino, è per l'adulto la garanzia della sua libertà. La libertà è per l'adulto un bene supremo. Libertà di gestire la propria vita secondo i propri gusti e i propri interessi. Il bisogno di libertà è il segnale che il processo di crescita verso lo stato adulto sta cominciando. Quindi l'adulto nella solitudine ci sta benissimo. Possiamo addirittura usarla come test. Quando sarai in grado di vivere la solitudine con piacere, la tua personalità adulta sarà definitivamente radicata. La solitudine è infatti l'esperienza cruciale per la radicalizzazione della personalità adulta.

Abbiamo visto che in natura la personalità adulta si costruisce attraverso l'esperienza. Infatti nel processo naturale di crescita l'autoimmagine adulta è il risultato dell'esperienza. Ed è l'esperienza, che convalida la presenza della personalità adulta. Il costruire l'autoimmagine adulta attraverso la psicoterapia evolutiva permette di eliminare i sintomi della nevrosi infantile. Ma è comunque l'esperienza, quella che porta a definitivo compimento il processo evolutivo della personalità adulta. L'apporto della psicoterapia evolutiva all'evoluzione individuale è creare un'autoimmagine adulta che permette di accedere, all'esperienza di adulto. È un trampolino che permette al pulcino di prendere il volo e diventare un'aquila. Ma è l'aquila, che deve volare, non il trampolino. Quindi è il soggetto, che deve fare l'esperienza di adulto. Non il terapeuta. Si presume che il terapeuta l'abbia già fatta. Già la pratica dei tre poteri che il soggetto sviluppa nel corso stesso della terapia per realizzare la sua autoimmagine adulta costituisce un'importante esperienza evolutiva. Ma una volta guadagnata un'autoimmagine adulta di sé, il soggetto dovrà metterla in pratica. Quindi dovrà realizzare una situazione ambientale tipica dell'adulto. Questa enunciazione teorica è confermata da testimonianze concrete: "Per quanto riguarda il diventare ADULTI (e oggi non è poco), il training dà la possibilità di farlo, ma sta al soggetto metterlo in pratica. In qualche anno si può diventare ADULTI. Ovviamente va vissuto LO STATO DI ADULTO, che significa semplicemente affrontare la solitudine e mantenersi economicamente e non continuare a stare con i genitori e farsi mantenere". (Mark811, 20 gennaio 2009, Forum del sito http://www.giuliocesare-giacobbe.org) Lo stato di adulto è caratterizzato, come abbiamo visto, da due condizioni. L'autonomia e la capacità di sopravvivenza. Dovrai dunque allontanarti dai genitori, vivere da sola o da solo e mantenerti economicamente. L'automantenimento equivale a ciò che in natura è il procacciamento del cibo. E quindi è assolutamente necessario trovare un lavoro. Non ha nessuna importanza il lavoro che fai per renderti economicamente indipendente. Essere schizzinosi riguardo al lavoro è infantile. L'adulto si adatta a qualsiasi lavoro. Un lavoro umile, manuale, per iniziare va benissimo. Anzi è molto utile. Permette di apprendere l'umiltà, la resistenza alle frustrazioni, la
tenacia, la forza e la volontà di lotta. Tutte doti importanti negli adulti. Diventata una persona di successo ti potrai vantare di avere iniziato dal basso. Dalla gavetta. Come molti. Una volta negli USA, quando erano era una nazione pionieristica, i presidenti delle grandi società e persino della nazione si vantavano di avere avuto un'inizio duro. Il lavoro inizialmente ha soltanto questa funzione: renderti economicamente indipendente. Ed è una funzione fondamentale. Soltanto una volta raggiunta l'indipendenza economica potrai pensare alla carriera. La vita la si comincia dal basso, non dall'alto. Come i grattacieli. Si diventa generali partendo dalla truppa, non dall'ufficio di Stato Maggiore. Infatti prima si diventa adulti e poi si fa carriera. Il contrario non funziona.

Abbiamo visto che nell'evoluzione naturale il modello è al centro della strutturazione della personalità. Il modello sarà dunque anche al centro del training. Infatti ci permetterà di costruire quell'autoimmagine adulta che costituisce l'obiettivo della psicoterapia evolutiva. Il modello deve essere adatto al soggetto. Questo significa che deve necessariamente appartenere al suo ambito culturale. Non ha senso proporre come modello un tagliatore di teste dell'Amazzonia a un impiegato della city newyorkese. Il tagliatore di teste andrà bene per l'appartenente a una tribù amazzonica. Il modello non solo deve appartenere alla cultura del soggetto, ma deve anche essere capace di impressionare sufficientemente il suo inconscio. Deve quindi contenere in sé una particolare forza. Deve essere cioè particolarmente suggestivo. Esso può provenire dalla vita reale. Un parente, un conoscente, un vicino, una persona conosciuta in una circostanza particolare, possono essere tutti candidati a diventare il modello di adulto assunto dal soggetto. Se il soggetto gli attribuisce la caratteristica di essere un vero adulto. Ma il modello può essere preso anche dal mondo virtuale. Cioè dalla letteratura, dal cinema, dalla televisione. Può essere un attore o un personaggio. Ci sono però due personaggi che assolutamente non vanno usati. Il Principe Azzurro e Cenerentola. Questi due assolutamente no. Perché entrambi, il Principe Azzurro e Cenerentola, pongono la loro felicità nelle mani dell'altro. Il che è tipicamente infantile. Il modello può anche coincidere semplicemente con una funzione o un'attività particolare. Un marine. Una velina. Un pilota. Un'attrice. Un cacciatore. Un'indossatrice. Un banchiere. Una squillo. O semplicemente un uomo o una donna dotati di caratteristiche particolari. Un grande seduttore. Un uomo bellissimo. Una splendida donna, seducente e affascinante. O forte e agguerrita. Insomma, tutti i modelli che vuoi. Nel mio training io uso due contenitori dentro i quali il soggetto può mettere quello che vuole: la Donna di Luce e il Guerriero di Luce. La mancanza di definizione di queste figure permette al soggetto di elaborare il modello secondo il proprio patrimonio culturale, le proprie aspirazioni e le proprie capacità. Quindi di adeguarlo a sé. Derivandolo dalla propria cultura.

La metodica principale della psicoterapia evolutiva è costituita dal training per lo sviluppo della personalità adulta. Esso va praticato il più frequentemente possibile per tutto il tempo necessario alla guarigione. Ossia fino alla scomparsa dei sintomi quali ansia, depressione, attacchi di panico, insicurezza ecc. Ossia fino alla scomparsa della paura. Il tempo medio di applicazione del training è tre mesi. Ma in alcuni casi è stato sufficiente un mese. Altri hanno richiesto sei mesi.


Che ne pensate? :confused: Vale la pena comprare il libro? (So che il training audio costa un pacco di soldi, ma si può fare una registrazione "fai da te" versione femminile prendendo spunto dalla versione maschile che si trova in giro per la rete)...

Cavolata? :violin:
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La Paura è una Sega Mentale (Libro)

Messaggioda xrgspf » 10/09/2015, 13:37



In questi giorni sto leggendo "Alla ricerca delle coccole perdute", un libro sempre di Giacobbe che introduce ed espone le tre principali personalità dell'individuo: il bambino, l'adulto, il genitore. Da quello che hai scritto molto probabilmente "La paura è una sega mentale" prende la "teoria" e la usa per guidare chi vuole "guarire dalla nevrosi infantile" ergo far diventare adulto chi è rimasto bambino..

Trovo strano che un libro sia rivolto solo al genere maschile senza evidenziarlo in copertina a meno che "diventare belle str***a e ricca" non sia la sua controparte femminile xD?

Comunque sia credo l'importante sia l'approccio con la quale leggere: Assimilare tutto quello che può essere utile e provare sul campo, correggere gli errori, provare sul campo, correggere gli errori ..ecc..ecc.. (La vita è un "trial and error" xD)
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La Paura è una Sega Mentale (Libro)

Messaggioda xrgspf » 10/09/2015, 13:38



In questi giorni sto leggendo "Alla ricerca delle coccole perdute", un libro sempre di Giacobbe che introduce ed espone le tre principali personalità dell'individuo: il bambino, l'adulto, il genitore. Da quello che hai scritto molto probabilmente "La paura è una sega mentale" prende la "teoria" e la usa per guidare chi vuole "guarire dalla nevrosi infantile" ergo far diventare adulto chi è rimasto bambino..

Trovo strano che un libro sia rivolto solo al genere maschile senza evidenziarlo in copertina a meno che "diventare bella, str***a e ricca" non sia la sua controparte femminile xD?

Comunque sia credo l'importante sia l'approccio con la quale leggere: Assimilare tutto quello che può essere utile e provare sul campo, correggere gli errori, provare sul campo, correggere gli errori ..ecc..ecc.. (La vita è un "trial and error" xD)
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La Paura è una Sega Mentale (Libro)

Messaggioda Baraddur » 10/09/2015, 14:09



Antonella ha scritto:Qualcuno di voi ha letto il libro "La Paura è una Sega Mentale" di Giulio Cesare Giacobbe?

Ci sarebbe descritto un fantomatico training (chiamato "Training per lo Sviluppo della Personalità Adulta" - che mi han detto che si trova su eMule la versione per i maschi, cercando 'psicoterapia evolutiva')...

Che ne pensate? :confused: Vale la pena comprare il libro? (So che il training audio costa un pacco di soldi, ma si può fare una registrazione "fai da te" versione femminile prendendo spunto dalla versione maschile che si trova in giro per la rete)...

Cavolata? :violin:



Lessi qualche anno fa il primo successo editoriale dell'autore, "Come smettere di farsi le seghe mentali...", e anche il secondo "Alla ricerca delle coccole perdute, una psicologia rivoluzionaria per il single e per la coppia". Inizialmente mi piacque, ma dopo ho capito che le cose che avevo letto erano superficiali e ora non c'è niente da fare, ma quest'autore non mi piace proprio, è troppo autoreferenziale.

Non c'è niente di nuovo nella sua psicologia... il concetto di personalità da bambino, adulto o genitore, è preso dall'analisi transazionale: https://it.wikipedia.org/wiki/Analisi_transazionale


Ha avuto molto successo editoriale perché propone ricette facili con un linguaggio per tutti... ma la sostanza è poca, così come anche le novità. Ha preso dei concetti teorici da altri autori e non li ha semplificati... li ha banalizzati.
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Baraddur
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La Paura è una Sega Mentale (Libro)

Messaggioda xrgspf » 11/09/2015, 17:36



Per chi fosse interessato è possibile scaricare gratis sia il libro in questione, "La Paura è una Sega Mentale", sia "Alla ricerca delle coccole perdute" dal sito dell'autore.. °°
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xrgspf
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La Paura è una Sega Mentale (Libro)

Messaggioda Pagoda » 07/10/2019, 22:10



[quote="Antonella"]Qualcuno di voi ha letto il libro "La Paura è una

Ciao Antonella ho letto il libro "la paura è una sega mentale" e ti chiedo se hai ascoltato il traino audio e cosa ne pensavi
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Pagoda
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La Paura è una Sega Mentale (Libro)

Messaggioda Baraddur » 18/10/2019, 13:12



Titolo fuorviante, la paura è solo un'emozione, in sè nè buona nè cattiva, peraltro adattiva.

Semmai è l'ansia - il distress e non l'eustress - ad essere negativa.
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Baraddur
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