Sono profondamente infelice e non trovo via d'uscita

Questo forum di aiuto vuole essere una vera casetta della coccola.
"Mi sento troppo triste" quante volte lo hai detto o sentito dentro? Hai mai guardato in faccia il tuo dolore? Qual è la sua voce? Fallo parlare, qui.
Disturbo depressivo, bipolare, maniacale, e altri disturbi dell'umore.
La depressione in particolare è una sofferenza drammatica, dalla quale occorre uscire attraverso la pazienza e la dedizione a noi stessi; ma anche attraverso la fiducia e la vicinanza di chi sa bene come ci si sente. Questo forum è aperto anche a chi è semplicemente triste e ha voglia di sfogarsi.

Sono profondamente infelice e non trovo via d'uscita

Messaggioda Beelzebub94 » 03/01/2016, 0:10



Buonasera a tutti,
ringrazio chi avrà la pazienza di leggere le poche righe che sto per scrivere, ma soprattutto chi avrà voglia di rispondere o condividere il proprio pensiero con il sottoscritto.
Sarò breve.
Sono un ragazzo, o forse dovrei già dire "un uomo", ormai vicino ai 22 che si trova in una situazione abbastanza penosa, in parte per colpa sua, in parte per colpe altrui e in parte anche per puro caso.
Ho sempre sofferto, soprattutto a partire dagli anni del liceo, a causa della mia cronica incapacità di instaurare rapporti di amicizia o anche solo semplici conoscenze. Timidezza, bassa autostima, insicurezza, il mio aspetto e anche una certa goffaggine hanno condizionato la mia vita fino a farmi contemplare, più volte, l'ipotesi, mai del tutto scartata ma nemmeno posta seriamente in atto, del suicidio, visto a questo punto come una liberazione non solo dalle sofferenze passate e presenti, ma anche da un futuro che ormai comincia inesorabilmente ad avvicinarsi e a tirare le somme di questi primi 21 e passa anni di vita. Il punto è questo: se in passato mi sono ritrovato solo e depresso (sempre), ora mi trovo solo (ho solo un amico di cui magari parlerò più avanti), depresso, nostalgico e senza speranze. Sento di non essere in grado di andare avanti, di aver fallito in ogni ambito della mia vita e di non poter più fare nulla per migliorare. Ho fallito nello studio (terminato per sempre con la maturità e mai proseguito), ho fallito nel lavoro (ho lavorato stagionale un'estate e mi è servito a capire che non sono in grado di far nulla, poi magari approfondirò più avanti), nella vita sociale e sentimentale (per i motivi che ho già esposto). Insomma, stanno venendo a mancare tutti i pilastri su cui una persona costruisce la propria vita e sento che non c'è nulla che potrei fare per cambiare il corso degli eventi. Il mio futuro sembra destinato a essere una lenta agonia, troppo vecchio per cambiare, troppo giovane per morire... non lo so.
Qualcuno di voi si è trovato nella mia stessa situazione? Vale la pena andare avanti?
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Beelzebub94
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Messaggioda Royalsapphire » 03/01/2016, 1:10



Ciao amico, benvenuto tra noi :tao:
Dove collochi la famiglia in tutto questo? Dov'è mentre tu ti senti depresso, senza lavoro e senza futuro?
Intanto per tirarti su posso dirti che non esiste che tu non sappia far niente, esiste semmai che tu non abbia ancora trovato il tuo posto. Non soltanto nel lavoro ma anche nella vita sociale. E lo troverai se avrai volontà. Non temere.
Intanto ti auguro la buonanotte, mi raccomando cerca di riposare staccato la testa dai pensieri :luce:
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Messaggioda kathellyna » 03/01/2016, 11:18



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Messaggioda Bonifacio » 03/01/2016, 11:24



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Messaggioda Beelzebub94 » 03/01/2016, 11:26



Ciao e buongiorno. La famiglia? Diciamo che ormai conoscono bene la mia situazione ma la sensazione è che anche loro ormai siano rassegnati. D'altra parte visti i tempi hanno anche ben altre cose a cui pensare, soprattutto dal punto di vista economico.
Ci sta che non abbia ancora trovato il mio posto, ma il punto è proprio che ormai l'età avanza e non sono più, come dire, un ragazzino che potenzialmente può ancora scoprire chissà che cosa. Sento che mi sto perdendo. Per quanto riguarda la volontà, personalmente penso che non mi sia mancata, ho sempre cercato di tirarmi fuori, in passato anche con aiuti esterni e farmacologici per l'ansia sociale di cui soffrivo e soffro, ma con scarsi risultati. Spesso il rimedio si è rivelato peggiore del male e ho preferito ripiombare nella solitudine confortevole della mia stanza piuttosto che continuare ad avere una vita sociale tutt'altro che soddisfacente. Dopo molti anni di tentativi ho realizzato che non mi sentirò mai completamente a mio agio con gli altri, che la mia solitudine sarà anche triste e deprimente ma è la mia condizione più naturale. Così ho abbandonato quasi ogni velleità residua di vita sociale e relazionale, anche perché adesso non solo soffro di ansia sociale, ma mi manca anche l'esperienza che avrei dovuto acquisire negli anni dell'adolescenza e che ormai nessuno mi insegnerà più.
Il problema è che adesso sto avendo grosse difficoltà anche a realizzarmi dal punto di vista lavorativo. Come detto, negli anni scorsi ho trovato, quasi per miracolo, un'occupazione stagionale; è stata un'esperienza tutt'altro che formativa e, se possibile, distruttiva. Ne sono uscito completamente abbattuto. Ho dovuto fare i conti con tutte le mie ansie, la mia goffaggine -sono piuttosto imbranato, vado nel pallone anche quando mi viene chiesto di eseguire una mansione semplice semplice come spostare una sedia- e di conseguenza anche le prese in giro dei colleghi e del mio capo. Ho capito, tardi, che forse avrei dovuto scegliere un percorso di studi diverso. A 14 anni decisi di iscrivermi in un liceo, "apre la mente" dicevano, per poi decidere, terminati i cinque anni, che non avevo alcuna intenzione di fare l'università perché nella mia città non esisteva una facoltà adatta a me. In questo caso, lo ammetto, sono stato un cretino, perché ho preso delle decisioni senza pensare in maniera lucida.
Insomma, questa è più o meno la mia situazione. Non so più che fare, non so nemmeno perché sto scrivendo qui ma tanto vale...
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Messaggioda La Musica del Vento » 03/01/2016, 12:55



Benvenuto :welcome:
Mi ritrovo in molte cose che scrivi... Anche io soffro di ansia sociale, se vorrai condividere con noi episodi che ti sono accaduti recentemente.
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Messaggioda Sognatore recidivo » 03/01/2016, 14:04



benvenuto ...secondo me è un po presto per dire che hai fallito.... anzi dovresti pensare seriamente di riprendere gli studi...e ne sei ancora in tempo... comunque ci si vede qui sul forum...
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Messaggioda Janvier » 05/01/2016, 16:21



Ehi Bellz.
Ci sono un paio di cose che mi sento di doverti dire : la prima è che sembri me 26 anni fa , quando avevo la tua età.
Facevo un lavoro di cui non m'importava un fico secco e per il quale nemmeno avevo studiato i 5 anni precedenti. Sopportavo le giornate con quella mestizia e rassegnazione tipica di chi si trova in una stanza dalla quale vuole uscire e non vede le porte ( e le porte ci sono sai ?) . La svolta per me è arrivata poco dopo , quando mi sono iscritto ad un corso di musica. Già suonicchiavo in qualche cantina con degli amici , anzi no , amici non li definirei visto che si ammazzavano di canne e facevano a gara per chi era il più ignorante...comunque si suonava - per così dire - assieme e quella è stata una scintilla d'ispirazione. Mi sono iscritto a questo corso , pensando " vabbè vediamo , almeno suonare mi piace " . La scoperta è stata che c'erano altri "strani" come me. Altri a cui non fregava nulla di rientrare nell'omologa dei coetanei. Gente che aveva punti di vista e modi con cui affrontare la difficile realtà di confrontarsi con " gli altri" , diversi dai miei. Erano per certi versi dei guerrieri , dei poeti . Quando usci " Dead poets society" ( L'attimo fuggente -come venne tradotto in Italia ) fu un'illuminazione. Volevo entrare nella pellicola ed abbracciare forte quel Prof. Keating che insegnava esattamente le cose che sentivo dentro ma a cui non riuscivo dare un nome.
Ora , scriverlo qui può sembrare banale ma è veramente così : della vita puoi fare tu quello che vuoi e hai un potere per potere attuare questa cosa , che devi solo scoprire. Come te , a casa non capivano . A loro bastava che mi divertissi con la musica . A volte nella loro ignoranza , i miei -soprattutto mio padre - se ne uscivano con frasi che a loro sembravano battute e a me non facevano altro che minare l'autostima.
Ho passato interi weekend in una cantina fetida con la mia batteria , un ampli , un mangiacassette ed un leggìo dove poggiavo gli spartiti che dopo un anno avevo imparato a leggere e suonavo sulle basi musicali sino alle due del mattino. Tornavo a casa e quel simpa del mio vecchio diceva " Sei stato in cantina con la tua fidanzata di legno eh ?" .
Mi mancava moltissimo non avere una ragazza. Ero goffo , magro come uno stuzzicadenti , una selva di capelli ed un paio di occhiali da talpa , timido ed insicuro. Mamma lo sapeva e comprendeva . Lui lo sapeva e queste erano frasi con cui iniettava fiducia nell'autostima del proprio figlio.
Le mie lezioni erano bisettimanali , prima di cena ma avevo iniziato ad intrufolarmi anche 3 o 4 volte la settimana , in classi diverse dalla mia . Chiudevano un occhio e questo non ha fatto altro che a farmi comprendere che c'è sempre , sempre un luogo e qualcuno che è adatto a noi "strani" . Cercare di seguire l'omologa può spezzare i sogni prima e le gambe poi.
Per cui sorrido , quando leggo " a 22 sono in ritardo". Non lo sei per niente , ragazzo mio. Focalizzati su una-due cose che ti prendono e buttati dentro con l'accortezza di saper riconoscere un mentore , una guida che ti insegni tutto su ciò che sceglierai. Non c'è attività giusta o sbagliata , ma vai là fuori e buttai dentro , scoprirai che hai ancora tempo , che non sei solo e che puoi essere ciò che vuoi ed è in questo percorso che i fantasmi inizieranno a svanire.

La seconda cosa che devo dirti è che ho un figlio di 17 anni affetto da una latente forma di autismo. Timido, insicuro , loquace come un sasso e timoroso di tutto ciò che non "sente" compatibile a lui. A 12 anni si è avvicinato alla musica rivelando una dote naturale come batterista che alla sua età mi sognavo. A 15 ha iniziato ad appassionarsi a foto e video montaggi . In estrema sintesi , io da padre separato ho sempre cercato di supportarlo ed incentivarlo in questi talenti e comunque a fargli provare diverse esperienze ( scoutismo , nuoto , lanciarsi tra gli alberi con le imbragature , Londra , Venezia , ecc. ecc. ) affinchè potesse sentire al momento giusto la campanella empatica in questa o quell'altra attività e potesse buttarsi dentro scoprendo quanto ho scritto prima .
Sua madre blocca ogni iniziativa perchè non lo vuole "strano" , ma questa è un'altra storia. Triste , purtroppo. Ma il ragazzo cresce e pur con le sue sensibilità particolari e timori vari , gli occhi li aprirà . E capirà.
Coraggio.
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