Quando sto male di solito scrivo.

Questo forum di aiuto vuole essere una vera casetta della coccola.
"Mi sento troppo triste" quante volte lo hai detto o sentito dentro? Hai mai guardato in faccia il tuo dolore? Qual è la sua voce? Fallo parlare, qui.
Disturbo depressivo, bipolare, maniacale, e altri disturbi dell'umore.
La depressione in particolare è una sofferenza drammatica, dalla quale occorre uscire attraverso la pazienza e la dedizione a noi stessi; ma anche attraverso la fiducia e la vicinanza di chi sa bene come ci si sente. Questo forum è aperto anche a chi è semplicemente triste e ha voglia di sfogarsi.

Quando sto male di solito scrivo.

Messaggioda ricky89 » 19/06/2013, 10:49



Sto male.
E voglio scriverlo perchè non posso urlarlo. Con le lacrime che spingono agli angoli degli occhi e chiedono di uscire, sento il cuore battere nel petto forse troppo forte, e ripeto nella mia testa le solite due parole che troppo spesso popolano la mia giornata: sto male.
Ma quando a nessuno interessa c'è poco da fare; cominci a non lamentarti nemmeno più, e imprigioni il tuo dolore dentro agli occhi che diventano tristi. Può essere davvero che nessuno se ne accorga? Dicono che parlare aiuta, che basta sfogarsi per trovare un pò di conforto, ma è così anche quando non esiste soluzione ai tuoi problemi? Ho provato a farlo, in famiglia, con amici e conoscenti che animati da un momentaneo altruismo rispondo ai tuoi sfoghi con frasi fatte e convenzionali che dovrebbero farti stare meglio, o peggio ancora si limitano ad un'alzata di spalle, un sospiro, perchè non hanno più risposte alle tue parole.
Mi sembra giusto a questo punto provare almeno in parte a spiegare il motivo del mio malessere; è difficile riassumerlo in qualche riga, perchè non è facile nemmeno spiegarlo a me stesso. So solo che di giorno in giorno il mio mondo diventa sempre più malato e sbagliato, ed è così che non riesco più a guardarmi allo specchio, a vedermi in fotografia, a mostrare interesse per il mio aspetto fisico che così tanto detesto. Entro a testa bassa in ascensore, perchè quel dannato specchio che riflette la mia immagine che non posso aggiustare è lì; la mattina lavo i denti fissando il tappetino del bagno, i riflessi delle vetrine e degli schermi mi torturano. Quelle maledette fissazioni non ti lasciano in pace, anzi aumentano. Un momento di tranquillità e spensieratezza con amici viene rovinato da quel tarlo nella testa che ti fa sobbalzare il cuore e desiderare ardentemente di morire. Meccanicamente alzi gli angoli della bocca per mascherare quel momento di sconforto, ma quel sorriso o quella risata forse in realtà non è che il tuo giornaliero tentativo per non arrenderti; forse stai provando a vedere se quella risata un pò forzata può fungere da medicina, ma a malincuore scopri ancora una volta che è soltanto un breve sollievo.
Oltre che odiarmi esteriormente, anche il mio animo ormai è "rovinato"; sento di non provare più sentimenti sinceri, di essere diventato cinico e non potere trovare conforto nemmeno nell'amore e nell'affeto umano. Forse un momentaneo periodo di apatia - questo è quello che mi continuo a ripetere - ma quale momento, comincio a pensare di dovermi abituare a tutto ciò. Perchè gli altri sono così normali e io no?
Stamattina volevo condividere con voi questi miei pensieri, ma soprattutto volevo scrivere qualcosa per me stesso in modo da capirmi un pò di più. Spero in una vostra risposta ragazzi.
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Messaggioda Lord Le Fou » 19/06/2013, 21:22



ricky89 ha scritto:[...] ma è così anche quando non esiste soluzione ai tuoi problemi? [...]

Non sei onesto.
Se le soluzioni non ci sono, perché scaricare sugli altri? Sarebbe più onesto - nonché ti fornirebbe un approcio migliore - essere consapevole le soluzioni esistano, ma non siano state ancora rintracciate. Anche in questo caso: se ci sono, perché gli altri dovrebbero risolvere per te? Io trovo sarebbe più dignitoso - ma anche fondamentale - tu facessi questo percorso da solo; è un viaggio introspettivo, dopo tutto. Gli altri, seguendo i tuoi esempi la famiglia, sono lì che aspettano il tuo riscatto; questo non può - né dovrebbe - dipendere da loro.
[...] Mi sembra giusto a questo punto provare almeno in parte a spiegare il motivo del mio malessere; è difficile riassumerlo in qualche riga, perchè non è facile nemmeno spiegarlo a me stesso. [...]

Riallaccio al primo quote.
E' così difficile comprendere e avere controllo dei nostri stessi mali. Come possiamo aspettarci siano gli altri a porvi rimedio? ...
[...] Quelle maledette fissazioni non ti lasciano in pace, anzi aumentano. [...]

E' la meccanica della fissazione. Occorre razionalizzare ci siano e fermarsi lì. Senza lunghi discorsi e dibattiti con noi stessi: sono tarli, fine. Stare a pensarci non fa che alimentarli ... li alimentiamo di ogni sega mentale di cui siamo capaci. Le fissazioni si intercettano, presto o tardi: occorre sviluppare metodo affinché diveniamo - me incluso - capaci di bloccarle sul nascere. Ti consiglio questo thread di Royalsapphire; si parla di disturbo ossessivo-compulsivo, ma la meccanica delle fissazioni è sempre la stessa.
[...] sento di non provare più sentimenti sinceri, di essere diventato cinico e non potere trovare conforto nemmeno nell'amore e nell'affeto umano. [...]

E' una fissazione; oppure una scelta. Assunto dubiti sia una scelta, per esclusione è una fissazione.
Puoi farla passare.
Se poi fosse una scelta ...
[...] Perchè gli altri sono così normali e io no? [...]

Invidia sociale.
Come ho scritto di recente su un altro thread non invidi la loro "normalità", ma quella che tu non hai.
Spiega meglio: cos'è per te la "normalità"?

Spero di non sembrarti freddo e distaccato, non è mia intenzione; è solo l'approcio che ho deciso di adottare.
Puoi e devi farcela da solo: questo ti fornirà tanto coraggio, autostima e solidità sulla scia del successo personale ottenuto. Gli insuccessi si bilancano con i successi che non ti concedi.
Seppure qualcuno conoscesse la soluzione ai tuoi problemi, sarebbe sbagliato rendertene partecipe; devi rafforzare il tuo Io dandoti la possibilità di vivere alla pari degli altri; diversamente saresti subordinato a loro - come di fatto attualmente è.
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Messaggioda ricky89 » 20/06/2013, 8:35



Ti ringrazio infinitamente per avermi risposto così dettagliatamente. Quello che dici tu è corretto, ma è molto difficile metterlo in pratica. Purtroppo esistono problemi ai quali non c'è una soluzione, e se come me sei debole non riesci a sopportarli. Non voglio che gli altri li risolvano per me, ma non c'è cosa più bella di un conforto, un abbraccio, una parola positiva.. purchè sincera; quando ti manca anche questo rimani solo, tu e i tuoi "demoni". La normalità per me è.... difficile da spiegare; il fatto è che vedo attorno a me gente che reagisce a qualunque situazione in modo totalmente diverso dal mio, e so che quello è il modo giusto per affrontare la vita, il mio è sicuramente sbagliato, perchè mi porta a soffrire tanto.
Non mi sei sembrato freddo o distaccato, anzi. Spero di potermi confrotare con te presto.
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Messaggioda Lord Le Fou » 20/06/2013, 21:25



Non è affatto facile, su questo sono d'accordissimo.
Posso dirti una cosa di me, magari aiuta.
Io sono rimasto stipato in casa, circoscritto al perimetro della mia camera da letto per quanto ... Quattro? Cinque anni, ormai?
L'altro ieri sono uscito; mi sono imposto la necessità impellente di muovermi verso un obiettivo, semplice, e l'ho conseguito. Entrare in un negozio, acquistare una scheda telefonica, stare lì in mezzo agli altri senza problemi, pagare ed uscire. Così è stato.
Oggi ho rilanciato.
Una persona mi ha consigliato un libro e, per motivi personali, quel libro si è fatto fondamentale. Morale della favola: oggi sono uscito ben due volte, una al mattino e una al pomeriggio. Ho camminato a testa alta, salutato sconosciuti con un garbato "Buongiorno", cercato le differenze tra il presente e i ricordi che avevo delle vie percorse, scambiato due parole con una bibliotecaria, preso il mio libro e rientrato.
Non è stato facile, in entrambi i casi ho sudato vistosamente, l'ansia è stata ben presente, di tanto in tanto istanti d'apnea e stretta allo stomaco ... ma è andata. Sono stato fuori qualche oretta.
Domani voglio rilanciare ancora.
Sveglia alle 7.00 (forse 6.30) e mi faccio una passeggiata mattutina in campagna; torno, dunque mi lavo, prendo il mio libro per poi uscire in piazza, trovarmi un cono d'ombra e mettermi a leggere in silenzio per qualche ora - a casa gli altri hanno le loro cose da fare; pas grave, mi ritaglio un'oasi altrove.
Quello che vorrei ti giungesse è: cambia atteggiamento. Tu non sei sbagliato nell'essere te stesso, smetti di sentirti sbagliato perché la tua immagine non è quella che vorresti giungesse agli altri: ti nuoce e basta. Tu vai bene, esprimiti come meglio credi, puoi e devi. Molta gente che "sa affrontare la vita" della vita non ne sa nulla ... ti superano, mentre tu stai fermo, ma alla fine loro si ritrovano con un bel carro, attaccato alla groppa. Non sanno nemmeno perché lo trascinano, lo fanno ... per "coscienza". Tu - come me - stai fermo, ma il carro da buoi non lo tiri. Sei dentro un'abitudine che ti risucchia al suo interno, annullandoti per alimentarsi, dandoti a pensare sia l'unica via possibile. Io in questi giorni ho scelto d'infrangerla ... non fossi mai stato così abitudinario, in questi ultimi anni non avrei versato in questa condizione così limitante.
Funzionerà? Durerà? Ora sto bene? Non lo so. Ciò che so è la volontà d'uscirne, voglio guarire. So bene lo desideri anche tu e ti assicuro puoi farcela.
Da come hai scritto mi pare tu esca, sia a contatto giornalmente con altre persone. E' già tanto; sino a due giorni fa per me era impensabile e terrificante. Hai praticamente più speranze di me. La domanda è: vuoi almeno provare a sfruttarle? Io credo dovresti.
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Messaggioda ricky89 » 21/06/2013, 9:03



Ti giuro che cerco ogni giorno di farcela; con tutta la modestia e l'insicurezza che ho posso almeno affermare che il coraggio non mi manca.
Ogni giorno mi alzo dal letto come resettato, cerco di azzerare tutte le mie paure e stupidamente spero che come per magia tutti i miei problemi si possano essere risolti. Poi puntualmente - e credo che sia questa la cosa peggiore - più o meno rapidamente durante il corso della giornata scopro che tutto è rimasto uguale, e certe volte la situazione è addirittura peggiorata. Sarebbe meglio accettare la realtà, arrendersi, abituarsi..o è giusto fare quello che mi viene spontaneo e cioè non smettere di sperare e provare a credere di essermi sbagliato e quindi non arrendermi a quella che secondo me è la realtà dei fatti? Spero di essermi spiegato più o meno bene.

Mi dispiace molto per la tua situazione, per certi versi molto simile alla mia. Posso farti una domanda? Se magari vuoi rispondermi in privato fai pure.. ma vorrei capire, a cosa è legata la tua paura di uscire.
Mi fa piacere confrontarmi con te e ancora grazie per le tue risposte.
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Messaggioda cavalletta » 21/06/2013, 14:22



ricky mi dispiace che tu ti senta cosi? ma da dove nasce il tuo odio per il tuo aspetto fisico? se ti guardi allo specchio, sinceramente cosa odi di te? non sono brava a consolare purtroppo :( vorrei aiutarti ma non credo di avere le carte giuste, anche perchè un pò capisco come ti senti....
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Messaggioda ricky89 » 21/06/2013, 15:06



Grazie Grillina! Diciamo che ultimamente il rapporto col mio corpo è molto peggiorato, ed è arrivato all'estremo negli ultimi due anni. Se devo risponde alla domanda "Cosa non ti piace di te" in questo momento risponderei tutto, anche se so che esagero.
Penso che ognuno su questo forum può aiutare l'altro, semplicemente tramite l'ascolto e la comprensione.
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Messaggioda cavalletta » 21/06/2013, 19:31



ricky89 ha scritto:Grazie Grillina! Diciamo che ultimamente il rapporto col mio corpo è molto peggiorato, ed è arrivato all'estremo negli ultimi due anni. Se devo risponde alla domanda "Cosa non ti piace di te" in questo momento risponderei tutto, anche se so che esagero.
Penso che ognuno su questo forum può aiutare l'altro, semplicemente tramite l'ascolto e la comprensione.


già il fatto che ti rendi conto che in verità non è vero che non ti piace tutto e che quindi esageri a dire cosi, è un buon passo. ma sai cosa deriva questa tua cosa? non so, hai avuto un rifiuto, hai ricevuto delle offese oppure semplicemente non ti senti soddisfatto di come sei?
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Messaggioda Lord Le Fou » 21/06/2013, 19:50



ricky89 ha scritto:Ti giuro che cerco ogni giorno di farcela; con tutta la modestia e l'insicurezza che ho posso almeno affermare che il coraggio non mi manca.
Ogni giorno mi alzo dal letto come resettato, cerco di azzerare tutte le mie paure e stupidamente spero che come per magia tutti i miei problemi si possano essere risolti. Poi puntualmente - e credo che sia questa la cosa peggiore - più o meno rapidamente durante il corso della giornata scopro che tutto è rimasto uguale, e certe volte la situazione è addirittura peggiorata. Sarebbe meglio accettare la realtà, arrendersi, abituarsi..o è giusto fare quello che mi viene spontaneo e cioè non smettere di sperare e provare a credere di essermi sbagliato e quindi non arrendermi a quella che secondo me è la realtà dei fatti? Spero di essermi spiegato più o meno bene.

Io ho provato per tanto tempo come tu dici: dimenticare le mie paure e resettarmi ogni volta. Però non funziona, perché è solo una convizione siano dimenticate; dunque ogni volta che questa vacilla, le paure tornano accanendosi ancor più ferocemente su di te. Ho trovato più benefico - a titolo personale, sia chiaro - avere ben sentita e nitida la paura ed imparare a controllarla in tempo reale. Insomma: avere paura va bene, l'importante è non farsi sopraffare bensì controllarla. Anche perché eliminando la paura resti menomato emotivamente, tendi all'apatia.
Vediti come uno che fa scalata estrema. Se non avessi paura sottovaluteresti il pericolo ... incorrendo in plausibili gravi conseguenze. Magari ti va bene, ma emozione zero perché l'hai vissuta in modo piatto. Con la paura hai rispetto di ciò che fai, ti costringi a metterti in gioco; imparando a controllarla puoi infrangere i tuoi limiti, accrescerti, ma senza rischiare l'osso del collo o di "vivere non-vivendo".
Spero la metafora sia chiara.

Mi dispiace molto per la tua situazione, per certi versi molto simile alla mia. Posso farti una domanda? Se magari vuoi rispondermi in privato fai pure.. ma vorrei capire, a cosa è legata la tua paura di uscire.
Mi fa piacere confrontarmi con te e ancora grazie per le tue risposte.

Non hai di che dispiacerti.
La mia non è tanto paura di uscire, quanto difficoltà sociale e relazionale. Sono sempre stato uno "per le mie", ma ogni tanto il bisogno d'altri è insorto, inevitabilmente. La mia compulsività/ossessività ha favorito la rottura di molti legami stabili come di potenziali tali stroncandoli sul nascere ...
In sunto: da solo sto bene, in mezzo agli altri vivo la solitudine, avrei bisogno di - poche - persone nella mia vita con cui star bene senza darmi pena d'esser solo, onde raggiungere una felicità condivisa ben più intensa di quella autoreferenziale e solitaria.
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Messaggioda ricky89 » 25/06/2013, 9:56



Che amarezza.
La paura o l'ansia ci vuole, ok.. ma a volte diventa patologica, esagerata. Ti rendi conto che c'è qualcosa di strano in esse, e più le combatti più diventano parte di te.
Anche io non sono un tipo molto espansivo con chi non conosco, e mi chiudo nel mio mondo, che odio così tanto ma nel quale mi cullo con piacere. A costo di essere giudicato "strano" da qualcuno, preferisco rimanere nel mio comodo bozzolo che intrattenere stupide conversazioni o chiaccherate alle quali non sono interessato.
Servirebbe un miracolo, ora come ora.. la penso così, sarà la stanchezza che parla.
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