Lama ha scritto:Io ho ripreso a bere, dopo tanti anni.
Cerco quell'annebbiamento mentale che mi impedisce di fissarmi su ciò che mi fa soffrire.
Janvier ha scritto:La domanda presuppone che si attuino già dei comportamenti affinchè se ne possa uscire. Diverso è il discorso per chi come il sottoscritto vorrebbe uscire dal pantano ma non conosce gli strumenti per farlo.
Di interessi ne ho a bizzeffe : leggo, scrivo, suono , disegno , lavoro freneticamente , mi vedo con gli amici per una birra , vado a fare foto , esco con il cane , ma in fondo - nemmeno tanto in fondo , ad essere onesti - il pensiero e/o sensazione dominante è di voler risolvere il problema , dedicarsi DAVVERO alla lettura , a suonare , leggere , ecc. ma sono solo dei palliativi. Personalmente divento ipercinetico , quindi starsene seduti diventa un motivo in più per essere inquieti. L'unica cosa che conta davvero in momenti così è avere vicino la persona che in modo consapevole o inconsapevole , ha contribuito a farti sentire quella caricatura di uomo che sei in quel momento e cercare di sistemare le cose parlando . Tutte le altre attività , non hanno - purtroppo - la forza di "sospendere" lo status in cui mi è capitato ed ancora mi capita di trovarmi.
Barone ha scritto:Lama ha scritto:Io ho ripreso a bere, dopo tanti anni.
Cerco quell'annebbiamento mentale che mi impedisce di fissarmi su ciò che mi fa soffrire.
L'ho fatto anche io per molti anni, bere, fumare e drogarmi, poi ho capito che era un modo per nascondere il mio disagio, dove rifiugiarmi in momenti di sconforto di una vita triste e sola. Ora a quasi 30 anni voglio provare a cambiare, so che sarà dura perchè quando sei consapevole di non essere una persona che piace, sarai sempre solo. Voglio imparare a convivere con la mia solitudine e la sofferenza senza dovermi rifiugiare di nuovo in inutili vizi che fanno solo male alla salute.
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