Il nido di Lilli

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Il nido di Lilli

Messaggioda Lilli » 11/03/2016, 1:55



Mi ritaglio un piccolo spazio per parlare di me, della mia storia e di quello che mi passa per la testa.
Grazie a chi avrà la pazienza di leggere :lol:

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Se dovessi definire come sono sempre stata, fin da quando ero piccola, non avrei il minimo dubbio: sensibile.
Ero la tipica bambina che si nasconde dietro alle gambe della mamma e non risponde quando qualcuno le chiede come si chiama, che resta in disparte, timidissima nei primi approcci, silenziosa e beneducata.
Da che ho memoria ho sempre amato leggere. Credo di aver imparato già all'asilo, e da allora ho sempre preferito starmene per i fatti miei con un libro in mano, piuttosto che lanciarmi a giocare con gli altri, correre, gridare a perdifiato.
A quanto pare, ero davvero molto intelligente, tanto che le maestre hanno insistito per farmi fare la primina. L'ho fatta, e riuscivo a stare al passo con i bambini più grandi senza nessun problema.

Fino alla seconda elementare è andato tutto bene; avevo degli amichetti molto simpatici, andavo a casa loro a fare merenda, ero brava a scuola (tranne che in matematica, lo ammetto). Ero una bambina molto felice, questo posso dirlo con certezza, anche se un po' frignona. Ero normale.

Il tracollo è iniziato quando improvvisamente, non ho ancora capito bene perché, mia madre decise di farmi cambiare istituto. Finii in una classe di bambini particolarmente vivaci e turbolenti, che non appena si accorsero del fatto che ero più piccola, fragile ed emotiva di loro iniziarono a prendermi di mira.
Mi isolavano, mi spintonavano o mi chiudevano in bagno quando il maestro non guardava, si divertivano a farmi piangere e a mettermi a disagio in ogni modo. Ho perso il conto delle prese in giro, delle cattiverie che mi dicevano, delle volte che ero l'ultima ad essere scelta per giocare, di quelle in cui mi ritrovavo a mangiare, a passare l'intervallo e ad uscire da scuola da sola. Il maestro sapeva tutto, e non interveniva sostenendo che fossi una frignona e che le vessazioni dei miei compagni mi sarebbero state utili per rafforzare il mio carattere e per maturare. Non l'ho mai perdonato per questo.
Sono stati anni molto tristi per me. Ne sono passati ben tre, prima che mia madre si accorgesse che c'era qualcosa che non andava: non volevo più andare a scuola, cercavo mille scuse per non alzarmi la mattina, dicevo continuamente di stare male... le inventavo tutte pur di evitare quella che per me era diventata una tortura quotidiana. Mi mandò da una psicologa e mi ritirò da scuola verso Natale, facendomi perdere l'anno scolastico ma ponendo fine a quello strazio.

L'anno dopo ricominciai la scuola in un altro istituto, e stavolta le cose andarono meglio. Mi ero fatta delle amiche, avevo voti abbastanza buoni ed ero decisamente serena. Ricordo le medie come gli ultimi anni davvero felici e spensierati della mia vita, a cui andavo incontro assolutamente inconsapevole. Credo che il bullismo di cui sono stata vittima negli anni più delicati della mia infanzia mi abbia profondamente segnata, andandosi a sommare ad un carattere già di suo non particolarmente forte e causando tutto il patatrac successivo.

Iniziai il liceo classico in uno dei più famosi e rinomati istituti della mia città. Finii in una classe quasi esclusivamente femminile, in cui le ragazze erano molto più smaliziate ed adulte di me (che ero ancora un po' una bambinona, in tutti i sensi); nonostante fossi partita con tutte le buone intenzioni non riuscii a legare con quasi nessuna loro, che mi consideravano una tipa sfigata, strana, diversa. Forse come reazione iniziai, lentamente, a comportarmi e a vestirmi veramente come "quella diversa"; questo non fece che peggiorare i rapporti con loro, che iniziarono ad essere veramente velenose e cattive nei miei confronti. Roba che se durante una verifica copiavo facevano la spia con il professore, mettevano in giro voci false su di me, mi escludevano sistematicamente da ogni attività e così via.
Il mio rendimento scolastico iniziò a peggiorare, tant'è che durante il secondo anno avevo 3 o 4 materie insufficienti; alla fine fui bocciata rovinosamente.

Credo sia stato allora, a circa 16 anni, che ho iniziato a soffrire di depressione e che ho avuto la prima crisi. Mi sentivo uno schifo totale, una persona assolutamente inutile, un fallimento. Mia madre iniziò a parlare di me come della figlia problematica, quella che non esce mai dalla sua stanza e che, quando esce, va con gente poco raccomandabile. Provava a parlarmi, ma non ho mai voluto afferrare la mano tesa che mi offriva perché le serbavo rancore per i momenti in cui mi trattava male o mi sembrava non mi capisse.
Frequentavo persone che non apprezzavo unicamente per non restare sola, bevevo come una spugna perché era l'unico modo di passare qualche ora senza i pensieri orribili che avevo in testa. Per un periodo frequentai un uomo di 15 anni più vecchio di me; un tipo pericoloso, che mi faceva paura e che non mi piaceva nemmeno un po'; non riuscivo a dirgli di no, e lui lo sapeva e se ne approfittava in ogni modo. Dopo di lui ci furono altri ragazzi, ed avevano tutti in comune due caratteristiche: mi facevano ribrezzo, e mi usavano.
Iniziai a compiere atti di autolesionismo; quando nessuno mi vedeva prendevo un coltello (ne avevo uno preferito, sì) e mi tagliavo i polsi sul lato, vicino all'osso. Quando non c'era spazio sui polsi passavo alle cosce, ai fianchi; e quando non c'era spazio nemmeno lì iniziavo a prendere a pugni il muro. E piangevo, piangevo sempre.
A volte piangevo così tanto da perdere la voce, da non avere più lacrime, ed il dolore comunque non andava via. Mi stringeva il petto e la gola come una morsa e non mi faceva respirare, era come se continuassi a morire per ore ed ore; tagliarmi, in quei momenti, mi faceva stare meglio. Mi permetteva di sfogare il dolore, di allontanare i brutti pensieri per un po'. Dopo averlo fatto mi sentivo davvero bene per qualche giorno, perché pensavo di aver ricevuto la giusta punizione per il mio essere una ragazza indegna, schifosa.

Non sono mai stata credente, ma ricordo che spesso, tra le lacrime, invocavo il nome di qualcuno lì sopra; gli chiedevo di aiutarmi, di farmi smettere di soffrire anche solo per un momento, di farmi capire che ancora qualcuno mi voleva bene. Ovviamente non è mai servito a nulla; da lì sono diventata fortemente atea e sono sicurissima del fatto che dio non esista. Non può esistere, non dopo quello che ho vissuto io.

Il giorno che mia madre si accorse dei tagli che avevo sui polsi mi mandò nuovamente da uno psicologo. Era bravo, molto disponibile; devo dire che mi ha aiutata tanto ad uscire dal pantano in cui mi ero cacciata. Appena capii che ce l'avrei fatta ad uscirne da sola non mi presentai più alle sedute, ed iniziai lentamente a ricostruire pezzetto per pezzetto una vita che avevo completamente rovinato. Cambiai scuola, iniziai a farmi alcuni amici e così via. Da allora non mi sono più tagliata, anche se il pensiero di farlo (durante le ricadute che ho periodicamente avuto) mi è passato spesso per la testa; ricordo che mi faceva stare bene, che mi aiutava a non soffrire, era un gesto positivo per me.

Anche oggi, che ho una vita normalissima (che molti, anzi, definirebbero splendida), non riesco mai a sentirmi veramente felice. Immagino che la depressione non mi abbandonerà mai, ma ho imparato ad accettarla per quello che è: una parte di me con cui, volente o nolente, dovrò sempre fare i conti. Essere riuscita a superare una crisi grossa mi ha fatto comunque capire che, in un modo o nell'altro, ce la farò; che ne uscirò spennacchiata e sanguinante ma ancora viva, che potrò riprendere in mano la mia vita una, dieci, cento volte.

Fa molto male, quello sì. Non si smette mai di sentirlo, il dolore. Mi accompagna la mattina quando mi alzo e la sera quando mi addormento, e si sveglia per mordermi ogni volta che mi succede anche la più insignificante delle sciocchezze.
Passerà. Forse solo il giorno in cui mi chiuderanno in una cassa sottoterra, ma passerà. :hug:
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Ma non ero rassicurato. Mi ricordavo della volpe.
Si arrischia di piangere un poco se ci si è lasciati addomesticare.

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Messaggioda xrgspf » 12/03/2016, 19:41



Capito qui un po' per caso (sono arrivato sulla tua pagina a causa di quel gatto grassoccio che adoro *0*) ed ho deciso di leggere tutto quello che hai voluto condividere :)

Lilli ha scritto: Essere riuscita a superare una crisi grossa mi ha fatto comunque capire che, in un modo o nell'altro, ce la farò; che ne uscirò spennacchiata e sanguinante ma ancora viva, che potrò riprendere in mano la mia vita una, dieci, cento volte.


Se avessi un cappello in testa in questo momento me lo toglierei di sicuro Immagine. Ammiro le persone che non si danno mai per vinte. Certo affrontare i propri demoni non è mai facile, ma la vera forza sta nel sapersi risollevarsi ad ogni caduta ^_^
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xrgspf
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Messaggioda La Musica del Vento » 13/03/2016, 16:25



Che dire Lilli, sei una persona molto forte. Sei riuscita a superare molti di quei problemi che fino a poco tempo fa ti affliggevano, e ti sei sempre rialzata, sempre.
Se io fossi tua madre sarei molto orgogliosa di te. :luce:
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Messaggioda Lilli » 14/03/2016, 0:07



Mi fa davvero piacere che abbiate voluto leggere tutto, vi ringrazio... e i vostri complimenti mi lusingano moltissimo :shy:
Purtroppo credo di essere tutto tranne che una persona forte; magari un giorno, oggi non mi sento proprio così :facepalm:
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Ma non ero rassicurato. Mi ricordavo della volpe.
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Messaggioda vagabondo delle stelle » 14/03/2016, 0:13



Cosa dirti se non che sei una persona da ammirare... Sono convintissimo che ce la farai a uscirne del tutto e a riprendere il pieno controllo della tua vita :) questo è un augurio dal cuore che ti faccio, ma non solo, è una cosa della quale sono convintissimo :)

Un abbraccio!
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Messaggioda La Musica del Vento » 14/03/2016, 14:40



Lilli ha scritto:Mi fa davvero piacere che abbiate voluto leggere tutto, vi ringrazio... e i vostri complimenti mi lusingano moltissimo :shy:
Purtroppo credo di essere tutto tranne che una persona forte; magari un giorno, oggi non mi sento proprio così :facepalm:

Lo sei invece! Forte e coraggiosa. Forse tu non riesci a riconoscerti questi pregi, ma hai lottato per essere in piedi oggi.
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Messaggioda Tutticontrouno » 28/03/2016, 21:11



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Messaggioda ivanosign » 28/03/2016, 21:24



La tua infanzia mi ricorda molto la mia anche se nei momenti in cui hanno cominciato a prendermi di mira facevo sempre peggio di loro con chi mi prendeva in giro tanto da essere classificato erroneamente come bulletto alcune volte.
Che dire, mi sembri molto intelligente e sensibile da quello che hai scritto. Io sono qui da sta sera e già inizio a vedere gente con i miei stessi problemi più o meno. Non hai specificato quanti anni hai comunque :)
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