Partire o restare?

Questo forum di aiuto è dedicato a chi ha un temperamento timido e introverso. A chi si sottovaluta, a chi ancora non si ama, a chi avverte un costante vuoto interiore che ha bisogno di colmare. Non affrontiamo tutto da soli. Condividere questi disagi è un primo passo verso l'apertura. E' un nostro diritto! Lasciamoci colmare dal calore di chi ci sta vicino!

Partire o restare?

Messaggioda AnimaInLacrime » 31/03/2016, 17:23



Ci siamo. Il momento che temevo più di tutti è arrivato.
Devo prendere una decisione.

La mia insicurezza, nel tentativo di apparire sicura, analizza tutti i dettagli delle situazioni, li studia, li interpreta per mandarmi poi direttamente nella confusione più totale. Che sciocca, lei e io ovviamente!

La questione è semplice.
Partire o restare?

Io ho lasciato Giurisprudenza e a settembre vorrei iscrivermi a Economia.
Purtroppo questa è la facoltà frequentata dalla persona che più di tutte mi ha ferito, che ha assestato il pugno decisivo per mandarmi al tappeto, che è stata come un cancro che mi ha sgretolata dentro, che mi ha fatto mettere in dubbio quello che sono e che merito (meriterei) e l'opinione che avevo del genere umano stesso.
L'idea di vederlo tutti i giorni, anche solo la possibilità di farlo mi paralizza.
Non vedo come potrei incontrarlo e scambiare eventualmente due chiacchere e allo stesso tempo non credo che starei bene incontrandolo senza implicazioni di chiacchere.

Da qui viene la questione.
E' una fuga, in tutti i sensi. Non cerco attenuanti, so perfettamente che è da codardi ma sinceramente non so se sono in grado di affrontare una sfida come questa.
Io voglio la serenità, ho bisogno di star serena e non so se questa strada può portarmela.
Ho paura che in queste condizioni potrei facilmente prendere la decisione di saltare la frequenza alla lezioni pur di non vederlo condannandomi così di nuovo alla solitudine.
Non posso replicare l'anno che ho appena vissuto, rischio di impazzire.

Dall'altro lato abbiamo l'opportunità della partenza.
L'incognita della partenza, dovrei dire.
Partire, lasciare la mia casa, i miei affetti potrebbe farmi bene oppure no.
Da sola in una città nuova, in un posto dove non mi conosce nessuno potrebbe essere una cosa positiva, un vantaggio oppure potrebbe essere l'ennesimo grosso errore.
Ho paura che tranciare l'unico legame che ho con i sentimenti possa essere deleterio, possa chiudermi ancora di più dentro alla mia bolla di solitudine.
Potrei trovare persone che non mi piacciono e trovarmi questa volta completamente da sola, senza nemmeno la mia famiglia (o meglio quella parte di famiglia) a scaldarmi.
Non è una certezza che andarmene da qui possa portarmi felicità.

Tutto quello che potrei fare partendo (concentrarmi sullo studio, trovare un lavoretto più impegnativo, frequentare le lezioni, cercare di non essere un ghiacciolo), lo potrei fare pure qui... Ciò che cambia, che pesa sul piatto "RESTARE" è l'eventualità di incontro con questa persona.

Ho bisogno di aiuto, ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a ragionare perchè da sola sto iniziando a fare dei casini assoluti.
Io voglio studiare, voglio prendere la laurea ma nella mia testa iniziano a formarsi pensieri che sono più zavorre.
"Tanto potresti non passare", "se non passi butti un altro anno e già sei vecchia adesso, figuriamoci tra un altro anno"...

Ho davvero bisogno di aiuto :(
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Messaggioda Mikasa » 31/03/2016, 17:51



se ti puoi permettere di partire parti, assolutamente
io sono partita per evitare persone che mi avevano ferita e non me ne sono pentita sinceramente, poi ho fatto altri sbagli e avuto altri momenti difficili ma pazienza, so cose che succedono (sarebbero potute accadere anche studiando vicino casa)
ogni tanto c'abbiamo bisogno di ripartire da zero e questo per me non vuol dire scappare

gli affetti veri non li perdi studiando 3 anni fuori anima, però si, capisco che ci sono persone che sentono tanto la mancanza di casa, della famiglia

non so dove abiti nè quali possibilità hai intorno, però se hai così tanta paura io ti consiglio di cercare un posto tutto sommato vicino che ti permetta di ritornare entro qualche ora di mezzi pubblici in caso di crisi, o che ti permetta di fare avanti ed indietro abbastanza facilmente nel week end

Poi altra cosa che penso è che, siccome non credo economia sia una facoltà a numero chiuso, volendo se ti trovi proprio male fuori casa dopo un anno chiedi il trasferimento e finisci a studiare nell'università più vicina, senza dover abbandonare o altro, massimo avrai qualche esame da integrare
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Messaggioda AnimaInLacrime » 01/04/2016, 15:01



Mikasa ha scritto:se ti puoi permettere di partire parti, assolutamente
io sono partita per evitare persone che mi avevano ferita e non me ne sono pentita sinceramente, poi ho fatto altri sbagli e avuto altri momenti difficili ma pazienza, so cose che succedono (sarebbero potute accadere anche studiando vicino casa)
ogni tanto c'abbiamo bisogno di ripartire da zero e questo per me non vuol dire scappare

gli affetti veri non li perdi studiando 3 anni fuori anima, però si, capisco che ci sono persone che sentono tanto la mancanza di casa, della famiglia

non so dove abiti nè quali possibilità hai intorno, però se hai così tanta paura io ti consiglio di cercare un posto tutto sommato vicino che ti permetta di ritornare entro qualche ora di mezzi pubblici in caso di crisi, o che ti permetta di fare avanti ed indietro abbastanza facilmente nel week end

Poi altra cosa che penso è che, siccome non credo economia sia una facoltà a numero chiuso, volendo se ti trovi proprio male fuori casa dopo un anno chiedi il trasferimento e finisci a studiare nell'università più vicina, senza dover abbandonare o altro, massimo avrai qualche esame da integrare


Ciao :)!

Quando tu hai scelto di partire, ci sono stati dei momenti in cui ti sei sentita tremendamente sola? E come hai reagito a questi momenti di debolezza?

E' proprio questo che mi fa paura. Ho paura che partendo per un motivo che poi si potrebbe rivelare sbagliato, io possa fare un danno.

La destinazione eventuale sarebbe comunque Catania, a tre ore circa di distanza da dove vivo io quindi abbastanza vicino. Potrei comunque tornare a casa per il weekend. Ho scelto proprio questa città per la vicinanza oltre che per una serie di agevolazioni economiche che non dispiacciono mai.

Economia è a numero chiuso, almeno Aziendale sì ma il problema non si porrebbe, in un eventuale ritorno potrei fare comunque il test e farmi convalidare altre materie. Ho già fatto tutti i conti possibili. Nella formulazione delle ipotesi varie sono una scheggia, quando si tratta di valutarle beh... Ecco che iniziano i problemi.

Il trasferimento, l'idea di andare via di casa, di avere una mia relativa indipendenza (relativa perché farei comunque domanda per le residenze universitarie che hanno regole rigide e ferree, giustamente) è qualcosa che mi piace. Mi ci vedo a badare a me stessa, completamente, l'ho fatto, mi capita di farlo anche a casa (mia madre non è molto presente, almeno non in positivo).
Il problema è che potrei farlo dopo la laurea o anche tra un anno o anche tra un mese... Vorrei sentirla come una scelta giusta con motivazioni giuste, così sento qualcosa che stride. Una parte di me non vuole farlo perché si sente costretta a fuggire, a pensare in fretta perché la sola idea di poter rivedere quella persona mi fa sudare freddo.

L'altro giorno una ragazza che conosco mi ha mostrato una prospettiva che non avevo considerato che mi ha messo ancora più dubbi.
Secondo lei non dovrei partire, ma non è questo che mi manda in confusione.
Potrei non avere veramente più niente a che fare con lui. Voglio dire che non sono obbligata a salutarlo, a parlargli, ad essere gentile e carina. Lui non lo è stato con me, io posso non esserlo con lui.
Poco credo alla storia della superiorità, a mostrarsi superiore. Io lo odio e non gli voglio rivolgere nemmeno la parola.
E' una possibilità che non avevo considerato, sarà infantile, immatura ma sinceramente non mi importa più di tanto.

Ti ringrazio della tue parole :hug:
:hi:
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Messaggioda Mikasa » 01/04/2016, 18:58



Ah non sapevo fosse a numero chiuso, comunque si può chiedere il trasferimento anche in quel caso, ovviamente ti trasferiscono solo se si libera un posto sennò altrimenti fai come hai detto tu

Si è una situazione difficile, infatti non è che voglia fare la saputina della situazione, quello che è andato bene per me potrebbe non andare bene per te, alla fine farai quello che ti senti di fare

AnimaInLacrime ha scritto:
Quando tu hai scelto di partire, ci sono stati dei momenti in cui ti sei sentita tremendamente sola? E come hai reagito a questi momenti di debolezza?


Mi verrebbe da risponderti di no, mai sentita sola nel senso in cui credo tu lo intenda, per sicurezza potresti specificare che tipo di solitudine intendi?

Il problema è che potrei farlo dopo la laurea o anche tra un anno o anche tra un mese... Vorrei sentirla come una scelta giusta con motivazioni giuste, così sento qualcosa che stride. Una parte di me non vuole farlo perché si sente costretta a fuggire, a pensare in fretta perché la sola idea di poter rivedere quella persona mi fa sudare freddo.


Questa è una questione complessa, vorrei dire tante cose ma non saprei come riordinare le idee.
A me infastidisce che venga considerato evitare il problema, agire da codardi, il cambiare luogo per non rivedere una persona che ci ha ferito o con cui si ha un pessimo rapporto
Spesso "fuggire" è proprio la soluzione del problema, cambiare non è evitare il problema ma risolverlo (a volte)
è da stupidi ostinarsi a stare male quando si ha un'altra possibilità e soprattutto per fare cosa? Per dimostrare di essere superiori, come ti ha detto la tua amica? una persona che di noi se ne frega manco se ne accorge della nostra ostentata superiorità

La vita è fatta di relazioni perché la società si basa sul relazionarsi
relazioni che vanno male spesso generano situazioni che necessitano di un cambiamento, non sempre il cambiamento è possibile: secondo me uno dei motivi per cui dovresti andare a studiare più lontano è proprio perché hai la possibilità di scegliere, magari in futuro potresti non averla e quindi, come dire, ne avrai di tempo per dover sopportare situazioni a cui non puoi sottrarti e non è che sacrificarti ora ti aiuterà a sopportarle meglio

Però bisogna valutare anche la situazione che lasci: a parte questo ragazzo, come ti trovi? hai delle amiche che frequenti con regolarità? In famiglia ti trovi bene? Nella facoltà più vicina, oltre sempre a questo individuo, conosci qualcun altro? avresti già delle amicizie sicure?
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Messaggioda AnimaInLacrime » 01/04/2016, 23:05



Hai centrato il punto!

Non penso che fuggire sia qualcosa di spregevole, di codardo, di basso. Assolutamente no!
Penso che sia giusto pensare a ciò che è bene, ciò che è serenità e in alcuni casi felicità. E se questo me lo portasse con certezza fare i bagagli, li farei.

Credo che "essere superiori, fare i superiori" sia una gran cavolata. Non per lui, sinceramente quello che pensa non mi importa, quanto per me.
Io che ci guadagno a fingermi superiore? Di certo non sto bene a costringere la mia faccia a sorridere quando invece vorrei tenere un espressione di ribrezzo.
Credo sia più importante pensare a me, a come sto e se questo vuol dire lasciar trasparire quanto male mi ha fatto beh... Sono pronta a correre il rischio. Che poi "non mostrargli che ci stai male" implica il fatto che chi ci ha feriti possa trarre giovamento dal vederci a terra? Questa è una cosa schifosa, ancora peggiore delle porcherie che ho già visto fare...
Sto divagando comunque XD!

Io ho paura di sbagliare ancora. Perderei un altro anno, perderei i soldi che comunque in ogni caso verrebbero spesi per questo trasferimento e rischierei di perdere fiducia, volontà di fare e mi sentirei sempre più sola.
Ho già perso tempo a Giurisprudenza, ho perso quest'altro anno perché volevo essere più sicura e per altri motivi familiari. Ho voglia di riprendere in mano la mia vita!

Una ragazza che conosco è partita qualche tempo fa. Era sì impaurita ma per la nuova situazione ma era contenta. Io non lo sono.
Per questo ti dico che mi sembra più una costrizione. Niente toglie che possa essere davvero la scelta giusta per me... Non lo so. Forse ci sono troppi pensieri in circolo...

No, beh. Non ho amiche, le uniche persone con cui parlo più spesso sono fuori dalla mia città. Lì conoscerei solo mio fratello che la frequenta già e ovviamente altre persone ma solo di vista, nessun rapporto di amicizia.
In famiglia mi trovo bene al 50 %. Con una parte della mia famiglia bene con l'altra a momenti. Sono comunque la mia casa... Sono i luoghi che conosco...

Non lo so...
:*
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Messaggioda Mikasa » 02/04/2016, 16:27



Non penso che fuggire sia qualcosa di spregevole, di codardo, di basso. Assolutamente no!
Penso che sia giusto pensare a ciò che è bene, ciò che è serenità e in alcuni casi felicità. E se questo me lo portasse con certezza fare i bagagli, li farei.

Credo che "essere superiori, fare i superiori" sia una gran cavolata. Non per lui, sinceramente quello che pensa non mi importa, quanto per me.
Io che ci guadagno a fingermi superiore? Di certo non sto bene a costringere la mia faccia a sorridere quando invece vorrei tenere un espressione di ribrezzo.
Credo sia più importante pensare a me, a come sto e se questo vuol dire lasciar trasparire quanto male mi ha fatto beh... Sono pronta a correre il rischio. Che poi "non mostrargli che ci stai male" implica il fatto che chi ci ha feriti possa trarre giovamento dal vederci a terra? Questa è una cosa schifosa, ancora peggiore delle porcherie che ho già visto fare...
Sto divagando comunque XD!


ti quoto al 100% e non aggiungo altro :thumbup: :thumbup:

Io ho paura di sbagliare ancora. Perderei un altro anno, perderei i soldi che comunque in ogni caso verrebbero spesi per questo trasferimento e rischierei di perdere fiducia, volontà di fare e mi sentirei sempre più sola.
Ho già perso tempo a Giurisprudenza, ho perso quest'altro anno perché volevo essere più sicura e per altri motivi familiari. Ho voglia di riprendere in mano la mia vita!


Si ti capisco bene, però hai detto che partiresti da zero in entrambi i posti alla fine, quindi secondo me la probabilità di sbagliare è al 50% in entrambi i posti e dipende da come ti ambienteresti, quindi dalle persone che incontreresti
certo, se tu dovessi trovarti male nella facoltà vicino casa almeno penseresti di non stare pagando una stanza di affitto eccetera, però secondo me non cambia molto
Purtroppo non si può prevedere se ti ambienteresti meglio fuori casa o vicino casa, è un azzardo in entrambi i casi, allora potresti provare vicino casa e se dopo un anno va male provare a trasferirti fuori per i restanti 2 anni, oppure viceversa, la cosa più importante è che studi e dai gli esami con organizzazione, basta che fai questo e vedrai che un possibile trasferimento il tempo non te lo farebbe perdere (puoi anche informarti bene sui programmi per vedere se le materie differiscono molto o no, quali potrebbero essere convalidate con sicurezza e quali no, cose così)

Con una parte della mia famiglia bene con l'altra a momenti. Sono comunque la mia casa... Sono i luoghi che conosco...

tre ore di distanza non sono tante, potresti tornare quando vuoi, stare a casa quando non c'è lezione e studiare lì per gli esami, secondo me non soffriresti la solitudine, però anche qui la certezza non ce l'ho

ma era contenta. Io non lo sono.
Per questo ti dico che mi sembra più una costrizione.


Ecco questo è il punto secondo me. (mille secondo me XD )
se abbiamo detto che in entrambi i posti riparti da zero, che la distanza non è poi così tanta, se mettiamo da parte la paura di sbagliare...
se nonostante ciò non ti va proprio di partire questo è il problema :violin: e forse dovresti restare
tanto sto tizio non frequenterà le lezioni del primo anno con te, no? lo vedrai in giro per la facoltà, forse disgraziatamente avrete amicizie in comune, però non te lo ritroveresti a lezione tutti i giorni
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Messaggioda DontOpenDeadInside » 02/04/2016, 16:50



Ciao, io studio proprio economia a Palermo, se vuoi chiedermi qualcosa o anche solo scambiare due parole sono disponibile :)

Io penso che non dovresti farti condizionare dalla possibilità di incontrare questa persona, devi andare avanti per la tua strada, inoltre, specialmente al primo anno, le aule sono molto grandi e ci sono tanti studenti, quindi potresti anche non incontrarlo spesso
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Messaggioda Rothko2 » 02/04/2016, 17:15



Secondo me ci sono due aspetti della tua situazione che dovrebbero essere visti come indipendenti l'uno dall'altro: l'incontro con il tuo "nemico" e la prospettiva di partire. Ho capito che in realtà tu vedi la seconda prospettiva come conseguenza della prima, ma posso dirti solo quanto segue.
Puoi cercare di evitare una persona, ma fino a quando non la chiudi in un cassetto del tuo passato, un cassetto inaccessibile al presente, non ti libererai di lui. Anch'io ho almeno un paio di persone che mi hanno ferito profondamente, ma una volta emarginata la ferita queste persone sono rientrate nel grande universo dell'Indifferenza e se le incontrassi (qualche volta è successo) potrei benissimo ignorarle completamente o alzare la mano e apostrofarle con un formale saluto distaccato. Chiaramente ci vogliono anni per arrivare a ciò.
Quanto al partire, posso dirti che andare all'università fuori casa è un'esperienza. Non dico che sia facile, che sia sempre piacevole, ma è comunque un'esperienza importante e ti assicuro che una persona che ha fatto quell'esperienza - che è vissuta lontano dal suo nucleo famigliare e affettivo originario e ha dovuto cavarsela da sola - è diversa da una persona che non l'ha fatta.
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Messaggioda AnimaInLacrime » 02/04/2016, 23:34



DontOpenDeadInside ha scritto:Ciao, io studio proprio economia a Palermo, se vuoi chiedermi qualcosa o anche solo scambiare due parole sono disponibile :)

Io penso che non dovresti farti condizionare dalla possibilità di incontrare questa persona, devi andare avanti per la tua strada, inoltre, specialmente al primo anno, le aule sono molto grandi e ci sono tanti studenti, quindi potresti anche non incontrarlo spesso


Grazie dell'offerta, lo terrò presente :)!

Hai ragione ma il rischio di poterlo vedere potrebbe attivare in me il ragionamento "oddio può esserci, rimango a casa".
E' successo in passato, molte, molte volte.
La decisione è così difficile perché sul piatto della bilancia ci sono troppi aspetti... Forse dovrei semplificare tutto ma non saprei nemmeno da dove iniziare.

Grazie delle tue parole,
Ti saluto! :hi:
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Messaggioda AnimaInLacrime » 02/04/2016, 23:50



Rothko2 ha scritto:Secondo me ci sono due aspetti della tua situazione che dovrebbero essere visti come indipendenti l'uno dall'altro: l'incontro con il tuo "nemico" e la prospettiva di partire. Ho capito che in realtà tu vedi la seconda prospettiva come conseguenza della prima, ma posso dirti solo quanto segue.
Puoi cercare di evitare una persona, ma fino a quando non la chiudi in un cassetto del tuo passato, un cassetto inaccessibile al presente, non ti libererai di lui. Anch'io ho almeno un paio di persone che mi hanno ferito profondamente, ma una volta emarginata la ferita queste persone sono rientrate nel grande universo dell'Indifferenza e se le incontrassi (qualche volta è successo) potrei benissimo ignorarle completamente o alzare la mano e apostrofarle con un formale saluto distaccato. Chiaramente ci vogliono anni per arrivare a ciò.
Quanto al partire, posso dirti che andare all'università fuori casa è un'esperienza. Non dico che sia facile, che sia sempre piacevole, ma è comunque un'esperienza importante e ti assicuro che una persona che ha fatto quell'esperienza - che è vissuta lontano dal suo nucleo famigliare e affettivo originario e ha dovuto cavarsela da sola - è diversa da una persona che non l'ha fatta.


Hai detto una cosa sacrosanta ed è anche questa parte della motivazione che ha poi fatto scattare nella mia testa l'idea di partire.

Questa persona mi ha ferito profondamente e ogni volta che ne ha avuto l'occasione ha continuato a farlo, distruggendo quei piccoli passi in avanti che avevo fatto, riaprendo la ferita.
Ora la domanda era (ed è) come posso rimarginare questa ferita se vederlo mi fa stare male, se posso aspettarmi di tutto?
I pensieri che si sono formati nella mia testa sono stati due.
Uno che forse in maniera codarda ha pensato che se avessi fatto i bagagli non avrei dovuto affrontare la questione (senza però pensare a cosa lasciassi qui), l'altro invece ha pensato che forse con la lontananza sarei stata in grado di guarire completamente ed EVENTUALMENTE affrontarlo in futuro non sarebbe stato così drammatico.
E' tutto parte del problema...

Mah sai sono d'accordo e non sono d'accordo su questo.
Penso che ci sia bisogno comunque di una distinzione.
Ci sono quelli che escono di casa ma continuano a dipendere dai genitori per spesa, affitto, tasse, anche solo una pizza. Poi ci sono quelli che escono di casa e diventano indipendenti.
Credo che la differenza la faccia più questo. Iniziare a responsabilizzarsi sotto tutti i punti di vista.
Uscire di casa adesso, senza un lavoro vero a casa ma soprattutto senza un lavoro nemmeno finto ( come può essere dare ripetizioni) nella città dove potrei andare, mi porterebbe comunque a chiedere un extra (rispetto alle tasse che pagherebbero qui) ai miei, anche solo per qualche tempo.
Se io fallissi, se non mi trovassi bene ci sarebbe una perdita economica.

Sono tante facce di una stessa medaglia...

Grazie mille delle tue parole!
:hi:
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