Cosa vuol dire per me essere gay

LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali).
I tanti ritratti dell'Amore: condividiamo gioie e dolori e cerchiamo di imparare dalle nostre esperienze.
Inoltre, se vogliamo saperne di più e cerchiamo delle risposte sul sesso, se abbiamo dubbi o se viviamo male la nostra sessualità, possiamo discuterne in questo forum, che si dedica anche alle proprie tendenze omosessuali etero o transex.

Re: Cosa vuol dire per me essere gay

Messaggioda charlie brown » 10/11/2016, 10:54



Mia.Elle ha scritto:Charlie, se la consapevolezza non nasce in te o nella coppia che hai formato, qualunque cosa io o noi possiamo dirti non riuscirà a smuoverti dal tuo malessere.
Il problema è come tu ti poni di fronte a tutto quello che hai detto. Cosa ne pensa il tuo ragazzo? come vive lui la sua omosessualità e il vostro rapporto ? ma se non riesci ad essere tu positivo verso la tua vita, il tuo sentimento, il tuo essere, non troverai mai riscontro negli altri.
Quindi non attribuire al tuo orientamento sessuale tutta la responsabilità del tuo malessere.

Dopo il tuo prima messaggio ho parlato con un mio amico gay-felice e gli ho detto in sintesi del tuo sfogo e della tua domanda alla mia replica "Vorrei tanto capire quali sono le convinzioni che possono far vivere bene una non-vita come quella che sento sulle spalle..." e lui ha risposto sorridendo "perchè? è diversa invece la vita di un etero? migliore? più facile?"
Charlie, io sono con te :)


Oggi provo a rispondere.
La consapevolezza di chi sono c'è, il vero problema è il non accettarlo: corpo e mente reagiscono in maniera diversa.
Fisicamente un uomo mi "accende" di interesse ma mentalmente mi sento in errore. Questa è la quadratura del cerchio... L'errore degli errori... Quel qualcosa su cui non hai possibilità di intervenire e che devi accettare.
Ho accettato coming out ed outing ma non riesco ancora a gioire di essere libero. Per rispondere anche a Tom: si, per un periodo sono riuscito a vivere la vita di facciata. Non cercavo ne facevo sesso con gli uomini ma solo con la tipa della vita di facciata e facevo tutto quello che andava fatto. Non era esaltante ma non mi sentivo peccatore.
Divido la popolazione in due macro gruppi perché i gay non escono e si relazionano poco con gli etero e gli etero a volte feriscono senza rendersene conto.
Un altro punto a sfavore dei gay è l'atteggiamento medio: parlare al femminile, scheccare, essere marcatamente superficiali... Avete presente l'immagine del pride? Eccessi, nudità e quanto altro? È vero che in TV ci fanno vedere ciò che vogliono, puntando il dito agli eccessi, ma se non sei eccessivo sei fuori... Ed io lo sono da anni.
Usiamo la letteratura? Mi sento come nel purgatorio: distante dal paradiso e dall'inferno e non è che essere gay sia l'inferno... Le posizioni sono intercambiabili ma io mi sento nel mezzo di due modi di essere assoluti e questo è per me il vero dramma.


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Re: Cosa vuol dire per me essere gay

Messaggioda tom 2.0 » 10/11/2016, 12:59



charlie brown ha scritto:
Mia.Elle ha scritto:Un altro punto a sfavore dei gay è l'atteggiamento medio: parlare al femminile, scheccare, essere marcatamente superficiali... Avete presente l'immagine del pride? Eccessi, nudità e quanto altro? È vero che in TV ci fanno vedere ciò che vogliono, puntando il dito agli eccessi, ma se non sei eccessivo sei fuori... Ed io lo sono da anni.

Lo dici ad uno che ha vissuto per anni vicino ad una notissima discoteca romana che all'inizio era rivolta solo al mondo gay/trans, sponsorizzata (se non gestita) dalla famosa ex onorevole trans, e che poi è diventata una comune discoteca con il giovedì serata a tema, quindi ti assicuro che del mondo gay ne ho viste di molti colori. Considerando anche il fatto che, ai suoi inizi, quella discoteca era il punto di partenza dei carri del gay pride a Roma.
Tu dici che se non sei eccessivo sei fuori, bè io la vedo in maniera esattamente contraria. Io odio l'eccesso ed il voler ostentare.
In tema gay pride, capisco il voler "uscire fuori", mostrarsi, dichiararsi, non avere nessuna paura e nessuna vergogna, essere letteralmente "orgogliosi" di ciò che si è, fregarsene di ciò che pensa la gente e dire "eccomi, sono gay e ne sono fiero", anche se andando ad analizzare bene la cosa, c'è davvero da essere fieri nel dichiararsi gay? Così come nel dichiararsi etero? O di colore? O vegani? O qualsiasi altra cosa? Ma vabè, per ora tralasciamo questo. Comunque, per quanto all'inizio potesse essere di base una buona idea, si è trasformata da subito in una pagliacciata. Si, una pagliacciata, perchè altra definizione non so dare nel vedere un gruppo di uomini e donne più o meno vestiti (meno), più o meno nudi (più) che vanno in giro su dei carri, musica a manetta, per farsi vedere nel loro "splendore". Gente che (per la maggior parte) attende quel giorno solo per smutandarsi e truccarsi pesantemente, quando quel giorno dovrebbe rappresentare e significare ben altro. E questi atteggiamenti non fanno altro che allontanare la gente e radicare ancor di più la visione (distorta) che si ha del mondo gay.
E sia chiaro, ora si sta parlando di gay e gay pride, ma il mio pensiero si applica a qualsiasi altro ambito. Tipo, per fare un esempio, un raduno di motociclisti dove non si aspetta altro che quel giorno per tirare fuori la moto tirata a lucido (che magari sta sempre ferma in garage), indossare gli abiti di pelle che fanno tanto fico, magari solo il gilet, così si mette in risalto il fisicaccio da palestrato che tanto fa fico (?), insomma, un pò alla il tipo di "può solo accompagnare" :facepalm: e chi non sa di cosa stia parlando lo trova facilissimevolmente sul tubo. Gente così, che deve per forza eccedere ed ostentare, a me non va proprio giù, indipendentemente dall'ambito in cui si trova e si, nella maggior parte dei casi tendo ad allontanarmici, sapendo comunque che non tutti (fortunatamente) sono come il campione di riferimento.
Quindi tu dici che sei fuori da quel mondo, io ti dico che è un bene per te allora, perchè come te ce ne saranno moltissime altre di persone nella stessa situazione e capiterà di trovarvi in ambiti a voi più consoni (detta così sembra che chissà chi debba ghettizzarsi, ma non è quello il senso, spero si sia capito).
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Cosa vuol dire per me essere gay

Messaggioda Mia.Elle » 10/11/2016, 13:07



Tom, cavolo!
sono di nuovo d'accordo con te
:wow:

Puoi dire qualcosa che posso contestare, plz?
non sono abituata ai pensieri condivisi
:)
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Re: Cosa vuol dire per me essere gay

Messaggioda charlie brown » 11/11/2016, 11:21



Ensō ha scritto:I problemi nascono da un solo problema che sta alla base di tutto: la tua non accettazione. Ti consiglierei una lettura:

Sei come sei
Melania G. Mazzucco


Sto cercando il libro del tuo suggerimento... Lo aggiungerò agli oltre 40 libri a tematica presi per cambiare visione delle cose. È strana la sensazione di non accettazione anche perché la vivo in due fasi.
In una sono quello che si è accettato e vive questa vita, nell'altra vedo solo il nero e quello che vivo sembra non appartenermi. La prima è quella indefinita che non riesce a darmi emozioni. La seconda mi carica di rabbia e risentimento distruttivi.
Non riesco a far conciliare i due modi.
Hai presente il più famoso dei balletti classici? Odette ed Odile... Identiche ma con due caratteri opposti. Fragile e malinconica la prima, beffarda ed audace la seconda... Io sento questa vita un enorme Lago dei cigni. A volte sono Odette ed a volte Odile ma entrambe sono la stessa figura...

Oggi prevale il cigno bianco.


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Re: Cosa vuol dire per me essere gay

Messaggioda charlie brown » 11/11/2016, 11:27



https://youtu.be/cpsk0GPEI1U


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