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Messaggioda C1P8 » 14/02/2017, 18:42



Con la tua cultura, se ti imbatti in una sapiosexual è fatta.
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Messaggioda Michele76* » 14/02/2017, 20:57



Per me non ci sono consigli da dare,le cose stanno banalmente in questi termini: se piaci trovi, se non piaci non trovi.
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Messaggioda Premio Nobel » 14/02/2017, 21:32



C1P8 ha scritto:Con la tua cultura, se ti imbatti in una sapiosexual è fatta.


ahahh troppo buono ^_^

Per inciso, questo post ha una natura duplice:
In realtà, in questo specifico post, ho scelto di porre la domanda in maniera generale (cioè, qualsiasi persona che possa avere questo tipo di difficoltà), pur sapendo che è una strada più difficile (soprattutto perché spesso dipende da come il singolo individuo si comporta, e quindi è molto più difficile dare un consiglio generale).
Naturalmente, non mi nascondo di dire che io patisco ancora un po' questa situazione, anche se in realtà, in maniera molto più tranquilla e pacata rispetto ad esempio a quando mi iscrissi proprio su questo forum [in parte, secondo me, anche grazie a questo stesso forum, però questo è un altro argomento]. Quindi, non nego la natura anche personale della domanda.
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Messaggioda Keys to the Kingdom » 15/02/2017, 5:23



Hai scritto bene Nobel...bisogna smettere di pensare ed agire...mettersi in gioc ed essere pronti a rischiare e bruciarsi, alzarsi, cadere ancora e rialzarsi nuovamente.

Se ci si mette a pensare troppo probabilmente formuleremo mille ipotesi e almeno 300 saranno negative e ci spaventeremo, e non cominceremo proprio nulla

sbagliare e cadere ti può fortificare, ma è anche vero che cadere sempre senza ottenere risultati potrebbe diventare frustrante....però si può imparare come agire meglio o si può capire dove stanno i nostri limiti e cosa è giusto smerigliare e cosa potenziare

l'importante è non provarci a casaccio e cercare qualcuno di affine a noi...punta bene l'obiettivo prima di sparare, se ci sono altissime probabilità di fallire cambia bersaglio, ma bisogna essere obiettivi, non si deve pensare in modo pessimistico se no si ritorna al punto di partenza,,ovvero ci fermiamo a pensare e basta. Un pizzico di ottimismo serve, ma non si deve esagerare.

infine la cosa più importante, dobbiamo credere nelle nostre qualità, l'approciarsi ad una persona durante le prime volte è come vendere un prodotto....tu compreresti da un rappresentate che non è convinto di quello che vuole venderti? ma anche qui serve equilibrio, non si deve strafare. però diciamo che è uno dei punti base su cui si deve poggiare l'approcio

empatyic ha scritto:
Perplex ha scritto:Certo che si può stare bene da soli, anzi, molti la ricercano una solitudine positiva e costruttiva.


Prendi una persona convinta fino al midollo che vivere da soli è una cosa positiva e costruttiva, mettila in un contesto dove viene a contatto solamente con un altro singolo essere umano che gli mostra affetto sincero e genuino, successivamente vedrai che il fantastico mondo di solitudine di questa persona pian piano cadrà come un castello di carte.

Forse si.....se la persona è sola per problemi e per delle scelte relative a delle esperienze passate che l'hanno delusa allora si, molto probabile.
se invece la persona è sociopatica fino al midollo la cosa potrebbe non tangerla o darle anche fastidio.
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Messaggioda empatyic » 15/02/2017, 11:11



Keys to the Kingdom ha scritto:Forse si.....se la persona è sola per problemi e per delle scelte relative a delle esperienze passate che l'hanno delusa allora si, molto probabile.
se invece la persona è sociopatica fino al midollo la cosa potrebbe non tangerla o darle anche fastidio.


Prendi un bambino, fagli il solletico ai piedi e ti accorgerai che lui lo considererà solo un fastidio, si metterà anche a piangere, perché semplicemente non ha ancora imparato cosa significa il solletico.
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Messaggioda Masquerade » 15/02/2017, 13:21



empatyic ha scritto:
Perplex ha scritto:Certo che si può stare bene da soli, anzi, molti la ricercano una solitudine positiva e costruttiva.


Prendi una persona convinta fino al midollo che vivere da soli è una cosa positiva e costruttiva, mettila in un contesto dove viene a contatto solamente con un altro singolo essere umano che gli mostra affetto sincero e genuino, successivamente vedrai che il fantastico mondo di solitudine di questa persona pian piano cadrà come un castello di carte.



Empatia. Finalmente, tra tanti che si dichiarano di essere empatici ed in realtà non lo sono, riconosco una traccia di empatia.

Io non credo che sia facile stare da soli o preferire la solitudine. Quando mi ritrovo davanti una persona così,mi chiedo sempre chi deve aver incontrato di tanto sbagliato da preferire la solitudine.
Qualunque persona solitaria, se in contatto con sentimenti sinceri e genuini, si metterà automaticamente in discussione. Ma se incapperà nelle stesse dinamiche "sbagliate", riconoscendole, allora preferirà la solitudine.

Per quanto riguarda il post, da ciò che leggo da anni nei forum da parte di single stanchi di essere single, non trovo consigli che mi sentirei di dare. Ogni caso ha una storia ed un blocco personale. Un consiglio potrebbe valere per uno e non per due. O viceversa.
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Messaggioda empatyic » 15/02/2017, 16:00



Masquerade ha scritto:Empatia. Finalmente, tra tanti che si dichiarano di essere empatici ed in realtà non lo sono, riconosco una traccia di empatia.

Io non credo che sia facile stare da soli o preferire la solitudine. Quando mi ritrovo davanti una persona così,mi chiedo sempre chi deve aver incontrato di tanto sbagliato da preferire la solitudine.
Qualunque persona solitaria, se in contatto con sentimenti sinceri e genuini, si metterà automaticamente in discussione. Ma se incapperà nelle stesse dinamiche "sbagliate", riconoscendole, allora preferirà la solitudine.


C'è chi confonde "altruismo" con "empatia"....

Tuttavia, ritornando alla nostra questione, la domanda giusta è : chi "non ha incontrato" ?.

Come per il bambino che non conosce il solletico e lo trova fastidioso, lo stesso bambino può trovare fastidioso un abbraccio, perché non sa cosa significa, di conseguenza quel bambino diventato adulto non preferisce la solitudine, semplicemente non conosce l'affetto e non si pone il problema di essere solo (anche per spirito di adattamento), specialmente se i suoi genitori, anche se non gli hanno fatto mai mancare i beni di sostentamento e di studio, per primi non gli mostrarono mai segni di affetto fra loro stessi che poi avrebbe imitato il bambino anche in futuro.

Questa è una problematica evidentemente sottovalutata, di un ragazzo che poi non riuscirà ad approcciarsi ad una ragazza nel modo giusto, ovvero lato affettivo, ecco perché poi in età adolescente inizia a prevalere l'istinto di riproduzione, scusate la crudeltà della frase, e si trovano ragazzi che pensano solo ad una "cosa", se capite cosa intendo.

Io garantisco, prendete un bambino con dei genitori che si vogliono un mondo di bene e lo mostrano al bambino, io ho la certezza assoluta che questo bambino diventato ragazzo, non avrà mai problemi a socializzare e ad approcciarsi con le ragazze.
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Messaggioda Georgiana Spencer » 15/02/2017, 17:05



Che cosa si può consigliare ad una persona che è "single", desidera non esserlo più, ma non riesce a cambiare?


Prima di tutto rispondo alla tua domanda con un'altra domanda logica che mi viene. Ossia: "per quale motivo questa persona single deve cambiare qualcosa di sè? Cosa crede di avere che non va?"

Ecco, forse tu se hai studiato un pò di logica Kantiana magari potresti anche capire questa mia risposta.
Se una persona si pone nella posizione di dover cambiare ci sono due ipotesi:

1- vuole cambiare perchè vede in se stesso qualcosa che non gli piace
2- vuole cambiare perchè pensa che agli altri qualcosa di se stesso non piaccia.

Quindi bisogna andare sempre al nucleo della questione. L'input principale per un cambiamento non deve iniziare da una condizione di se stessi ma perchè in questo caso il cambiamento risulterebbe forzato e non naturale. Un vero cambiamento si attua in modo naturale, lento, e senza che il soggetto quasi se ne accorga.

Poi riguardo la condizione di single intesa come negativa posso dire che anche questa cosa è un condizionamento pessimo che la società crea alle persone. Se guardi bene le persone che stanno in coppia non è che appaiano così felici come tu puoi immaginare che siano. Quindi, per esperienza, posso dirti che se si è single o se si è in coppia la sofferenza c'è lo stesso, così come la felicità.
Ma non si deve abbandonare la singletudine pensando che stando in coppia, cioè trovando qualcuno, tutta la vita si risolva, perchè non è così.
E' illusorio pensare che l'amore sia la soluzione di tutti i mali e specialmente di tutti i disturbi.
Spesso si pensa questo e poi si rimane delusi.
Quindi prima di tutto bisogna essere felici da soli, godersi la vita da soli, e poi non andare in giro con l'ossessione di trovare l'altro/a ma vivere in modo sciolto, naturale, senza avere questa fissazione del fidanzamento a tutti i costi.

Infine posso dirti che se un ragazzo vive male la sua solitudine una ragazza se ne accorge e pensa: " se non sa stare bene da solo allora io gli servo solo come compagnia. "

Chiudo con delle parole sagge di una persona più conosciuta e più competente di me:

"La capacità di stare da soli è la capacità di amare.
Può apparirti paradossale, ma non lo è.
E’ una verità esistenziale: solo le persone in grado di stare da sole sono capaci di amare, di condividere, di toccare il nucleo più intimo dell’altra persona, senza possederla, senza diventare dipendenti dall’altro, senza ridurla a un oggetto e senza diventarne assuefatti. Le riconoscono libertà assoluta, perché sanno che se l’altro se ne va saranno felici come lo sono adesso: l’altro non può privarli della loro felicità, perché non è da lui che arriva.. "

( Osho – Innamorarsi dell’amore)
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Messaggioda Masquerade » 15/02/2017, 17:43



empatyic ha scritto:
Masquerade ha scritto:Empatia. Finalmente, tra tanti che si dichiarano di essere empatici ed in realtà non lo sono, riconosco una traccia di empatia.

Io non credo che sia facile stare da soli o preferire la solitudine. Quando mi ritrovo davanti una persona così,mi chiedo sempre chi deve aver incontrato di tanto sbagliato da preferire la solitudine.
Qualunque persona solitaria, se in contatto con sentimenti sinceri e genuini, si metterà automaticamente in discussione. Ma se incapperà nelle stesse dinamiche "sbagliate", riconoscendole, allora preferirà la solitudine.


C'è chi confonde "altruismo" con "empatia"....

Tuttavia, ritornando alla nostra questione, la domanda giusta è : chi "non ha incontrato" ?.

Come per il bambino che non conosce il solletico e lo trova fastidioso, lo stesso bambino può trovare fastidioso un abbraccio, perché non sa cosa significa, di conseguenza quel bambino diventato adulto non preferisce la solitudine, semplicemente non conosce l'affetto e non si pone il problema di essere solo (anche per spirito di adattamento), specialmente se i suoi genitori, anche se non gli hanno fatto mai mancare i beni di sostentamento e di studio, per primi non gli mostrarono mai segni di affetto fra loro stessi che poi avrebbe imitato il bambino anche in futuro.

Questa è una problematica evidentemente sottovalutata, di un ragazzo che poi non riuscirà ad approcciarsi ad una ragazza nel modo giusto, ovvero lato affettivo, ecco perché poi in età adolescente inizia a prevalere l'istinto di riproduzione, scusate la crudeltà della frase, e si trovano ragazzi che pensano solo ad una "cosa", se capite cosa intendo.

Io garantisco, prendete un bambino con dei genitori che si vogliono un mondo di bene e lo mostrano al bambino, io ho la certezza assoluta che questo bambino diventato ragazzo, non avrà mai problemi a socializzare e ad approcciarsi con le ragazze.


C'è anche chi si crede empatico e in realtà è narcisista, suo opposto e che ha "bisogno" della persona empatica. Ma questo è un altro discorso.
Così come l'altruista. Meglio non finire in OT ;)

Il discorso vale anche al contrario. Un bambino o bambina che ha avuto genitori o famiglia in generale, che si vogliono bene e lo sanno dimostrare, saprà anche riconoscere più facilmente dove sta il sentimento sincero. E se incappa in chi non è realmente capace di darlo, preferirà la "solitudine".
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Messaggioda empatyic » 15/02/2017, 20:06



Masquerade ha scritto:Il discorso vale anche al contrario. Un bambino o bambina che ha avuto genitori o famiglia in generale, che si vogliono bene e lo sanno dimostrare, saprà anche riconoscere più facilmente dove sta il sentimento sincero. E se incappa in chi non è realmente capace di darlo, preferirà la "solitudine".


Nel caso che tu hai indicato, io vedo che questo/a bambino/a è una persona positiva tendente all'altruismo, quindi crescendo tenderà a tramandare e condividere il suo affetto ad altre persone anche a quelle che non sono capaci di dare affetto, con l'ottima probabilità che queste persone, prima incapaci di dare affetto, vengano "sbloccate".

Georgiana Spencer ha scritto:Infine posso dirti che se un ragazzo vive male la sua solitudine una ragazza se ne accorge e pensa: " se non sa stare bene da solo allora io gli servo solo come compagnia. "

..., perché sanno che se l’altro se ne va saranno felici come lo sono adesso: l’altro non può privarli della loro felicità, perché non è da lui che arriva.. "

( Osho – Innamorarsi dell’amore)


Volevo risponderti con una frase ironica, ma ho preferito spiegarti le cose come stanno con una mia opinione.

Personalmente, posso vivere completamente da solo per tutta la mia vita senza nessun problema, mantenere una casa in perfetto ordine su ogni aspetto e non sto scherzando (cucinare, vestiti puliti e stirati, ecc.), ma con tutto il rispetto per tale Osho, io non sarei realmente felice, mi illuderei e basta, perché la vera felicità arriva dall'affetto condiviso con altre persone che tu vuoi bene, questa è una famiglia ed eventualmente vallo a dire ai figli di essere ugualmente felici, quando i loro genitori si separano.
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