Bhe, un ateo non si porrebbe comunque il problema su quale sia la responsabilità di Dio, in quanto per lui semplicemente non esiste.
In parte è vero quello che dici Riccardina, però in realtà non ci crede tanto "perché a lui è andata bene" ma più che altro, una persona accetta "la volontà di Dio" ovvero sia, accetta questo sistema di distribuzione di cose imputandolo alla volontà del trascendente e ritenendo che si possa spiegare soltanto nell'aldilà (e quindi, almeno in teoria, se uno ci crede, anche accettare le privazioni e i limiti materiali che potrebbe subire su questa terra - ciò molto semplicemente perché per questa persona non conta soltanto quanto si ha qui, ma anche come si sarà nella vita oltre la morte).
Detto ciò, una persona può credere in questo sistema di cose, ed essendo che lui gode di benefici su questa terra che non sono concessi a tutti (in questo caso la vita, ma ad esempio anche la ricchezza, o la salute) esprime la sua gratitudine a Dio - se in alcuni casi potrebbe essere pensabile una sorta di "compensazione" per i più bisognosi (ad esempio, io posso pensare di donare parte della mia ricchezza poiché sono più fortunato degli altri e quindi ritengo giusto offrire agli altri cose che invece non detengono), un po' più difficile pensare di "compensare" la salute, la famiglia o cose immateriali.