Oh, non ricordavo nemmeno di aver aperto questo topic.
hybr1d ha scritto:mi sto vedendo vari bergman prima di passare a Tarko, di suo per ora visto solo quell' opera mastodontica che è Zarkalo
Meraviglioso Lo specchio. Forse il mio film preferito.
White Rabbit ha scritto:tra tutti e due, ci capite di cinema!
Mah, per quanto mi riguarda, onde evitare di dare un'impressione eccessivamente positiva, mi limito a dire che più che altro sono un appassionato saltuario. Poi, che ci capisca o no, non saprei dirlo con certezza.
Adrien ha scritto:"Mi hanno sovente domandato cos'è la Zona, che cosa simboleggia, ed hanno avanzato le interpretazioni più impensabili. Io cado in uno stato di rabbia e di disperazione quando sento domande del genere. La Zona è la Zona, la Zona è la vita: attraversandola l'uomo o si spezza o resiste. Se l'uomo resisterà dipende dal suo sentimento della propria dignità, dalla sua capacità di distinguere il fondamentale dal passeggero."
(dal libro di Andrej Tarkovskij. Scolpire il tempo. Milano, UBULibri, 1988, pag. 178)
Ciò mi ricorda che è da un bel po' che voglio leggere questo libro - se solo avessi il tempo.
Comunque, nel leggere
I Dialoghi sulla religione naturale di Hume, mi si è presentato un interessante parallelismo (anche se non so quanto voluto e quanto probabile, dato che non so cosa leggesse Tarkovskij nel suo tempo libero). Nel testo abbiamo tre personaggi, che sono un dogmatico, un filosofo naturale e uno scettico (Demea, Cleante e Filone), che discutono tra loro riguardo Dio e la sua conoscibilità. Nel film abbiamo sempre tre personaggi che mi pare che per certi versi ricalchino quelli del libro di Hume, anche se ovviamente aggiornati al secolo in cui la pellicola è stata girata: lo Stalker richiama il dogmatico, il Professore il filosofo naturale (qui un fisico) e lo Scrittore lo scettico (qui un nichilista).
Potrei lanciarmi in un'analisi scena per scena, ma ci impiegherei ore, forse giorni. Comunque già dalla prima visione ho interpretato la Zona come il mondo e ciascuno dei personaggi vi si approccia in base alla propria visione del mondo. Esso mantiene un carattere di incomprensibilità per lo Stalker, che vi si muove in maniera irrazionale e intuitiva, senza essere in grado di spiegare agli altri personaggi perché si debba agire in esso in un modo piuttosto che in un altro. La Zona è inquietante, dà costantemente la sensazione di pericolo, ma né al Professore né allo Scrittore accade nulla, nonostante spesso non diano ascolto allo Stalker facendo di testa loro. Loro non hanno la stessa prospettiva sulla Zona che ha lo Stalker, che in certo senso la vede come qualcosa di "sacro", che però non sortisce alcun effetto sugli altri due personaggi, che non hanno alcuna visione sacrale o divina del mondo. Tutto il loro viaggio nella Zona gioca su questo contrasto - c'è poi ovviamente anche un contrasto tra il Professore e lo Scrittore e sarebbe interessante anche analizzare le dinamiche tra questi due personaggi.
Poi ci sarebbe anche da parlare del dialogo riguardo i desideri più profondi che si svolge davanti all'entrata della Stanza, ma credo che non ne uscirei più, per cui mi fermo qua.