C'è questa ragazza, una mia compagna del liceo per la quale ho una specie di "venerazione" (per non dire cotta). Chi ha presente lo Stil Novo, può capire che rapporto io abbia con lei: penso di provare gli stessi sentimenti del Cavalcanti nelle sue poesie. D'ora in poi chiamerò la ragazza "A". Dunque, ci sono varie ragioni per cui A merita la mia venerazione: è intelligente, sensibile, molto attiva e crede in ciò che fa. E poi è figa! Insomma, trovo sempre gradevole la sua compagnia, anche se spesso mi mette in difficoltà con domande che mi fanno arrossire tutto, a cui balbettando non riesco a dare una risposta chiara. Che c'è altro da dire? In una maniera o l'altra, diciamo, la evito involontariamente. Più di altre persone. Ciò mi fa pensare: ma non è che sotto sotto c'è altro oltre alla mia venerazione alla Cavalcanti? Ma la questione che più m'interessa è la seguente: non è possibile che A abbia la sensazione che nel nostro rapporto ci sia qualcosa di singolare? Se fosse vero che è una persona intelligente, nella sua accortezza dovrebbe percepire l'essenza di questo rapporto. Allo stesso modo, però, dovrei percepire quale rapporti abbiano gli altri con me. Io non ho molta fiducia nei miei sensi e non dovrei. Basterebbe anche una vaga idea di questi rapporti, e io acquisterei più forza e le mie relazioni con gli altri sarebbero migliori!
Che devo fare con A? Manifestargli la mia simpatia, sicché lei possa sentirla? Oppure mi sbaglio del tutto?