dave81 ha scritto:capisco che per te esistano solo gli umani, ma purtroppo ci si deve preoccupare dell'ambiente in generale, e non solo di umani. il problema è proprio che gli umani tendono ad occuparsi egoisticamente solo di umani, e meno di animali e ambiente.
Dave81, in realtà, la natura intesa come terra nella sua interezza può fare perfettamente a meno dell'umanità - se domani l'uomo scomparisse dalla faccia della terra il nostro pianeta continuerebbe a vivere ... se da domani però la Terra non producesse più frumento, tutta l'umanità morirebbe.
Noi non ci interessiamo dei problemi dell'inquinamento perchè vogliamo molte foreste, o meglio, il problema ambientale è affrontato in quanto può provocare un danno molto grave all'umanità (cioè può ucciderci)
a coloro che hanno un minimo di cultura e di informazione scientifica (ma proprio un minimo eh ), appare evidentissimo. poi se uno è ignorante e non vuole ragionare su queste cose,sono fatti suoi. si può vivere benissimo anche senza pensare al futuro e senza leggere i libri.
comunque, in ogni caso a me appare molto evidente.
se tutti dicono che il latte è bianco e io mi alzo una mattina e dico che il latte è rosso, mica possiamo mettere in discussione il fatto che il latte è bianco, solo perchè un cretino dice che è rosso. ma stiamo scherzando?
Dovresti studiare il paradosso del cigno nero in questo caso Dave81 ...
Comunque, non credo che si riuscirebbe a convincere una persona che sta nel torno dandogli del cretino o dell'ignorante, ma piuttosto cercando di mostrare a lui perchè sbaglia e facendo in modo che ci arrivi da se (cioè che lui stesso comprenda la bontà delle tue opinioni), altrimenti rischi di non trasmettere correttamente il messaggio se non proprio di peccare di presunzione.
fammi un favore, se conosci qualche scienziato che afferma che l'aumento esponenziale degli umani non ha creato nessun problema al pianeta oppure che la popolazione umana può aumentare ancora di molto senza nessun problema, denuncialo immediatamente, oppure dammi il suo nome che lo denuncio io. oppure lo sottoponiamo ad un TSO con urgenza.
Io non ho mai detto in realtà che la sovrappopolazione non costituisca un problema (lo stesso Richard Thaler nel suo discorso di accettazione del Nobel per l'economia di quest'anno ne accennò ... ciò per dire che è un problema che esiste e che non è ignorato dalla comunità, piuttosto che probabilmente non ci sono soluzioni facili da adottare) - ho piuttosto detto che il problema non è così evidente a tutti e quindi non tutte le persone sono concordi su che cosa fare.
Basti prendere un esempio molto idiota, sul quale so dire qualcosa di più: incentivare l'utilizzo della bicicletta.
Per fare una strada, se io pedalo non consumo benzina, se io vado con l'automobile si. Nonostante ciò, il problema non si ferma a ciò, in quanto se fosse così facile, probabilmente moltissime persone si servirebbero della bicicletta o si potrebbe imporre per legge il suo utilizzo, ma ha un costo (aumento tempi di percorrenza, fatica fisica, esposizione alle intemperie, tragitto limitato, difficoltà in tracciati impervi, infrastrutture stradali carenti, etc.).
Esistono per ciò alcuni progetti, spesso finanziati da enti pubblici, in particolar modo per finanziare la costruzione di infrastrutture apposite, che però spesso e volentieri non determinano uno sviluppo straordinario del ciclismo.
Per ciò, per determinare una politica ambientale, come qualsiasi politica, se si volesse agire in perfetta buona fede, bisognerebbe fare quello che era scritto in un post di Adrien e suggerito da Bardi: quantificare il problema.
Quantificare significa sostanzialmente determinare in termini numerici i risultati (tutti sanno che "l'inquinamento uccide", già un po' di meno probabilmente sanno che "l'inquinamento uccide 60 milioni di persone l'anno", ancora di meno le persone che possono sapere che "gettare oli di motore esausto uccide di fatto X persone") - inoltre, significa anche determinare all'atto pratico quali attività fare:
"diminuire la produzione" per fermare l'inquinamento è un'affermazione vera, ma probabilmente inutile ... "quanto dovremmo diminuire la produzione?" penso sia la domanda migliore da fare.
A tal proposito,
https://books.google.it/books?hl=it&lr= ... &q&f=false - questo libro probabilmente potrebbe spiegare proprio quanto sto cercando di dire, cioè il fatto che il problema del riscaldamento globale è tutt'altro che un tema ovvio e scontato
Questo articolo infatti postato precedentemente:
https://carnegiescience.edu/news/more-s ... t-accurate si basa proprio su questo problema.
Esso afferma che l'IPCC faceva previsioni troppo ottimiste sul cambiamento climatico, ma nel presente non si esplicita come - sarebbe questa la parte rilevante comunque:
Brown and Caldeira set out to determine whether the upper or lower end of this range is more likely to prove accurate. Their strategy relied on the idea that the models that are going to be the most skillful in their projections of future warming should also be the most skillful in other contexts, such as simulating the recent past. Brown and Caldeira’s study eliminates the lower end of this range, finding that the most likely warming is about 0.9 degrees Fahrenheit (0.5 degrees Celsius) greater than what the raw model results suggest.
The researchers focused on comparing model projections and observations of the spatial and seasonal patterns of how energy flows from Earth to space. Interestingly, the models that best simulate the recent past of these energy exchanges between the planet and its surroundings tend to project greater-than-average warming in the future.
{cioè che i modelli migliori trovati dagli autori sono quelli che hanno migliori caratteristiche anche in altri contesti fuori dal riscaldamento - in particolare quelli che si basano sull'evoluzione dei flussi di energia tra Terra e Spazio}.
Ora, quanto è stato affermato riporta semplicemente la conclusione a cui l'autore è arrivato - ma non tutta la procedura. La procedura, cioè lo studio, è questo:
https://www.nature.com/articles/nature24672 (per inciso, il suo accesso noto costa 199$ e quindi mi sa che non lo comprerei). Il quale critica il modello usato dai principali studi che lo hanno preceduto perchè poco aderenti con la realtà.
Per dire ciò, uno dovrebbe quindi andare a vedere le fonti e controllare ... inoltre, il fatto che i primi sbagliassero non significa che allora il risultato di questo studio sia corretto.
Generalmente, per fare ciò, serve una discussione nel merito (e quindi proprio la pubblicazione di articoli accademici che si ribattono l'uno con l'altro fino ad arrivare ad una sintesi ... purtroppo però nemmeno con questa modalità spesso si riesce ad arrivare tutti alla stessa conclusione, ma piuttosto al fatto che la questione non rimane risolta e le posizioni si cristallizzano, come le scuole di pensiero - non conosco se ci sono state discussioni nel merito, e quindi i cosiddetti "carteggi" tra autori a proposito di questo problema, però conosco l'esistenza di "carteggi" in ambiti tutto sommato analoghi che non hanno messo d'accordo gli autori).