Sjuljkv 'lw wzsv' ha scritto:A volte penso a me stesso come ad un malato terminale. Voglio l'eutanasia!!
Una malattia cronica che mi è stata diagnosticata è considerata invalidante. Non è cancro, nè sclerosi multipla...è una malattia della testa. I farmaci servono a poco, sento di non appartenere più alla vita. È da molto tempo che ci convivo, e cerco di contrastarla, ma sono stufo. Mi arrendo. Ha vinto lei.
A voi è mai capitato di sentirvi così? Siete riusciti a superare la cosa?
Mi capita pressocché tutti i giorni, in ogni momento. "Sento di non appartenere più alla vita" descrive perfettamente quello che provo, una sensazione di estraneità, lontananza, distacco che non mi abbandona mai, neanche quando vado all'università e scambio parole e sorrisi con decine di persone, quando mi mostro volenteroso e motivato, quando studio, quando esco, quando scherzo, quando parlo dei progetti che non ho... quando fingo di vivere. Sono morto dentro, ma fuori non si vede.
In questo periodo alcuni dei miei sintomi sono in remissione (o soltanto in ferie?), ma invece di sentirmi sollevato sono sospettoso, guardingo, persino un po' irritato. Hanno devastato la mia vita fino a questo momento. Non voglio abituarmi alla tregua, riaffezionarmi al futuro, credere di nuovo nei miei sogni, e poi vedermi sottratta ogni cosa quando i sintomi torneranno con gli interessi. È già successo altre volte, non reggerei un'altra ricaduta.
Comunque, lasciando stare me, tutto questo serviva a dire che ti capisco. Il tuo psichiatra che dice quanto a possibilità di miglioramento?