Salve e grazie per l’attenzione.
Vi scrivo perché sono il compagno di una donna vittima di violenza domestica, da parte di genitori violenti, i quali continuano le violenze fisiche e psicologiche nonostante lei abbia lasciato casa , ma conservando la residenza dal padre che l’ha violentata e ora vuole che testimoni a suo favore nel suo divorzio.
Vorremmo un parere su come tutelarci dalle violenze? E come allontanarsi da questa situazione agghiacciante?
Descrivo che
Economicamente siamo maggiorenni, ma mantenuti dai mia madre, viviamo a casa sua in un azienda agricola
I genitori violenti della mia compagna, risiedono a meno di 30 minuti di auto
Fatti accaduti:
Le violenze sono iniziate quando la mia compagna aveva 9 anni nel 2002, sua madre veniva picchiata da suo padre, e la madre picchiava lei. Nel 2011 iniziammo a frequentarci, nel 2012 la madre le ha rimesso le mani addosso, tant’è che allora gli chiesi di denunciare, ma lei non voleva, io non essendo presente non potevo farci nulla. Nel 2014 lei e i suoi genitori, per problemi economici si sono trasferiti dove dopo pochi mesi il padre ha lasciato la madre, la quale lei nella rabbia ha minacciato di prendere a schiaffi la figlia. Io ero con lei e sono intervenuto dicendo che “nessuno fa male a nessuno”.
Decidiamo di andare a vivere da mia madre, ma la mia compagna scelse di trasferire la residenza dal padre invece che con me, perché il padre voleva avere dei vantaggi d’immagine al processo di divorzio (es. ricatto psicologico).
Io volevo chiudere i rapporti con tutti i suoi parenti che non s’indignavano per la nipotina maltrattata, ma solo nei confronti delle rispettive famiglie di divorzio “ es. faida famigliare”. Da allora la mia compagna ha cercato di mantenere le distanze dalla madre, per fortuna ma non con il padre che con ricatti psicologici ed emotivi, e le varie “regalie”, l’hanno indotta a continuare la frequentazione del padre violento e a non distaccare i saluti con le mani sul sedere di lei(es. violenze sessuali). L’anno successivo, ad una cena il padre la stringe forte con le braccia e la forza a baciarlo in bocca(es. altre violenza sessuale). A quel punto dico che 1 o lo denuncio io, perché ora ho le prove sono presente, e il danno ricade anche su di me, essendo conviventi OPPURE 2 avremmo dovuto non vederli e incontrarli più “es. tipo ordinanza restrittiva” , ma graduale. Preso dalla rabbia delle violenze subite ai danni della mia compagna, andai dal padre a chiedergli se reputava “normale” il suo atteggiamento, lui si avvicina in faccia a me a gridarmi “di ridire quello che avevo detto se avevo il coraggio perché non aveva sentito” io gli dissi che “ aveva sentito benissimo” ma agli occhi della sua nuova moglie voleva figurare come normale quando non lo era.
La mia compagna invece di denunciarlo, scelse di cercare di non vederli, ma negando di sentirsi vittima di violenza sessuale del padre. Cosi abbiamo prefissato fine 2018 come ultimi incontri con i suoi parenti, ma nel mese di ottobre, ad una cena il padre mi minaccia con il pugno a pochi cm dal mio volto dicendo che me l’avrebbe dato in faccia se mi azzardavo a ri-rigare il piatto. Serio o scherzoso che sia, io l’ho presa come un ulteriore violenza dovuta al suo evidente stato mentale alterato, e l’ho minacciato a mia volta che se si azzardava a toccarmi gli avrei inserito il coltello nella gola.
Dopo 2 battibecchi io e la mia compagna siamo scappati, e mai più ritornati, io ho tagliato la mia sim del telefono.
Il problema è che la mia compagna non ha ancora la residenza da me, ma dal padre, il quale quando vuole una dichiarazione le chiede di andare dal suo avvocato e lei ci va (es. vantaggi immagine al processo di separazione-divorzio)
Le uniche contromisure che ho “ideato / pensato” al momento sono: 1 spray al pepe se dovesse ripresentarsi qua davanti e 2tagliare la mia sim, ma il problema è che la mia compagna non riesce / ha paura a interrompere la relazione violenta e stalker del padre.
La mia compagna vuole inviare una lettera ad entrambi i genitori, dicendo di non voler essere più disturbata in alcun modo, cioè terminare i contatti!
Cosa ne pensa?
Crede che il chiedere gentilmente di rispettare la sua vita futura con una lettera, a persone che non hanno rispettato la salute fisica e mentale di una bambina, possa funzionare a tenerli lontano?
Il fatto è che inoltre se dovesse la mia compagna mettere la residenza da me, e c’è il rischio che il padre continui a manipolarla psicologicamente o venire qua sotto per ri-violentarla cosa dovrei fare con la mia ragazza? Come ci aiuto? Cercare di convincerla che è al sicuro e può e non farsi più usare?
O riaccompagnarla dal suo medico? Medico che al momento le ha prescritto dei comuni antiansia (es Tavor) .
Non sappiamo proprio come fare a liberarci da queste persone .
Come facciamo a non essere più disturbati per non andare in guerre giudiziarie ma per costruirci una vita serena lontano dalle violenze?