È l’unica cosa che mi rimane da fare ma non n ci riesco

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A volte si pensa di non aver più nulla da perdere, nè più motivi di esistere.
E' facile pensarlo se non si ha qualcuno con cui confrontarsi. La vita è piena di insidie, ed è facile perdersi. Ma spesso basta una mano per rimettersi in piedi.
Ma questo è anche un forum sulla Morte, il più grande tabù nella storia dell'essere umano, la paura più grande.

È l’unica cosa che mi rimane da fare ma non n ci riesco

Messaggioda Nonostantetutto » 31/12/2019, 2:37



Ogni giorno ci penso e ci ripenso. Il suicidio mi pare sempre l’unica soluzione. Mi chiedo perché non riesco a farlo. Fallisco anche in questo. Guardo e riguardo giu dalla finestra e non riesco neanche ad aprirla. Penso al suicidio da quando avevo circa 13 anni e adesso che ne ho 35 tiro le somme della mia vita e la conclusione è una: che se l‘avessi fatto a13 anni la prima volta che ci ho pensato, avrei risparmiato veramente tanto dolore. Invece ho continuato a vivere sempre con la speranza di farcela, sempre facendo sacrifici, ma per cosa? Per un senso di vuoto profondo, di inutilità e di solitudine. E allora torno a pensare: fallo. Non serve a niente andare avanti, la situazione può solo peggiorare. E mi rendo conto che è l’unico modo per mettere fine a tutto, ma non ci riesco, e mi sto distruggendo ogni giorno sempre di più .
Non ho amici, non ho persone che mi stanno vicino, non ho nessuno che mi ascolta. Niente e nessuno. Non mi alzo quasi più dal letto. Vado a lavorare e essere guardata mi fa stare ancora peggio. Nella testa sento sempre la stessa voce: fallo. Smettila di insistere, lo sai che stai solo peggiorando le cose. Fallo. Io vorrei tanto ritrovare la speranza e andare avanti ma non vedo spiraglio di luce e nin sento calore umano. Percepisco solo pena e disprezzo da chiunque mi rivolga lo sguardo. Non riesco quasi più a parlare, a mettere una frase sensata detro l‘altra perché non capisco più dove finisce la voce nella mia testa e dove comincia quella fisica. Si alterna tutto e io non so più che fare. Mi sento scoppiare e implodere allo stesso tempo . Aiuto, aiutatemi
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Messaggioda stefano71 » 31/12/2019, 3:22



Purtroppo parli come la mia povera amica.
Due domande. La prima quando dici "Percepisco solo pena e disprezzo da chiunque mi rivolga lo sguardo" capisci, almeno razionalmente che questa è solo una tua percezione?
La seconda: quali cure hai tentato in questi anni?
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Messaggioda Michele70 » 31/12/2019, 9:21



Anche io mi trovo nella stessa situazione, ho dei periodi nei quali il pensiero di farla finita è davvero pressante.

In tutti questi anni mi sono chiesto perché si vive, qual'e il significato di questa sofferenza, la mia ed anche quella di tante altre persone.

Ovviamente non ho trovato una risposta definitiva, ma quando mi sono avvicinato alla filosofia buddista ho avuto delle conferme ad alcuni miei ragionamenti fatti anche da adolescente.

Mi sembra che ci sia molta ingiustizia già nel nascere in una famiglia piuttosto che in un altra, ci sono poi condizioni del posto dove cresciamo che ci possono favorire o arrecare danno anche psicologico.

Mi chiedevo perché ci fosse tutta questa disuguaglianza, secondo il buddismo e non solo dipende dalle esistenze precedenti.

Non voglio dire che bisogna crederci per forza, ma tante volte ho pensato che morendo non avrei risolto un granché, e magari sarei rinato in condizioni simili.
Come se questa esistenza servisse ad imparare qualcosa, magari a superare invidie, gelosie e cose simili.

Purtroppo Sono sono solo parole, nei fatti non ho risolto niente, anzi forse mi sono isolato perché sono egoista e non mi frega niente degli altri.

Da cinque anni vivo da solo e mi sono stancato, nei prossimi mesi voglio provare a cambiare qualcosa, altrimenti non ha senso continuare così.

La mia intenzione è quella di frequentare di nuovo altre persone, e per me è una grande sfida.

Del resto penso che qualsiasi cosa facciamo su questo pianeta in un modo o nell'altro è sempre in relazione ad altri esseri, penso che da soli non si possa risolvere nulla.

Ho visto che vivi in Germania, per me la lingua è un grosso ostacolo ed i connazionali a volte non sono il massimo, non c'è qualche circolo culturale?
Oppure parli bene il tedesco e puoi cercare qualche associazione del posto, tipo terapia di gruppo.

Scusa ma non so cosa altro dirti, come avrai capito stiamo nella stessa barca. :)
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Messaggioda Nonostantetutto » 31/12/2019, 9:45



stefano71 ha scritto:Purtroppo parli come la mia povera amica.
Due domande. La prima quando dici "Percepisco solo pena e disprezzo da chiunque mi rivolga lo sguardo" capisci, almeno razionalmente che questa è solo una tua percezione?
La seconda: quali cure hai tentato in questi anni?



1) non so se è solo una mia percezione. Io li guardo e quello che leggo nel loro volto è quello. A questo punto non ti so dire se è reale o no, perché sto dubitare di ogni cosa ormai.
2) mai visto un medico, mai fatta una terapia mirata, adeguata. Ne ho parlato due volte con il mio medico di base e ciò che mi è stato detto è che dovrei fare del volontariato a persone meno fortunate di me. Mi è stato prescritto un antidepressivo, che ho smesso di prendere 10 gg fa. Perché sento che non è come una cura di un influenza che ti prendi l‘aspirina e te la fai passare, è una cosa che ti aumenta i livelli di non do quale ormone del corpo e basta, naturalmente. Ma il problema mio rimango io, la pillolina non mi rende migliore.
Ora ti chiedo: ho letto della tua amica. Non so proprio che posizione prendere. Per ciclo di vita naturale tutti dobbiamo perdere i genitori, e sta a loro lasciarci sapendo di avere fatto il loro compito, avere formato un individuo in grado di affrontare se stessi e il mondo da soli. Io penso che la tua amica abbia avuto molto altro che l’ha portata dove l’ha portata. Mi auguro veramente che adesso abbia smesso di soffrire
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Messaggioda Nonostantetutto » 31/12/2019, 10:06



Michele70 ha scritto:Anche io mi trovo nella stessa situazione, ho dei periodi nei quali il pensiero di farla finita è davvero pressante.

In tutti questi anni mi sono chiesto perché si vive, qual'e il significato di questa sofferenza, la mia ed anche quella di tante altre persone.

Ovviamente non ho trovato una risposta definitiva, ma quando mi sono avvicinato alla filosofia buddista ho avuto delle conferme ad alcuni miei ragionamenti fatti anche da adolescente.

Mi sembra che ci sia molta ingiustizia già nel nascere in una famiglia piuttosto che in un altra, ci sono poi condizioni del posto dove cresciamo che ci possono favorire o arrecare danno anche psicologico.

Mi chiedevo perché ci fosse tutta questa disuguaglianza, secondo il buddismo e non solo dipende dalle esistenze precedenti.

Non voglio dire che bisogna crederci per forza, ma tante volte ho pensato che morendo non avrei risolto un granché, e magari sarei rinato in condizioni simili.
Come se questa esistenza servisse ad imparare qualcosa, magari a superare invidie, gelosie e cose simili.

Purtroppo Sono sono solo parole, nei fatti non ho risolto niente, anzi forse mi sono isolato perché sono egoista e non mi frega niente degli altri.

Da cinque anni vivo da solo e mi sono stancato, nei prossimi mesi voglio provare a cambiare qualcosa, altrimenti non ha senso continuare così.

La mia intenzione è quella di frequentare di nuovo altre persone, e per me è una grande sfida.

Del resto penso che qualsiasi cosa facciamo su questo pianeta in un modo o nell'altro è sempre in relazione ad altri esseri, penso che da soli non si possa risolvere nulla.

Ho visto che vivi in Germania, per me la lingua è un grosso ostacolo ed i connazionali a volte non sono il massimo, non c'è qualche circolo culturale?
Oppure parli bene il tedesco e puoi cercare qualche associazione del posto, tipo terapia di gruppo.

Scusa ma non so cosa altro dirti, come avrai capito stiamo nella stessa barca. :)




Michele, grazie del tuo intervento. Io cerco da anni qualcosa che mi illumini la strada e mi faccia vedere le cose in maniera diversa ma è più forte di me, le filosofie religiose e non, non fanno per me. Mi sembrano cose finte e inutili. Dichiaro che questa è la mia personalissima opinione e che comunque rispetto ogni posizione altrui in merito all’argomento. No, non parlo tedesco. Quelli che so mi serve a lavorare e mi sta bene così. Meno parlo con la gente, meno minchiate dico, meno mi conoscono, meglio è. Ho già grandi problemi con i miei colleghi italiani proprio per quello che dico o faccio. E il 99% delle volte sono boiate. Ormai sto bene solo dentro il mio letto. Al buio. Magari con il cell in mano, così anche se interagisco con il mondo rimane qualcosa di scritto che posso andare a controllare dopo o a rielaborare. Visto che a quanto pare uno dei miei problemi è quello di non rendermi conto di ciò che dico e di come lo dico
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Messaggioda Michele70 » 31/12/2019, 10:34



Riguardo al disprezzo che leggi sul volto di altre persone, io ho sempre avuto problemi di peso fin da piccolissimo.

A scuola non si avvicinavano perché temevano una mia reazione fisica, ma mi insultavano pesantemente.

Così io leggevo sul loro volto il disprezzo, ma poi ho iniziato a disprezzarmi da solo, anche nei periodi in cui ho raggiunto una parvenza di forma fisica non mi sono mai voluto bene, così quel disprezzo ora si trova nella mia mente, anche quando sono solo.

Sono una specie di programmi che si installano nel nostro PC/mente e si rigenerano.

Io adesso ti scrivo dal mio camper, dove vivo da solo, e probabilmente non riuscirò a trovare qualcosa da dirti per aiutarti, perché non ci riesco neanche con me stesso.

Da come scrivi mi sembri una persona che sa costruire delle frasi, quindi non sei completamente fuori di testa, da qualche parte dobbiamo pur iniziare, perché la mente ci sabota di continuo.

Il consiglio del dottore, di fare del volontariato, almeno ti potrebbe fare incontrare persone diverse da quelle del lavoro, vorrei farlo anche io presso la Caritas, devo andare in città visto che mi trovo in provincia.

Io sto passando il mio tempo a non fare nulla, ma proprio nulla ed i risparmi stanno finendo, tu riesci a lavorare, a mantenerti e questo è un altro punto a tuo favore. Che tipo di lavoro fai?
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Messaggioda Nonostantetutto » 31/12/2019, 11:00



Michele70 ha scritto:Riguardo al disprezzo che leggi sul volto di altre persone, io ho sempre avuto problemi di peso fin da piccolissimo.

A scuola non si avvicinavano perché temevano una mia reazione fisica, ma mi insultavano pesantemente.

Così io leggevo sul loro volto il disprezzo, ma poi ho iniziato a disprezzarmi da solo, anche nei periodi in cui ho raggiunto una parvenza di forma fisica non mi sono mai voluto bene, così quel disprezzo ora si trova nella mia mente, anche quando sono solo.

Sono una specie di programmi che si installano nel nostro PC/mente e si rigenerano.

Io adesso ti scrivo dal mio camper, dove vivo da solo, e probabilmente non riuscirò a trovare qualcosa da dirti per aiutarti, perché non ci riesco neanche con me stesso.

Da come scrivi mi sembri una persona che sa costruire delle frasi, quindi non sei completamente fuori di testa, da qualche parte dobbiamo pur iniziare, perché la mente ci sabota di continuo.

Il consiglio del dottore, di fare del volontariato, almeno ti potrebbe fare incontrare persone diverse da quelle del lavoro, vorrei farlo anche io presso la Caritas, devo andare in città visto che mi trovo in provincia.

Io sto passando il mio tempo a non fare nulla, ma proprio nulla ed i risparmi stanno finendo, tu riesci a lavorare, a mantenerti e questo è un altro punto a tuo favore. Che tipo di lavoro fai?



Stesso problema con il peso. Ero riuscita ad arrivare ad un qualcosa di decente ma da due anni a questa parte ho ripreso 15 kg.
Stessa esperienza scolastica/sociale.
Lavoro al bar.
Il lavoro è la cosa che mi ha salvata e l’unica cosa che mi ha fatto andare avanti.
Guarda Michele, in questo momento avere l’opportunità di parlare così è già tanto. Non mi aspetto che tu o qualcun altro abbiate la soluzione magica x me.
Mi fa stare bene aiutare gli altri, quando ci riesco, anche con piccoli gesti. Ma per ora non va, non ci riesco. Sbaglio tutto e di continuo. Nei confronti miei e degli altri. Mi sento al sicuro solo dentro il letto e meglio se di notte. Già avere quest’apertura mi sta creando ansia.
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Messaggioda greydolphin » 31/12/2019, 12:19



Ciao. Sono tornato in questo sito dopo alcuni anni e ho letto il tuo post. Hai descritto esattamente ciò che sento, ciò che vivo, ciò che desidero... In questo momento sto steso nel letto della mia stanza, con la finestra chiusa, mentre i miei familiari in salotto ricevono ospiti e rispondono a telefonate di auguri. Io vorrei solo continuare a dormire, per sempre
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Messaggioda Michele70 » 31/12/2019, 12:42



Spero di non alimentare questa ansia.

Ieri sono andato a comprare un po' di cibarie, a volte evito di avere qualcosa a portata di mano per non spazzolare tutto, ma proprio non mi andava di mangiare ancora riso e fagioli.

A volte (spesso) vorrei scoppiare mangiando ma riesco solo a star male per qualche giorno.

Qualche
Sono iscritto da pochi giorni a questo forum, qualche settimana fa sono stato al comune per parlare con l'assistente sociale che mi ha messo in contatto con la psicologa.

Ho fatto diverse psicoterapie in passato, lavoravo ero sposato, insomma per la società andava tutto abbastanza bene, ma dentro di me sembrava di vivere una specie di teatro ed io recitato una parte.

Scrivere aiuta a chiarirmi le idee, e non era mia intenzione essere invadente e farti sentire ansiosa.

Cmqe abbiamo tutti il diritto di sbagliare, io da piccolo avevo un padre che mi ha fatto sentire un deficiente (questo già a sei sette anni) e sono il peggior giudice di me stesso.

Siamo qui per poterci confrontare e magari trovare una parola o qualsiasi cosa che ci possa aiutare.

Così quello che scrivo a te ...lo sto dicendo a me stesso.

Se ti aiuta continua a scrivere :)
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Messaggioda stefano71 » 31/12/2019, 16:06



Nonostantetutto ha scritto:
stefano71 ha scritto:Purtroppo parli come la mia povera amica.
Due domande. La prima quando dici "Percepisco solo pena e disprezzo da chiunque mi rivolga lo sguardo" capisci, almeno razionalmente che questa è solo una tua percezione?
La seconda: quali cure hai tentato in questi anni?



1) non so se è solo una mia percezione. Io li guardo e quello che leggo nel loro volto è quello. A questo punto non ti so dire se è reale o no, perché sto dubitare di ogni cosa ormai.
2) mai visto un medico, mai fatta una terapia mirata, adeguata. Ne ho parlato due volte con il mio medico di base e ciò che mi è stato detto è che dovrei fare del volontariato a persone meno fortunate di me. Mi è stato prescritto un antidepressivo, che ho smesso di prendere 10 gg fa. Perché sento che non è come una cura di un influenza che ti prendi l‘aspirina e te la fai passare, è una cosa che ti aumenta i livelli di non do quale ormone del corpo e basta, naturalmente. Ma il problema mio rimango io, la pillolina non mi rende migliore.
Ora ti chiedo: ho letto della tua amica. Non so proprio che posizione prendere. Per ciclo di vita naturale tutti dobbiamo perdere i genitori, e sta a loro lasciarci sapendo di avere fatto il loro compito, avere formato un individuo in grado di affrontare se stessi e il mondo da soli. Io penso che la tua amica abbia avuto molto altro che l’ha portata dove l’ha portata. Mi auguro veramente che adesso abbia smesso di soffrire


Io so perfettamente perché Mojca si è uccisa. Forse farò una pagina su Facebook per raccontarlo, perché è una storia che dimostra come la depressione ti uccide raccontandoti bugie. Il problema è che sarebbe un atto di accusa contro TUTTI, dalla famiglia alla ASL e Lei mi aveva chiesto di non farlo. Ma comuque per ora non riesco a pensarci senza piangere, quindi inutile parlarne. SIcuramente ha smesso di soffrire. Ha espiato una vita senza alcuna colpa. Cosa potrebbe aver da ridire dio su di lei?
Farmaci. A me dettero un antidepressivo SSRI, ma non mi faceva niente. Allora mi dettero un SNRI, ma non mi faceva niente. Allora mi dettero un normotimizzante. Niente. Infine lo psichiatra capì (grazie alle mie osservazioni) che bisognava tentare un farmaco antibipolarismo. Quella pillolina mi ha evitato le ricorrenti crisi depressive. Sono sempre uno sfigato che aveva una sola amica, come vedi, ma intanto sono stato in grado di lavorare negli anni in cui è stato necessario per non finire in mezzo a una strada. Ha salvato me e i mie genitori.
La depressione è una malattia grave e se non la curi ti uccide.
Mojca non predneva medicine, perché nessun medico ha mai voluto sbattersi per farle capire di essere dalla sua parte.
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