Mah, tutto sta nel significato che si dà ai termini "religione" o "spiritualità". So bene che tanti intellettuali non certo aderenti alle religioni tradizionali si sono definiti religiosi o spirituali; ma quando vado a vedere cosa ognuno di questi intende con tali termini, trovo sempre dei significati molto diversi tra loro. Per cui mi sono sempre basato sulle definizioni tradizionali di religione e spiritualità e da qui il mio netto e sicuro rifiuto. Ma non escludo che se ci mettessimo d'accordo su una qualche definizione di "spirituale", anch'io potrei definirmi una persona spirituale. Le parole sono creazioni degli uomini e come tali non sono fissate sulla pietra, cambiano a seconda del tempo, dei significati, delle persone che le usano.
Quanto alla tua frase "Forse non si può facilmente chiudere la questione come penso nessun grande studioso abbia mai fatto", è semplicemente falsa. Se vai su questa pagina ---> https://en.wikipedia.org/wiki/Lists_of_atheists, troverai lunghissime liste di atei divise o per professioni (attivisti, scrittori, filosofi, scienziati, artisti, musicisti, politici...) o per iniziale del cognome (otto liste molto lunghe da leggere interamente). Qui invece ---> https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_agnostics c'è una lista degli agnostici. Solo per citare i filosofi atei più validi, potrei fare i nomi di Jeremy Bentham, Hume, Diderot, d'Holbach, La Mettrie, Feuerbach, Schopenhauer, Nietzsche, Bakunin, Kropotkin, Roland Barthes, Georges Bataille, Albert Camus, Benedetto Croce, Foucault, Quine, Bertrand Russell. Non sono nomi di secondo piano, alcuni di questi sono indubbiamente tra i più grandi pensatori della storia. Magari per ciascuno di loro si potrebbe trovare un significato diverso della parola "spirituale" che gli si adatti; ma come avrai capito io sono poco adatto ad un compito del genere. Piuttosto, mi pare che queste liste dimostrino qualcosa di molto concreto. E cioè che discutere sull'esistenza di Dio o sulla validità del contenuto di una religione è una cosa sensata; ma il volere dimostrare la validità della religione o della "spiritualità" (che non si sa bene cosa sia) sulla base di quanti grandi uomini nel passato siano stati religiosi, non considerando il peso della tradizione, la società in cui questi uomini sono vissuti (non dimentichiamo che fino a qualche secolo fa in Europa l'ateismo era considerato il crimine peggiore che si potesse commettere), la scarsa conoscenza della natura che si aveva nel passato, le motivazioni personali e di benessere psichico di ognuno, e mille altri motivi... una cosa del genere mi sembra solo un gioco retorico di cui non vedo l'utilità.