Miele! ha scritto:No, sono sempre ragazzi giovani, forse di qualche anno più grandi, tipo 25-30 anni.
Io sono esplicita e gli dico che a me piacciono gli uomini maturi, almeno loro non si approfittano.
il problema è che sono loro ad essere immaturi, e la cosa non mi sorprende affatto, perchè i miei coetanei hanno avuto la sfortuna di essere la generazione a cavallo tra due epoche, quella degli anni '80,90 in cui ci si riuniva in mega compagnie di persone che conoscevano più o meno tutti nei luoghi che visitavano, in cui bastava uscire di casa e far quattro chiacchiere al bar per portarsi a casa una marea di amicizie e se anche qualche relazione, e la generazione dei 2000, fatta di social e tecnologia, in cui se non hai almeno diecimila follower su instagram sei i signor nessuno; noi abbiamo vissuto nel mezzo, ma siamo arrivati troppo tardi per la vita sociale da bar (a causa della tecnologia che ci ha colti all'improvviso e impreparati), ma troppo presto per la tecnologia (visto che sogniamo una vita sociale da bar circondati da centinaia di amicizie e relazioni), il risultato è stato quello di dar vita a una generazione di ragazzi che vive nell'apparenza per mostrare agli altri che si è qualcuno postando su facebook decine di foto in cui si appare sorridenti a fare aperitivi su tavolate da dieci persone, e ingannandosi sul fatto che quelle persone con cui siamo al tavolo sono nostri amici (quando in realtà sono solo conoscenze che "usiamo" per poter apparire in compagnia), se a questo aggiungiamo anche il fatto che a scuola siamo stati l'ultima generazione a subìre bullismo in silenzio, perchè a quei tempi ancora il bullismo non era un problema, ma una normalità, e se ne parlavi venivi etichettato come un povero sfigato perchè non reagivi combattendo il bullo, ma ti rintavi nella tua timidezza, e per questo venivi evitato anche dai grandi, che non ritenendo il bullismo un problema andavano a cercare altre cause assurde tipo "non sarà mica gay?" o simili.
successivamente gli psicologi hanno preso potere nelle scuole e hanno iniziato a diffondere l'idea del bullismo e di quanto fosse ingiusto e sbagliato agli alunni, riducendo il problema. Ecco, noi degli anni '90 crescendo ci siamo chiusi in noi stessi, diventando egocentrici, e in molti casi addirittura narcisisti, bipolari o borderline, portandoci a vivere nella vanità, cioè nel vuoto, un'esistenza vuota colmata dal voler apparire, volersi pavoneggiare, voler sminuire il nostro simile che manifesta delle differenze per paura di essere giudicati come lui o peggio ancora per paura di essere criticati e sminuiti a nostra volta.
Tutto questo non esiste nella generazione dei 2000, dove ho potuto notare però altre lacune come la presunzione e l'arroganza di sentirsi invincibili, e in parallelo un nuovo tipo di bullismo, quello verso l'adulto, sfidandolo nella sicurezza che non possono essere da lui toccati (parlo sempre del periodo scolastico) e che crescendo riversano su chiunque li circondi, portandosi dentro ancora la sensazione di essere invincibili, quando invece è solo fortuna di non aver trovato la persona capace di cambiar loro i connotati, e non solo!
Le generazione precedenti (gli' 80 ma anche i '70, i '60 e così via) invece ormai sono cresciute, nella loro gioventù hanno accumulato una vasta gamma di esperienze che li ha portati verso una vita più sociale e più comunicativa che li porta ad essere più propensi alle chiacchiere, e infatti per questo motivo che il sessantenne ti ha sorriso, perchè nella sua epoca sorridere e salutare le persone che incontrava era la normalità, così come oggi per un ventenne è la normalità mettere un like a una foto su facebook di uno che conosce appena