Cassie1999 ha scritto:Non pretendo una risposta da questo argomento, o forse una parte di me lo vorrebbe per non sentirmi così sola, ma il solo scrivere qui mi fa sentire meno la delusione o la solitudine che ho dentro.
Oggi un'altra delusione, speravo, forse troppo, da questa persone ma come tutte mi ha deluso, lo sapevo che non dovevo cadere in questa trappola, sapevo di dover rimanere nella mia solita routine, era noiosa ma sicura. È tutto un detto, ma da quando sono uscita dalla mia routine il mio essere sta cedendo. Dei pensieri deprimenti mi stanno spaventando, ho così paura di fare qualcosa, le immagini nella mia testa sono così nitide che mi fanno paura come fosse qualcosa che potrei toccare. Passo in rassegna tutte le persone con cui. Potrei parlare, per distrarmi e non vedere più quelle immagini, ma L'UNICA, L'UNICA, l'ho lasciata credendo di poter continuare anche senza di lui, ma non sono così forte come credevo. Mi manca così tanto
Il motivo per cui una persona ci può mancare è che nel corso del tempo abbiamo costruito dei significati, dei sensi, insieme ad un'alterità (ad un altro o un'altra). La routine è una comfort-zone in cui c'è un "Io", un'identità, che si relaziona esclusivamente con se stesso. Uscire da questa comfort-zone può essere piacevole ma comporta sempre abbandonare qualcosa di sé per acquisire qualcosa che viene da altri per arrivare ad una condivisione. Quando l'alterità ci delude, ci sentiamo sia feriti che traditi. Da una parte ci sentiamo in colpa per aver tradito noi stessi la nostra identità e la nostra routine, quello che eravamo e ciò che facevamo, dall'altra ci sentiamo abbandonati nell'impossibilità di dare un senso alle cose, a ciò che ci sta intorno, per l'impossibilità di condividere la nostra visione con l'altro e arrivare a costruire un'immagine comune. Questo aspetto ferisce, a prescindere da chi abbia lasciato o abbandonato chi. Da questa constatazione però, è importante ribadire due aspetti:
- le persone deludono e feriscono, tutte. Non sono solo gli altri a deludere, ferire e voler andar via, siamo anche noi stessi, perché è assurdo pensare un mondo in cui tutti gli altri sono i cattivi e noi possediamo il privilegio di essere quelli buoni, quelli che sanno sempre come comportarsi e che non farebbero male a nessuno. Non è così.
- una relazione (di qualsiasi tipo) con l'altro, prepara la relazione che verrà. Come una specie di bug che verrà poi risolto, si apprende a capire cosa abbiamo sbagliato e cosa l'altra persona ha sbagliato, cosa ci piaceva e cosa non ci piaceva e ci ha deluso, e abbiamo così la possibilità di aggiustare le cose in futuro, di non ripetere lo stesso errore. In questo contesto, l'errore più grande che si può fare è quello di pensare che è meglio chiudersi del tutto e diventare impermeabili per il fatto che altri ci deluderanno o ci abbandoneranno. Sì, è vero, altri ci deluderanno e abbandoneranno perché tutti hanno difetti e ripensamenti, ma la soluzione non è evitare qualsiasi altra persona. Mai come nella fine di una relazione (sempre di qualsiasi tipo si intende) è però importante prendersi del tempo prima di "rituffarsi in mare", per riflettere su cosa non è andato e cosa ci ha fatto del male, altrimenti si rischia davvero di incorrere in un circolo vizioso di rapporti umani senza senso, effimeri, tanto per sostituire qualcuno che è andato via o abbiamo voluto mandar via.
Prenditi del tempo, per qualsiasi necessità di sfogo sono a disposizione per chiunque