Allora...
Parzialmente ho vissuto qualcosa di molto simile a quanto hai raccontato, ma l'esito finale è stato (?) diverso, almeno in base allo scenario da te esposto.
Adesso, posso solo provare a immedesimarmi dunque: sì, ho avuto difficoltà enormi a strappare una "vita normale", quella che tutti gli altri sembravano avere. Nel tempo, proprio come descritto su da te, ho trovato un bel gruppo di amici intimi che ormai è stabile e longevo da tempo, tante conoscenze, un lavoro stupendo, una casa tutta mia, una salute psico-fisica rinnovata oltre che ritrovata etc etc. Come mi sentirei, dopo tutto questo, se qualcosa rischiasse di togliermi quanto conquistato con immensa sofferenza, enormi fatiche e tanto sangue? Sicuramente male. All'inizio, la prima reazione sarebbe quella. Sconforto e amarezza. Esempio: se dovessi scoprire dal nulla, adesso, di avere un brutto male... ecco, mi arrabbierei tanto con la vita. È molto facile, a volte, ritrovarsi ribaltati. È il motivo per cui, pur cercando cercando dare una parvenza di ottimismo, rimango sempre in silenzio di fronte a certe cose, perché la vita è imprevedibile.
A parte questo esempio drammatico, cosa farei, escludendo brutte malattie o gravissimi problemi economici? Io ho il difetto di essere una persona terribilmente pragmatica, quindi devo a tutti i costi agire quanto prima e con veemenza. E lo faccio senza mezze misure, senza più ripensamenti o timori particolari, anche perché qualsiasi cosa è meglio che esser morti. Andrei subito da uno specialista, intanto, facendomi riassegnare la terapia che anni addietro mi salvò. Poi, con quelle forze mentali un po' ritrovate, senza guardare l'intera montagna ma ragionando giorno per giorno e passo alla volta, inizierei a lavorare su quello che mi sta causando disagio e "arretramento" in tutto quello che avevo raggiunto prima. Perché, oggi lo so, c'è sempre modo di recuperare, mentre fermarsi troppo potrebbe essere rischioso a lungo termine. Ottenere nuovamente delle consapevolezze, sì da accogliere inizialmente un grande cambiamento, perché si parte sempre da qui. Si chiama "adattarsi".
Ma, adesso, veniamo a quello che hai scritto tu, perché qui non si parla di noi altri o di me:
Forse più soli di quanto foste all'inizio del vostro viaggio. Sicuramente senza più quella speranza che un tempo avevate di potervi ritagliare un piccolo spazio nella vita.
Cosa è successo, senza entrare eccessivamente nel dettaglio?