Heyjude ha scritto:Salve ragazzi, rispondo dopo un po' di giorni.
Ciao e bentornata

Ho scritto che non possono essere solo i miei genitori ad avermi causato queste "difficoltà" a relazionarmi con la vita perché, anche se sono consapevole che mi hanno causato un bel po' di traumi, non ho avuto una vita così terribile... Non sono mai stata abusata, bullizzata ecc...
Vedi, a volte il problema non è solo quello che i genitori hanno FATTO... è anche quello che NON HANNO FATTO.
P.es., un figlio/a le cui emozioni non vengono viste, riconosciute e apprezzate, non subisce un trauma evidente; però si crea in lui/lei una profonda ferita di identità (chi sono? come dovrei essere? quanto valgo? cosa fare della mia vita?...) nonché di autostima, perché non ha ricevuto dai genitori il nutrimento emotivo che gli sarebbe servito per sviluppare una personalità sana ed equilibrata. La sua "anima" resterà denutrita e deforme.

E non avendo vissuto traumi evidenti, magari non capirà nemmeno il motivo del suo malessere.
(tra l'altro, questo è proprio il tema del libro "Running on Empty" che ti ho suggerito)
La ferita peggiore non è essere odiati: è essere ignorati

(se sei odiato, quantomeno sai che esisti e ti senti visto)
c'è chi ha avuto una vita nettamente peggiore della mia
Certo.
Ma questo non vuol dire niente. La mia sofferenza non diminuisce in alcun modo solo perché quella altrui è peggio.

Se in un incidente perdo l'uso delle gambe ed un altro muore, non è che la sua morte mi renda meno paraplegico.
nel senso che mi sentoè come se mi sentissi in colpa ad essere così nonostante io non abbia avuto una vita così terribile
Forse, come supponevo sopra, per certi versi l'hai vissuta ma non lo sai.
Non è che tu abbia scelto di essere così: lo sei per ciò che ti è avvenuto, e che altri ti hanno fatto.
Sottolineo che questo non vuol dire dare la colpa ai genitori (dare la colpa non serve a un cavolo).
Vuol dire riconoscere da dove vengono i nostri handicap e le nostre ferite. Finché non riconosci le tue ferite, non le puoi curare. E' per quello che riconoscerle è l'indispensabile primo passo per risolvere i propri problemi (ed una base essenziale di una terapia).
Non possiamo risolvere un problema di cui non vediamo le cause: sarebbe come voler aggiustare un motore rotto senza aprire il cofano.
Non odio i miei genitori, soprattutto mia madre... Lei ha avuto una vita difficile
Certamente lei ha le sue ragioni per come si è comportata. Di solito i genitori fanno quello che possono... ma ciò non toglie che spesso commettano errori.
Ammettere quegli errori non vuol dire condannarli, bensì indagare le radici della propria sofferenza. E' una cosa che fai per te, non contro di loro.
Finché li vuoi "salvare", assolvendoli, non potrai che condannare te stessa al loro posto (infatti ti senti in colpa per cose che non sono dipese da te).

Pensaci: se tu ti senti "sbagliata", e loro non ne hanno colpa (secondo il tuo bisogno di "salvarli"), allora la colpa è tua.
(i bambini che soffrono tendono sempre a prendersi la colpa, perché hanno bisogno di mantenere la fiducia nei propri genitori)
La mia vita ruota praticamente intorno a lei, alla bambina, io la amo infinitamente come se fosse figlia mia
E' un po' come se tu volessi dare a lei tutto l'amore tu non hai ricevuto.
Il che è certamente nobile... ma tu avresti bisogno di dare quell'amore a te stessa (il che non esclude darlo anche a tua nipote).
Essendoti mancato un amore "sano" nell'infanzia, è essenziale che tu impari a volerti bene. Ciò porterà non solo ad una tua capacità di vivere meglio... ma anche alla capacità di amare meglio gli altri.

In fondo possiamo dare solo quello che abbiamo dentro di noi.
Passo le mie giornate a cercare di trovare una soluzione, a pensare a cosa potrei fare per aiutare lei, mia sorella e mia madre ma nonostante ci abbia provato in tutti questi anni non sono riuscita a trovare una stabilità economica tale da riuscire a salvare tutti.
Allo stesso modo, se vuoi salvare qualcuno hai prima bisogno di imparare a salvare te stessa.
Se vuoi salvare qualcuno che sta affogando, non devi prima imparare tu a nuotare?

Invece concentrarti sul salvare gli altri, io credo, è un modo di non affrontare le responsabilità che hai verso te stessa.
Sarò sola per sempre, senza un posto dove andare...
Sembri dominata da una totale disperazione (nel senso letterale = assenza di speranza). Così non hai le forze di affrontare la vita, e scivoli in uno stato depressivo.
IMHO il primo passo che avresti bisogno di fare è recuperare almeno un po' di speranza, sia in te stessa che nella vita. Da quel punto potrai avere più forze per fare altri passi avanti.
Ma suona come se, mancandoti l'amore per te stessa, non credi nemmeno di meritarlo.

Quindi invece di cercare di salvare te stessa, ti sforzi di salvare altri.