In generale, la
paura dei giudizi altrui nasce dal fatto che sminuiscono il
senso del nostro valore.
Cioè spesso non li interpretiamo solo in relazione al fatto in sé, ma temiamo che il giudizio si estenda a tutta la nostra persona. Questo specialmente se ho già un'autostima fragile.
Per esempio, se uno mi dice "Hai detto una cosa stupida" (cosa che può capitare a chiunque), mi viene da pensare che - per estensione - lui pensi che sono stupido come persona (anche se lui non lo pensa affatto).
Un altro motivo è che tutti abbiamo bisogno di sentirci
accettati, approvati e apprezzati dagli altri. Per cui i giudizi ci fanno temere che, di conseguenza, perderemo anche accettazione e approvazione - cioè rischiamo di venire isolati socialmente.
Queste due cose possono valere per chiunque, specialmente chi non ha una personalità o autostima ben consolidati.
Ma quando i giudizi ci provocano "terrore", come dici tu, ci dev'essere sotto qualcos'altro - forse legato a qualche trauma infantile.
Una possibilità è che i genitori ci abbiano fatto sentire "sbagliati" o inadeguati fin da piccoli, o indegni del loro amore.
Questo non è grave soltanto a livello emotivo... ma si collega alla paura primaria dell'abbandono, che per un bambino equivale alla
morte.
Mi spiego meglio: se un bambino piccolo riceve una forte disapprovazione dai genitori (anche solo implicita), può avere una paura irrazionale che verrà abbandonato perché loro sono delusi da lui (noi adulti sappiamo bene che è impossibile... ma a 4-6 anni non lo sai).
Per milioni di anni, un bambino abbandonato andava incontro a morte certa (oggi no ma, di nuovo, queste paure sono irrazionali).
Ecco quindi che se il bambino teme di essere abbandonato in seguito ai giudizi genitoriali, vede il
rischio di morire - da cui il terrore di cui parlavo prima.
Per capire queste dinamiche non dobbiamo vederle con gli occhi di un adulto, ma con quelli di un bambino piccolo, debole e impotente, completamente vulnerabile, in balìa dei "capricci" genitoriali.