Su consiglio di un'amica virtuale, per cercare di vincere il mio isolamento ho pubblicato un annuncio su uno di quei siti da cui saltano fuori rapporti epistolari su internet. Mi descrivo come una persona timida, introversa... insomma, mi conoscete. Qualcuno mi risponde, per lo più ragazzini svitati che parlano solo di sesso nelle maniere più allucinanti o che si esprimono a monosillabi tipo sms e, se gli rispondi a tono, ti dicono "ma non hai proprio nulla da dire!". Sto per concludere che è l'ennesimo fallimento, un altro tentativo patetico, dopo che ne ho già fatti tanti... Invece mi risponde lei. Una ragazza che si descrive pure lei come molto timida, ha quasi la mia età, ed è della mia stessa città, dice di essere stata molto colpita dal mio messaggio.
Ci diciamo praticamente tutto. Siamo tutt'e due, per motivi diversi, in un periodo molto complicato delle nostre rispettive esistenze, ma ci facciamo forza a vicenda. Lei, anche se è timida, è una persona molto positiva e con una grande forza d'animo, è molto profonda e intelligente, adoro parlare con lei. Dice di trovarmi interessante (non ci posso credere!), quando vengo colpito dal mio recente fallimento lavorativo mi propone di ripartire da zero, di scappare e di portarla via con me! Però... non capisce perché io mi svaluti così tanto, pensa che sia per la bruttezza o per la goffaggine, ma mi dice che è solo una questione di atteggiamento, basta che sia sicuro di me stesso e gli altri queste cose manco le notano, se mi piaccio da solo poi piaccio anche agli altri.
Decido allora di dirle la verità su di me stesso, e le rivelo che ho i miei buoni motivi per svalutarmi... cioè, che per tre quarti della mia vita ho dovuto assumere schifezze che bruciano il cervello, e che dopo così tanto tempo, dentro di me, rimane davvero molto poco, ormai mi sento drenato da ogni forza interiore, basta un piccolo urto perché cada a terra senza rialzarmi. Le dico che adesso sto provando a farne a meno, a provare a vivere una vita normale e a risolvere da solo i miei momenti di crisi, ma è una fatica boia... E so che se gli altri sapessero questo di me sarei isolato a vita, per questo ho così tanta paura di aprirmi. Le dico infine che, se dopo aver saputo questo di me, non mi avesse più scritto l'avrei capita, perché io forse avrei fatto lo stesso al suo posto. Consiglio afferrato, smette di scrivermi.
Da questa esperienza che ho imparato? Che su di me grava una colpa terribile (è una colpa, nel vangelo gli epilettici vengono esorcizzati...) e che non potrà mai essere perdonata da nessuno. A volte penso che potrei essere accettabile se in passato avessi ucciso qualcuno o commesso chissà quali infamie, ma per certi peccati, come il mio, non è prevista redenzione. Anime gemelle? Un'anima malata e ridotta a brandelli come la mia non assomiglia a nessun'altra...